Repubbliche marinare?

Per discutere, di tutto un po' sulle nostre materie / Discussions of a general nature on our topics

Moderatore: Guido5

Repubbliche marinare?

Messaggioda pierluigic » lunedì 19 agosto 2024, 15:48

Repubbliche marinare https://it.wikipedia.org/wiki/Repubbliche_marinare è una voce di Wikipedia che mi muove nel cervello una quantita' di considerazioni storiche, politiche, educazionali. A parte l'immensa importana di queste citta' di mare che fanno parte della premessa della rinascita economica. Attiro la vostra attenzione su :

Nei primi decenni dopo l'unificazione italiana, il patriottismo post-risorgimentale alimentava una riscoperta del Medioevo legata a un nazionalismo romantico, in particolare a quegli aspetti che sembravano prefigurare la gloria nazionale e le lotte per l'indipendenza. Il fenomeno delle "repubbliche marinare" venne allora reinterpretato, liberato dal pregiudizio negativo e affiancato alla storia gloriosa dei liberi comuni; si affermò così anche a livello popolare. Celebrando la storia le città marittime italiane, non si considerarono tanto le lotte reciproche, quanto la loro comune intraprendenza marinara. Nella temperie culturale post-unitaria, infatti, si riteneva fondamentale per la formazione del moderno popolo italiano, ricordare che in seno alle repubbliche marittime ed ai comuni sorse quella operosità che inaugurò la civiltà novella[14].

C'è anche da tener presente che nella marina militare italiana, nata subito dopo il raggiungimento dell'unità nazionale e quindi solo nel 1861, c'erano accesi contrasti tra le varie marine pre-unitarie: sarda, toscana, pontificia e napoletana[15]; l'esaltazione dello spirito marinaresco che univa tutte le repubbliche marinare permetteva di mettere in luce una base storica comune, superando le divisioni. Era necessario quindi rimuovere le antiche rivalità e assai significativa a tal proposito fu la riconsegna a Pisa, da parte della città di Genova, delle catene che chiudevano il porto della città toscana, sottratte durante le lotte medievali e restituite nel 1860 in segno di fraterno affetto e di unione ormai indissolubile tra le due città, come si legge nella targa apposta dopo la restituzione.

Nel 1860 ci fu anche l'introduzione nei programmi scolastici dello studio delle repubbliche marinare come fenomeno unitario. Ciò contribuì ulteriormente a rendere il concetto popolare. Nel programma del liceo, si prescriveva infatti, a partire da quell'anno, di affrontare in classe prima le "cagioni del rapido risorgimento del commercio marittimo italiano - Amalfi, Venezia, Genova, Ancona, Pisa" e l'"Assodamento della grande potenza navale italiana". Per la classe seconda si disponeva che l'insegnante, all'inizio dell'anno, richiamasse alla memoria il periodo in cui crebbero e fiorirono le repubbliche marittime[16].

Da quel momento, ogni volta che si sono rinnovati i programmi scolastici, lo studio del fenomeno delle repubbliche marinare venne sempre confermato. Nel 1875 anche nel programma di Storia per gli istituti tecnici si diede seguito all'indicazione ministeriale; si legge infatti nel testo scolastico di Carlo O. Galli che "…fra tutti i popoli d'Europa, quello che nel Medio Evo si levò per primo a grande potenza" nella navigazione fu il popolo italiano e il motivo principale di ciò si attribuisce all'indipendenza di cui godettero "…le repubbliche marittime dell'Italia, tra le quali meritano maggior ricordo Amalfi, Pisa, Genova, Ancona, Venezia, Napoli e Gaeta"[17].

Nel 1895 il marinaio Augusto Vittorio Vecchi, fondatore della Lega Navale Italiana e più noto come scrittore con lo pseudonimo di Jack la Bolina, scrisse una Storia generale della marina militare, che ebbe larga diffusione e in cui si rievocano le imprese militari delle città marinare in ordine cronistorico di origine e di decadimento, da Amalfi per Pisa, Genova ed Ancona a Venezia[18].

Si notino gli elenchi delle città marinare, che annoverano cinque repubbliche nei programmi scolastici del 1860 e nel testo del 1875 (Amalfi, Venezia, Genova, Ancona e Pisa), mentre nel testo del 1895 se ne citano sette tra quelle principali, aggiungendo Napoli e Gaeta, limitatamente al periodo antecedente la dominazione normanna. Tutti i testi, comunque, citano due oppure tre repubbliche marinare maggiori: Genova e Venezia, o Genova, Venezia e Pisa.

Mancava però ancora una storia della marina italiana che non si limitasse a quella militare; fu Camillo Manfroni, nel 1899, a scriverla. Nel suo testo, lo storico identificò la fase più gloriosa della storia marinara italiana con il periodo delle repubbliche marinare. Sul finire dell'Ottocento, il mito di queste città dedite alla navigazione era in questo modo consolidato e consegnato al XX secolo[19].
Veliero del XIV secolo, da un tacuinum sanitatis
Nel Novecento

Il numero "quattro", che spesso ancor oggi ricorre associato alle repubbliche marinare, come si vede non è originario; esisteva invece un elenco breve, limitato a due (Genova e Venezia) o tre città (Genova, Venezia e Pisa) e un elenco lungo, che comprendeva anche Ancona, Amalfi e Gaeta.

Determinante per la diffusione dell'elenco a quattro repubbliche marinare fu una pubblicazione del capitano Umberto Moretti, che aveva ricevuto dalla Regia Marina, nel 1904, l'incarico di scrivere la storia marittima di Amalfi; il volume uscì con un titolo assai significativo: La prima repubblica marinara d'Italia[20]. Da quel momento il nome di Amalfi si affiancò definitivamente a quello delle altre repubbliche dell'elenco breve, equilibrando con la sua presenza lo sbilanciamento verso il centro-nord del paese.

Negli anni trenta del Novecento si consolidò così un elenco ridotto, composto di soli quattro nomi: Amalfi, Pisa, Genova e Venezia; ciò portò, infine, all'inserimento dei simboli delle quattro città nella bandiera della marina italiana. Il vessillo, approvato nel 1941, a causa della guerra fu poi adottato solo nel 1947. Nel 1955, le quattro città rappresentate nella bandiera della marina diedero vita alla suggestiva regata delle Antiche Repubbliche Marinare.

Solo nel 1967, con l'uscita del testo di Armando Lodolini Le repubbliche del mare, venne ripreso l'elenco lungo delle repubbliche marinare — Amalfi, Pisa, Genova, Venezia, Ancona, Gaeta — alle quali si aggiunse anche la dalmata Ragusa[21]. Per quanto poi riguarda Noli, solo negli ultimi decenni si è messa a fuoco la sua natura di piccola repubblica marinara, prima affermata solo a livello accademico[22].

Nel 2000, il presidente della Repubblica Ciampi riassunse il ruolo svolto nella Storia dalle repubbliche marinare con queste parole[23]: «... L'Italia delle repubbliche marinare ... riaprì all'Europa le vie del mondo.» (Carlo Azeglio Ciampi)



Voglio anche attirare la vostra attenzione su una debolezza storica comunissima ( e purtroppo ancora attuale )
quei nomi che non ci sono stati ma sono invenzioni degli storici settecenteschi--ottocenteschi per raggruppare un concetto
Poi divenuti quasi veri col ripeterli
E cosi trovo nei saggi storici personaggi con cognomi che non avevano ancora : il grande storico Enrico Fiumi ad esempio : che cognomizza ( per semplicita' di esposizione ) individui che il cognome lo avranno solo nei discendenti---------ma inducendo a pensare ad una cognomizzazione precoce
o identificazioni forzose e non coeve : Matilde di Canossa , i conti Guidi,.............
o ritratti e statue che prendiamo per veri volti e figure ma dipinti secoli dopo ( anche se e' possibile a volte su immagini oggi perdute )
o lo stemma della contessa Matilde , vissuta in eta' prearaldica
o .......................

anche qui : le Repubbliche marinare

Le repubbliche marinare sono state alcune città portuali italiane che, a partire dal Medioevo, godettero, grazie alle proprie attività marittime, di autonomia politica e di prosperità economica.
Tale definizione, nata nell'Ottocento, è in genere riferita a quattro città italiane, i cui stemmi sono riportati dal 1947 nelle bandiere della Marina Militare e della Marina Mercantile[1]: Amalfi, Genova, Pisa e Venezia. Tuttavia, oltre alle quattro più note, sono considerate repubbliche marinare anche Ancona[2][3], Gaeta[4][5], Noli[6][7][8] e, in Dalmazia, Ragusa[9]; in certi momenti storici esse ebbero un'importanza non secondaria rispetto ad alcune di quelle più conosciute.


Ovviamente qualcuno obiettera' : allora come vuoi chiamarle ?
Il problema non e' come chiamale, il problema e' nell'aver consapevolezza di come e quando e' nato quel nome


.
pierluigic
 
Messaggi: 1827
Iscritto il: lunedì 5 settembre 2005, 22:40
Località: la spezia >>>> pierluigi18faber@libero.it

Re: Repubbliche marinare?

Messaggioda Antonio Pompili » venerdì 23 agosto 2024, 11:28

Le sue osservazioni sono molto pertinenti, e aprono a diverse strade di riflessione.

Perché nelle narrazioni degli storiografi di epoca contemporanea si sono imposte alla fine solo queste quattro Repubbliche come "Marinare"?

Non ho la pretesa di dare una risposta definitiva, ma penso che la storiografia spesso tenda a semplificare per dare un valore simbolico alle realtà e agli eventi del passato, con scopo anche edificatorio per i contemporanei (e i posteri).
Quattro come i punti cardinali? Visto che girare per il mare significa avventurarsi per il mondo intero, alla ricerca di nuovi incontri, nuove ricchezze e nuovi commerci?
Proprio quelle quattro perché di fatto fanno capo ai più grandi Stati pre-unitari, e suonano quasi come una gloriosa anticipazione della Marina dell'Italia unita?
Anche la composizione dello stemma della Marina Militare (e Mercantile) Italiana sembrerebbe prestarsi a una lettura simbologica in questa linea.

Quanto all'origine del nome nemmeno provo ad avventurarmi in un mare infinito - tanto per rimanere in tema - di ipotesi possibili e immaginabili.
ImmagineQUI FACIT VERITATEM VENIT AD LUCEM (Gv 3,21a)
TU SCIS QUIA AMO TE (Gv 21,17b)
Avatar utente
Antonio Pompili
Amministratore
 
Messaggi: 3742
Iscritto il: mercoledì 21 marzo 2007, 17:23
Località: Roma

Re: Repubbliche marinare?

Messaggioda pierluigic » venerdì 23 agosto 2024, 19:31

mi scuso preventivamente per la lunghezza del testo

La ringrazio don Antonio per aver ben compreso e rilanciato un concetto "veramente denso di considerazioni"
che rileggendomi ho espresso in maniera molto troppo zoppicante

don Antonio Pompili : Non ho la pretesa di dare una risposta definitiva, ma penso che la storiografia spesso tenda a semplificare per dare un valore simbolico alle realtà e agli eventi del passato, con scopo anche edificatorio per i contemporanei (e i posteri).


Penso anch'io una cosa del genere

lo storico e' fra noi ed i documenti d'archivio
Capita che lo storico faccia delle semplificazioni utili a rappresentare con piu' immediatezza le proprie conclusioni
Ma una semplificazione puo' tendere a divenire uno stereotipo e puo' finire per essere il contenitore di cose che non deve contenere
Tanto da divenire per alcuni altri aspetti fuorviante

Un esempio solo ( quello che per me e' stato croce e delizia : la lettura di Enrico Fiumi )

Enrico Fiumi ha scritto tra i tanti anche
Storia economica e sociale di San Gimignano, Firenze, Olschki, 1963;
Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall’età comunale ai tempi moderni, Firenze, Olschki, 1968;

I suoi interessi di storico, che nel Medioevo trovarono ben presto il campo di ricerche più congeniale, si rivolsero in particolare a tematiche socio-economiche, demografiche ed urbanistiche. Indagò con metodo esemplare le vicende della Toscana tardomedievale e, soprattutto, dei suoi centri minori (Prato, San Gimignano), tra i quali un posto d’onore spettò sicuramente a Volterra. In alcuni lavori affrontò il tema dell’origine della ricchezza delle famiglie che costituirono gli strati più elevati della società comunale. I suoi studi di carattere demografico, invece, lo condussero a conclusioni importanti che divennero in seguito acquisizioni sicure della storiografia più recente. Evidenziò, ad esempio, alcune caratteristiche dell’andamento demografico dei secoli XIV e XV: parabola discendente tra metà Trecento e metà Quattrocento, in cui alla costante diminuzione del numero delle famiglie avrebbe fatto riscontro l’aumento dei loro componenti, quindi una lenta ripresa che avvantaggiava la campagna rispetto alla città. Fiumi era innamorato del libero Comune medievale come fatto storico, economico ed essenzialmente umano. Egli giunse ad affermare che il Rinascimento poteva essere considerato tale solo per la letteratura e l’arte figurativa, mentre, per la Toscana, sarebbe stato un periodo di notevole declino economico in cui emersero, è vero, grandi personalità, ma i cui traffici erano piccola cosa rispetto alla mole di negozi che una miriade di mercanti e banchieri aveva svolto nell’età comunale. La sua curiosità lo spinse anche ad indagare le vicende fiorentine. Utilizzando documenti di ogni sorta ed ogni fonte accessibile, ricostruì le vicende demografiche, economiche e sociali di Firenze affrontando e combattendo teorie avanzate da grandi storici di prestigio quali Sombart, Plesner e Salvemini. ( drssa Silvia Diacciati ---Portale Storia di Firenze ) )


Quindi meriti notevolissimi
Economia e demografia al servizio dell'interpretazione della storia e della societa' che ne e' il risultato

Eppure nell'elencazione delle estimazioni e dei catasti , capita egli deduca il cognome dal patronimico e quindi assegni (senza avvertirne il lettore ) un cognome a famiglie che lo avranno solo poi nei discendenti
Facendo erroneamente pensare a cognomizzazioni precoci
Sto parlando di uno storico giustamente e meritevolmente molto importante, ed ampiamente citato ancor oggi, nella storiografia fiorentina !!!

Ecco l'importanza per l'appassionato di ricerca familiare , di non abbandonare comunque ( qualunque sia la grandezza dell'intermediario ) la conoscenza dei documenti coevi e la loro visione de visu senza interpreti

gli esempi di alterazioni sono a bizzeffe e variano in molti campi
e portano a riflettere su quanta della storia che ancora ci viene in qualche modo raccontata e' fuorviante
e al rispetto ( anche dei piccoli particolari ) che dovremmo chiedere a chi si occupa di storia nel raccontarla

Quadri che riproducono fattezze inventate, che l'osservatore pensa vere
O tutti quegli stemmi frutto di fantasie :
uno per tutti lo stemma di Ugo di Toscana , o meglio "il dantesco " stemma di Ugo di Toscana
che Ugo non poteva avere e che l'incauto turista crede vero perche lo vede accanto alla sua tomba alla Badia di Firenze
O lo stemma di Matilde la grande contessa ( il cane con l'osso ) che Matilde non aveva davvero
che anticipano incautamente per il turista o il lettore la nascita dell'araldica in Toscana

O il nome di "Matilde di Canossa" divenuto oramai un classico e che sembra relegare uno dei grandi personaggi della Toscana al banale legame con una fortezza
O appunto il fraintendimento che un termine oramai codificato come Repubbliche marinare fa nascere su uno dei momenti che rappresenta l'alba della vicenda comunale italiana
...........
Grazie di portare l'attenzione su questo argomento ,don Antonio
pierluigic
 
Messaggi: 1827
Iscritto il: lunedì 5 settembre 2005, 22:40
Località: la spezia >>>> pierluigi18faber@libero.it

Re: Repubbliche marinare?

Messaggioda pierluigic » mercoledì 4 settembre 2024, 18:03

Vedo con piacere che compaiono sul forum forze fresche che possono apportare nuove esperienze ed idee ( mi riferisco in modo particolare a MATT a cui guardo con simpatia )

--------------

Io credo che quando Jean-Claude Maire Vigueur ha pubblicato il suo
Cavalieri e cittadini. Guerra, conflitti e società nell'Italia comunale (il Mulino, Bologna 2004),
ha messo in cantiere non solo un modo di approccio diverso agli studi sul Comune italiano , ma anche un uso diverso e fondamentale di terminologia
Ha messo chiaramente in discussione l'equazione milite=nobile con nobile = termine di significato vago

Quindi un uso inappropriato del termine nobile

( Giustamente i Fiorentini di fine XIII parlano di Possenti o Magnati quando emanano gli Ordinamenti di giustizia )
------------------------------------

Le date sono importanti per gli storici per fissare una scala cronologica agli avvenimenti
Oggi ancora, non altrettanto lo e' la ricerca di una terminologia fortemente identificativa legata al periodo ed al luogo

Questo e' il nocciolo della mia riflessione !
Nell'Italia dalle cento patrie e dai cento passati , un uso inappropriato dei termini porta frequentemente a dei fraintendimenti
---------------------------------------------------------------------------

Recentemente ho parlato di Baroni ottoniani

Barone e' un'altro di quei termini che ha significati diversi di luogo in luogo, di tempo in tempo

Parliamo dell'Italia del Nord
E' chiaro a tutti cosa era un Ducato, cosa era una Marca o cosa era una Contea .
Ma il Barone chi era il Barone ?
Per il nord-Italia mi fate qualche esempio di Baronie con relativo Barone nel "medio= medioevo

--------------------------

Secondo voi e' chiara la definizione di Wikipedia ?

da Wikipedia
Baroni del Sacro Romano Impero
Dal X secolo diventa titolo nobiliare e grado feudale inferiore a quello di visconte.
Il Barone del Regno, invece, era un barone con importanza superiore a quella di un principe di feudo ed aveva dignità pari a quella di vescovo.

Al nord con il termine barones, si stavano ad indicare genericamente i feudatari con i titoli di signore e barone; mentre al sud Italia:
con barones maggior si stavano ad indicare i feudatari titolati, cioè principi, duchi, marchesi, conti e visconti;
con barones minor i feudatari non titolati, i baroni e signori.
In Sicilia, e anche nell'Italia meridionale, i titoli di barone e signore, stavano a indicare lo stesso titolo, cioè erano sinonimi; successivamente, il barone diventò gerarchicamente superiore al signore. La baronia è quella parte di territorio, di piccole dimensioni, appunto sotto il controllo di un barone. Questa unità amministrativa è la più piccola e meno importante, per questo il barone è sempre vassallo di un altro signore più potente di lui, come un visconte o un conte.



.
pierluigic
 
Messaggi: 1827
Iscritto il: lunedì 5 settembre 2005, 22:40
Località: la spezia >>>> pierluigi18faber@libero.it

Re: Repubbliche marinare?

Messaggioda Matt » giovedì 5 settembre 2024, 13:59

pierluigic ha scritto:Vedo con piacere che compaiono sul forum forze fresche che possono apportare nuove esperienze ed idee ( mi riferisco in modo particolare a MATT a cui guardo con simpatia )


Ringrazio e ricambio pierluigic per la simpatia e colgo l'occasione per buttarmi, come dire, a "bomba" nell'argomento.

Personalmente non mi piacciono le semplificazioni, tuttavia riconosco che il loro uso è fondamentale al fine dell'istruzione e dell'accesso alle conoscenze. Non è pensabile insegnare senza l'uso di semplificazioni, si pensi ai bambini delle elementari, o anche divulgare senza le stesse per un pubblico di estrazione dilettantesca. Semplificare permette un esercizio di democratizzazione delle conoscenze. Poi è chiaro che nel campo dell'insegnamento le semplificazioni diminuiscano man mano. Anche il libro, oggetto della diffusione di conoscenze, in quanto fruibile a tutti e costretto a sacrificare una parte di specificità, anche a livello accademico, per consentire una più facile assimilazione dei concetti (sembra paradossale ma non lo è).

Poi, almeno tornado al caso specifico con il quale è stato aperto questo topic, ovvero le repubbliche marinare, io non credo sia una semplice semplificazione. In questo caso secondo me si entra nel caso particolare che vede l'ingerenza del potere nella ricerca e nella divulgazione storica, orientando entrambe a suo piacimento. La scelta delle 4 repubbliche marinare non è casuale, essa da un punto di vista geografico cementa l'unità nazionale (nord est, nord ovest, centro e sud rappresentati da Venezia, Genova, Pisa e Amalfi, Ragusa naturalmente esclusa), presenta un mito legittimante per la potenza navale, crea un totem attorno al quale la nazione può sentirsi unita e rappresentata.
Ma nulla di questo parte da un problema storico, se ci pensiamo le repubbliche marinare infatti non erano solo 4, come fatto notare da lei pierluigic, ma inoltre non erano nemmeno italiane, ognuna infatti manteneva una fiera connotazione identitaria, e anche da un punto di vista geografico non possono essere indentificate come un fenomeno italiano poiché la forma della repubblica marinara è estranea ad un esclusiva appartenenza nazionale, essendo diffusa nel baltico, come nel mare del Nord, ad esempio. Tuttavia la creazione delle "4 repubbliche" diventa un problema storico e antropologico dopo la sua assunzione a simbolo nazionale.
Matt
 
Messaggi: 17
Iscritto il: mercoledì 21 agosto 2024, 13:38

Re: Repubbliche marinare?

Messaggioda pierluigic » venerdì 6 settembre 2024, 5:06

.

il problema non e' nel numero scelto,
il problema non e' nella dislocazione di queste Repubbliche
non e' nel ,,,,,,,,,
.................
il problema e' nel termine e nella sostanza
Perche' Repubbliche ?
Repubblica di Pisa. antica Repubblica marinara italiana (1000–1406) ... Intorno al 1000 Pisa divenne una delle maggiori Repubbliche marinare italiane.


Perche' parlo in uno stesso istante cronologico parlo della Repubblica marinara di Pisa e del Comune di Milano ?

Non sto forse creando dal nulla una confusione storica chiamando due evoluzioni sociali paragonabili con nomi diversi ? ( dove Comune e' il nome appropriato al momento storico )


.
.
pierluigic
 
Messaggi: 1827
Iscritto il: lunedì 5 settembre 2005, 22:40
Località: la spezia >>>> pierluigi18faber@libero.it

Re: Repubbliche marinare?

Messaggioda Matt » venerdì 6 settembre 2024, 12:17

pierluigic ha scritto:Perche' parlo in uno stesso istante cronologico parlo della Repubblica marinara di Pisa e del Comune di Milano ? Non sto forse creando dal nulla una confusione storica chiamando due evoluzioni sociali paragonabili con nomi diversi ? ( dove Comune e' il nome appropriato al momento storico )


Dal mio punto di vista è solo una semplificazione nata in contesti didattici per permettere l'immediato riconoscimento di quello di cui si sta parlando ed evitare confusioni. Quelle che noi chiamiamo "repubbliche marinare" non ebbero mai questo nome ovviamente. Nel medioevo questi stati erano indicati come "ducato" o "res publica" (che non implica per forza una forma di ordinamento repubblicana) nei documenti ufficiali. Successivamente attorno alla fine del Cinquecento, quando la maggior parte dei comuni si erano completamente trasformati in signorie e l'Europa correva verso l'assolutismo monarchico, le entità statali "non monarchiche" superstiti iniziarono a indicarsi come "repubbliche", come nel caso di Venezia. Ma chiaramente non sono mai esistite ufficialmente la "Repubblica marinara di Genova" e la "Repubblica marinara di Venezia".
Matt
 
Messaggi: 17
Iscritto il: mercoledì 21 agosto 2024, 13:38

Re: Repubbliche marinare?

Messaggioda pierluigic » venerdì 6 settembre 2024, 14:25

io sono un tecnico e credo che ogni conoscenza debba aver termini precisi

Amo la storia, credo nella sua utilita' irrinunciabile
necessita' per un uomo e per gli uomini di esperienza individuale e di esperienza sociale
Perche' l'esperienza sia pero' utile occorre che si rifaccia a fatti reali e a riflessioni congruenti


Sono rimato colpito e cito sempre il thread ( e me ne scuso con Sannita1998 )
viewtopic.php?f=3&t=24270&p=258982&hilit=origine+nobilta#p258982
eppure
Cito Pirenne ( Maometto e Carlomagno 1937 ) e gli studi sui Longobadi del prof Stefano Gasparri
https://unive.academia.edu/stefanogasparri
ci hanno portato ad un nuovo modo di guardare alla nobilta' carolingia e alla nascita del pensiero feudale


la STORIA ha bisogno di "concetti semplici" Semplici ma che non cadano in banalizzazoni fuorvianti
e finiscano per diventare stereotipi

----------------------------------------------------------

PS
Andando fuori dal seminato:

Jean-Claude Maire Vigueur L'altra Roma. Una storia dei Romani all'epoca dei Comuni (secoli XII-XIV), Einaudi 2011
Ci fa toccare l'esperienza comunale in una citta' difficile come Roma

Scendendo a Sud

Il Ducato di Gaeta
Il Ducato di Napoli
Ducato di Amalfi
Il Principato di Salerno

Quali germi trovo (se ne trovo), nell'Italia meridionale, del Comune centrosettentrionale ?


.
pierluigic
 
Messaggi: 1827
Iscritto il: lunedì 5 settembre 2005, 22:40
Località: la spezia >>>> pierluigi18faber@libero.it


Torna a Piazza Principale / Main Square



Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 13 ospiti