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Prendo spunto dalla discussione fatta alcuni giorni fa sulla medaglia "il tempo della gentilezza" della CRI ( viewtopic.php?f=2&t=24182 ) per portare alcuni argomenti di riflessione.
Sappiamo che la storia delle benemerenze CRI è ultracentenaria: per stimolare tutti i volontari ad un sempre migliore svolgimento del servizio, nel 1897 venne creata la Medaglia di Benemerenza cui fece seguito, nel 1908 la Medaglia Commemorativa destinata a ricompensare coloro che avevano preso parte ai soccorsi per il Terremoto Calabro-Siculo ( https://cri.it/benemerenze/ )
L’attuale Regolamento, in conformità allo Statuto CRI, prevede le seguenti distinzioni:
1) Riconoscimenti al Merito (Gran Croce, Medaglia in Oro, Argento e Bronzo, Diploma)
2) Benemerenze (1, 2, 3 classe e Diploma)
3) Croci di Anzianità (15, 25, 35 e 50 anni di servizio)
3) Croci Commemorative
Il problema è che alla sua fondazione col R.D. 7 febbraio 1884 n. 1243, la Croce Rossa Italiana era ente pubblico, mentre dal d.lgs 28 settembre 2012 n. 178, è stata trasformata in ente di diritto privato.
Fatto salva la storia della CRI e l'eccezionale lavoro che continua a svolgere, possiamo ancora considerare lecito che questa associazione privata continui a concedere onorificenze e medaglie?
Abbiamo davvero bisogno di tutti questi nastrini e medaglie, utili forse solo a gonfiare i petti dei militari?
Non sarebbe più opportuno che la CRI ricompensasse i suoi volontari con semplici diplomi cartacei di benemerenza?
Si potrebbero poi segnalare le persone più meritevoli per una ricompensa dello Stato Italiano, come peraltro già accade.
Buona estate.. per quanto già stia per finire!
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