caballero ha scritto:Spettacolare!! Ma io pensavo che le decorazioni fossero state "smarrite" insieme all'oro di Dongo, non credevo fossero state recuperate. Esiste una pubblicazione in merito? Le foto dove sono state fatte? Una "Besa" così ... già vale la pena di approfondire. Grazie per le informazioni
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Caro amico,
grazie per l'interessamento! Non esiste una pubblicazione ufficiale sull'argomento; io però ho svolto una piccola ricerca e te ne allego uno stralcio, riservandomi di inviaterla completa appena possibile. Le foto sono state scattate in occasione di una presentazione organizzata dalla tesoreria centrale dello Stato (ora gestita dalla Banca d'Italia) e le ho ottenute per cortesia di un collega nello scorso mese di ottobre. Questo forum è straordinario e frequentato da persone veramente competenti. Complimenti! A presto. Gianfranco
P R E F A Z I O N E
L’idea di intraprendere questa ricerca, che ha ad oggetto i depositi effettuati presso la Filiale di Como della Banca d’Italia dopo la Liberazione a carico delle organizzazioni nazi-fasciste, nacque nell’agosto del 1998, quando sul “Corriere di Como” apparve un’intervista con lo storico e giornalista Antonio Spinosa nella quale si accennava al deposito di alcune casse contenenti gioielli ed effetti personali appartenuti a Benito Mussolini, avvenuto presso “la Sede di Como della Banca d’Italia il 22 giugno 1945”.
Mi chiesi se esistessero ancora tracce di quei depositi (verbali, corrispondenza o altro) e mi diedi da fare per ritrovarle, se non altro per metterle in salvo e preservarle da qualche sciagurata epurazione.
La ricerca diede i suoi frutti perché – partendo da un vecchio registro di “protocollo” tenuto alla perfezione - ritrovai non solo il documento che cercavo (il verbale di deposito del cd. “medagliere” di Mussolini) ma una intera raccolta documentale composta di oltre 1400 carte, relativa ai “depositi speciali intestati alla Regia Questura e relativi ad averi trattenuti a nominativi implicati nei movimenti nazi–fascisti”.
Il "pacco" personale di Mussolini (il "medagliere") conteneva decorazioni e gioielli ritenuti "già di proprietà Mussolini", rinvenuti il 28 aprile "nella villa Mantero sita in Como, via Crispi n° 1".
Il giorno successivo al ritrovamento, i patrioti Arnaldo Brisco, Marco Bianchi e Vincenzo Cassarino, residenti a Cernobbio, si presentarono al Prefetto Bertinelli , muniti di una "accompagnatoria" a firma del Comandante della Piazza, per eseguirne la consegna.
Il deposito presso la Banca d'Italia avvenne, come detto, il successivo 22 giugno.
Al primo posto dell' elenco redatto nella circostanza figurava il Collare del Supremo Ordine della SS. Annunziata, in oro, la cui attribuzione dava diritto al trattamento di Eccellenza e di "cugino del re"; seguivano altre medaglie e decorazioni tedesche, albanesi, pontificie e persiane .Il collare dell’Annunziata era stato conferito a Mussolini nel 1924, in occasione della stipula di un trattato di amicizia con la Jugoslavia che portò alla definitiva soluzione della questione di Fiume, riconosciuta italiana. (5).
Il 30 giugno il Prefetto Bertinelli, benchè lo ritenesse "assolutamente superfluo", rinnovò al Direttore l'espressa diffida già fattagli a voce "di permettere a qualsiasi autorità o Ente - Italiano o alleato - di disporre dei gioielli e degli oggetti preziosi o storici" appartenuti a Mussolini "senza il consenso esplicito di me o di chi sarà il Prefetto di Como al momento della pretesa disposizione".
Come si vedrà appresso, Bertinelli si sarebbe trovato ben presto nella necessità di fornire il proprio consenso ad atti di disposizione, sia pur limitati, da parte degli Alleati.