Simboli araldici in geografia

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Simboli araldici in geografia

Messaggioda pierfe » venerdì 25 aprile 2003, 17:50

Eccovi uno spunto: come sapete nella mia formazione accademica (che non è solo umanistica) c'è anche una tesi di laurea discussa all'Università di Torino su un argomento specificatamente araldico: "I SIMBOLI ARALDICI IN GEOGRAFIA", che riscosse notevole successo proprio per l'argomento trattato che costituiva una vera innovazione.
La mia docente, un'insegnante di grande apertura mentale, allora non pensava che potessi arrivare ad oltre 500 pagine di materiale per trattare quel tema e rimase allibita quando dovette leggersele tutte...
Ritengo che se ci pensate un momento l'araldica in geografia è quanto di più bello esista oggi per descrivere il mondo...
Provate a parlare qui di questi stemmi e del loro contenuto desunto da una realtà geografica umana specifica...
Ormai la mia tesi è vecchia e meriterebbe un aggiornamento... :idea:
Vediamo cosa mi stimolerete a migliorare...
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Messaggioda sebpasq » sabato 26 aprile 2003, 22:07

Caro Pierfelice
scusami l'ottusità ma volevo chiederti cosa intendevi più precisamente per i simboli araldici nella geografia?
Forse la contemplazione delle figure come il mare, il sole e tutto ciò che forma un paesaggio in uno stemma?
Se è questo è uno bello spunto.

A presto.
sebpasq
 
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Messaggioda pierfe » sabato 26 aprile 2003, 23:21

sebpasq ha scritto:Caro Pierfelice
scusami l'ottusità ma volevo chiederti cosa intendevi più precisamente per i simboli araldici nella geografia?
Forse la contemplazione delle figure come il mare, il sole e tutto ciò che forma un paesaggio in uno stemma?
Se è questo è uno bello spunto.

A presto.


Ovviamente ma anche la fauna (compresi animali estinti), la flora, le città, i simboli dell'appropriazione umana sul paesaggio (castelli, ponti, dighe, capanne etc.). Una serie infinita....
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Messaggioda sebpasq » domenica 27 aprile 2003, 17:42

Allora
siccome io abito sul mare e mi incuriosisce la raffigurazione delle navi e delle barche negli stemmi, vorrei inaugurare questa sezione proprio con la contemplazione/analisi dei vari tipi di imbarcazioni che si sono viste nell'araldica.
Naturalmente io posseggo un archivio e un'esperienza molto limitate per cui spero nell'intervento di tutti per testimonianze più arricchite.
Allora partendo innanzitutto dal nome che si è dato alle imbarcazioni mi sembra che ci siano queste tre grosse differenziazioni nel nominare l'imbarcazione:

NAVE o VASCELLO: Le navi e i vascelli si pongonmo nello scudo forniti, banderuolati,fluttuanti, voganti, colle vele in poppa, ecc.
Il vascello rappresenta vittorie navali e viaggi d’oltremare. Negli antichi simboli era segno di felice esito, gioia e ritorno dell’abbondanza. Nelle armi di città indica spesso la posizione di essa sul mare o nelle sue vicinanze (Lisbona, Elbing, Faversham, Lubecca, La Rochelle, Kiel, Domme, etc). (Enciclopedia araldico-cavalleresca, Crollalanza; Insegne e simboli, Bascapè-Del Piazzo)

GALEA: Piccolo bastimento a vele latine sul quale i galeotti manovravano il remo quando le vele non corrispondevano al bisogno.
Queste galee erano speciali, più che altro ai due ordini insigni di Malta e di S. Stefano, il cui ufficio era di tenere purgato il Mediterraneo dai pirati e dagli infedeli.
I suoi attributi sono: armata, fornita, etc.
I suoi simboli sono: Vittoria navale, Prosperità acquistata con commerci d’oltre mare.(Galeata, città dell’ Emilia Romagna)

BARCA: Le barche poste nell’arme come contrassegno del diritto di passaggio sui fiumi, diconsi fluttuanti, fornite, etc ed hanno anche le stesse significazioni delle navi e dei vascelli. (Barga, città della Toscana) (Dizionario araldico, Guelfi Camajani)

Quindi a tutta prima sembrerebbe che la nave (o vascello) e la galea fossero – siano – le imbarcazioni sul mare e invece le cosiddette barche sui fiumi.
Ma la città di Barga in Toscana non ha nelle vicinanze né fiumi né laghi né mari e ha nella sua arma appunto una barca.
Quindi quando ci si trova di fronte ad un imbarcazione come bisogna regolarsi per la sua corretta blasonatura? Pensate sia importante distinguere una barca da un veliero o una galea?

Senza poi parlare che delle cocche (kogge) - velieri di grande stazza adatto al trasporto delle merci negli agitati mari del Nord - e knorr - imbarcazioni più piccole simili alle navi vichinghe del sec. XIV – tipiche nelle città anseatiche.
O di altri tipi di imbarcazioni mercantili o da guerra. Insomma mi sembra che oltre ai tre termini sopra esposti dovrebbero esserci molti altri tipi di imbarcazioni.
Uno studio interessante potrebbe essere quello delle città anseatiche, che come sapete commerciavano grazie ai fiumi e al Mar Baltico e al Mar del Nord..


Grazie.
Ultima modifica di sebpasq il sabato 6 maggio 2006, 18:59, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda fra' Eusanio da Ocre » martedì 13 maggio 2003, 20:38

La tua "provocazione" è... di una vastità impressionante! Già limitandosi agli stemmi civici italiani, che di riferimenti geografici ne hanno fin troppi, ci sarebbe quasi da scrivere un libro :wink: :wink: :wink: ...

Poni qualche paletto...

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Messaggioda pierfe » mercoledì 14 maggio 2003, 1:12

fra' Eusanio da Ocre ha scritto:La tua "provocazione" è... di una vastità impressionante! Già limitandosi agli stemmi civici italiani, che di riferimenti geografici ne hanno fin troppi, ci sarebbe quasi da scrivere un libro :wink: :wink: :wink: ...

Poni qualche paletto...

Bene :D vale


Tu sai bene che aspetto il libro... o meglio i libri... partendo dal dizionario che sarà diverso dagli altri...
Per i paletti penso agli animali... sia umani, sia estinti, sia esotici, o...
:D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D
tu che sei veramente un esperto di araldica sai bene quanto mi sia costata questa fatica... grazie per essere nel forum e per dare una sferzata salutare a tutti i lettori
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Messaggioda fra' Eusanio da Ocre » giovedì 15 maggio 2003, 22:15

Grazie dei paletti... che nel caso degli animali umani per ora non oso oltrepassare (avrei troppo da scrivere :twisted: !!!). Su quelli esotici stiamo meglio: abbiamo tartarughe (una è saliente in maestà nell'arma delle Isole Salomone Britanniche, e pur coprendosi da sola il guscio è ancora riconoscibile), cammelli (con una palma ed una piramide, uno di essi occupa parte dell'arma Janny, ispettore medico dell'esercito francese, credo napoleonico), elefanti (ne abbiamo parecchi, a partire da quello sostenente una torre nello stemma parlante dei romagnoli Fantuzzi), scimmie e pavoni a volontà (di origini esotiche, ormai europeizzati a tutti gli effetti anche dal vero), e perfino uccelli del paradiso (uno è posto in fascia e fra tre stelle di cinque raggi nello stemma d'un'oscura famiglia francese della Encyclopedie Diderot il cui disegnatore, non sapendo che bestia fosse, lo ridusse ad un oblungo sacchetto di piume con una testa ed un becco). La lista sembra finire qui, ma in realtà si prolungherebbe parecchio, se applicassimo il concetto di esotico alla lettera.

Pensiamoci un attimo: per un beduino è esotico un pinguino, ma non il cammello che gli sta sempre davanti (omnia est secundum quid, et non absolute); per un esquimese, è esattamente l'opposto. Ora dimentichiamo di essere araldisti, e chiediamoci: quanti di noi hanno mai avuto davanti a sé un leone (zoo, circo e stemmi esclusi)?

Quindi, il leone è per noi un animale esotico: che limiti mi dai per elencarti tutti i leoni araldici che esistono... :shock: ?

Dimenticavo gli animali estinti: certo non parliamo dei dinosauri (che finora credo nemmeno gli araldi britannici hanno osato mettere come tenenti o cimieri), ma del dodo sì. Questo essere è il tenente destro dello stemma di Mauritius, ed era un paperone gigante che i coloni europei sterminarono (mi pare per motivi alimentari) quando arrivarono in zona, e che oggi sopravvive solamente in araldica per via dello stemma dato dagli inglesi all'isola. É il solo animale araldico estinto che io conosca: sarà l'unico?

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Messaggioda fra' Eusanio da Ocre » lunedì 19 maggio 2003, 22:11

Egregi colleghi,
qualche rettifica ed un po' di addende:
a) l'isola del dodo è il Madagascar, e non Mauritius;
b) l'altro tenente dello stesso stemma è un cervo sambar, animale locale e per noi esotico;
c) la famiglia dell'ispettore francese si chiamava Larry, e non Janny;
d) un elefante troneggia anche su alcune versioni dello stemma di Catania;
e) se cerchiamo un coccodrillo, lo troviamo negli stemmi del Lesotho ed in quello dell'ex Basutoland;
f) se cerchiamo un colibrì, ne troviamo due controvolanti nell'arma di Trinidad e Tobago.

Mi scuso per gli errori :oops:

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Re: Simboli araldici in geografia

Messaggioda Antonio De Battisti » sabato 15 agosto 2009, 22:12

Gentile fra' Eusanio,
mi spiace, debbo contraddirla. Il dodo è il simbolo di Mauritius (paese che conosco molto bene, come pure il Madagascar) al punto che compare come supporto nel suo stemma, unitamente al sambar.

Immagine

Nello scudo inquartato dello stemma, la nave ricorda i primi colonizzatori ; le tre palme sono il simbolo della vegetazione locale ; la chiave e la stella spiegano il motto latino : << La stella e la chiave dell' Oceano Indiano >> che illustra la posizione geografica dell'isola. Ambedue i supporti sostengono una canna da zucchero.

Se mi è consentito, oltre a quanto indicato da questo link http://thepolloweb.blogspot.com/2008/09/il-dodo.html , vorrei aggiungere qualche nota in più riguardo a questo curioso uccello :

Il dodo viveva benissimo anche in cattività, ed esemplari vivi spediti per nave hanno prosperato per anni in un giardino zoologico olandese e nel serraglio dell' Imperatore Rodolfo II d' Asburgo.
Un animale così strano non poteva sfuggire all'attenzione di artisti e pittori quali Roeland SAVERY, allievo di Brueghel e Jacob HOEFNAGEL, o di naturalisti quali Carolus CLUSIUS e Pieter PAUW.
Il piumaggio bruno-gialliccio, quasi nero sulla testa, il ciuffetto biancastro sopra la coda sono documentati in quadri sparsi nelle collezioni private o di Stato. Solo nel 1955 lo scienziato IVANOV ha scoperto a Leningrado un'antica miniatura indiana dove il dodo è ritratto nei colori naturali.

Infine, per quanto concerne il rapporto di simbiosi tra il dodo e la Calvaria major , assistiamo ora ad una sorta di nemesi da parte di codesto uccello attero .
Lo scienziato anglosassone Stanley TEMPLE, tempo addietro, ha fatto trangugiare semi di Calvaria a tacchini, il cui gozzo ha potere macinante scialbamente analogo a quello dello scomparso dodo.
I semi sono stati espulsi anche a distanza di una settimana, e tre sono già germogliati, per la prima volta dopo tre secoli. Afflitta da un'erosione paurosa, Mauritius avrà presto nuove foreste di Calvaria.

La vicenda postuma del dodo, che vede miracolosamente continuare l'avventura terrestre della Calvaria grazie al provvidenziale intervento del tacchino, non è una rarità su questa terra : le rose, arrivate qualche decennio fa in Groenlandia, si sono evidentemente assicurate i buoni uffici di un insetto impollinatore tuttora sconosciuto, in assenza di insetti tipici delle nostre latitudini.

Allego una foto da me scattata a Rose-Hill (Mauritius) che rappresenta un'opera del pittore, poeta e scrittore mauriziano Malcolm de CHAZAL (1902-1981).

Immagine


Scusate la digressione storica ed ornitologica.
ADBdT
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