Debito pubblico e nobiltà

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Debito pubblico e nobiltà

Messaggioda contegufo » martedì 28 novembre 2023, 15:01

Le entrate di qualsiasi stato non sono sufficienti a tenere in piedi il bilancio. Già nel Ducato di Lucca si avvertì la necessità di trovare una soluzione se pur parziale.
Morale della favola furono emesse obbligazioni per finanziare il debito pubblico.
Sarebbe difficile da digerire ma l'ambizione sfrenata ad un titolo nobiliare così come pure ottenere un'onorificenza potrebbe essere una parziale trovata.
SI tenga conto che per accedere ai gradini più alti della sfera socilale bisognava aprire il portafogli. Sfoggiare un titolo nobiliare era un vanto irrefrenabile ieri come oggi.
A Lucca furono ammessi alla cittadinanza ( Lucca era Repubblica oligarchica) i Sardi, gli Orsetti e i Barsotti che pagarono lautamente e il Governo risolse alcuni buchi del bilancio, eravamo nel 1600.
Se portato nei modi più giusti e di maniera la cosa sarebbe possibile pure oggi magari apportando dei correttivi alla XIII norma transitoria e finale della Costituzione laddove si dice che la Nobiltà non è riconosciuta; e chi l'ha detto che anche una repubblica non possa essere un Fons honorum visto che anche San Marino l'ha esercitata e pure l'Italia quando conferisce onorificenze varie?

Saluti
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Re: Debito pubblico e nobiltà

Messaggioda PaoloEnzoDelVechio » domenica 11 febbraio 2024, 19:06

personalissima opione: in passato queste "strategie" fuzionavano anche (e forse soprattutto) perchè gli equilibri di potere all'interno dello Stato, una volta stabiliti, duravano un'intera generazione -generalmente-. Ciò valeva anche per le Repubbliche come la citata Lucca poichè, essendo oligarchie di fatto, il potere politico si reggeva sugli stessi princìpi. Oggi la Repubblica Italiana è proverbiale per i cambi di governo repentini e anche tra i Parlamentari i politici di "lunga esperienza" sono pochi (nel bene e nel male).
Comunque trovo che concedere "onori" a chi contribuisce sanare il bilancio sia estremamente antidemocratico in quanto da una parte la "nobiltà" rischierebbe di finire ad essere proporzionale meramente al capitale di cui si dispone; dall'altra rischierebbe di finire ad essere, altrettanto meramente, un'onorificenza da sfoggiare sul biglietto da visita.
Riguardo un'ideale reintroduzione dei titoli nobiliari personalmente credo possa essere giusto riconoscerli e tutelarli solo in quanto patrimonio storico immateriale, come si fa per la pizza o il "made in Italy" per esempio. D'altronde non tutti coloro che oggi avrebbero ereditato un titolo si interessano a questo aspetto e viceversa molti sono coloro che si svenano negli archivi per risalire ad almeno un parente blasonato.
PaoloEnzoDelVechio
 
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