Caro fra' Eusanio,
modernità: credo sia indispensabile anche e soprattutto nell'araldica confrontarsi con la propria epoca. Lungi dal difendere gli orrori che sono stati spesso fatti in Italia da committenti incompetenti che hanno commissionato il lavoro a grafici senza la minima idea delle partizioni o delle regole di costruzione di uno stemma, trovo però che ci siano ottimi esempi di un percorso progettuale non banale, e graficamente piacevole se non addirittura raffinato in taluni casi, soprattutto in Nord Europa. Già dissi di apprezzare l'approccio scandinavo al design contemporaneo di simboli araldici (soprattutto civica). E aggiungo anche la Svizzera consigliandoVi di dare un'occhiata a questo sito:
http://www.atlasgeo.net/communes/index-i.htm
Noterete quanto siano gradevoli antichi simboli araldici (gli animali per esempio) reinterpretati con criterio alla maniera di un
oggi che spero qui sia almeno un
domani!
Sono una volta di più amareggiato se penso al panorama italiano attuale, che rispecchia un atteggiamento ormai acquisito davvero
squalificante per chi svolge la professione con il giusto senso etico. Sono invece piacevolmente colpito dalla realizzazione di questo stemma sudafricano: tradizione e contemporaneità convivono assai di buon grado, senza cadere nel becero astrattismo di molte realizzazioni che si credono tanto
avanti. Ravviso come in Sud Africa esista dunque una
cultura grafica, che purtroppo non intravedo qui in Italia, se non in casi sporadici. Sono convinto che l'araldica dovrebbe essere uno dei fiori all'occhiello del nostro
design, invece ci ritroviamo a discutere sempre più di piacevoli (o almeno apprezzabili) realizzazioni di provenienza estera. Credo che modernità sia equilibrio nel rispetto della tradizione: mi sembra che il nuovo stemma sudafricano rispetti questo canone, senza cadere nella banalità, e con una buona dose di originalità legata alla sua tradizionale terra d'origine. Tempo fa' leggevo su di un
forum di grafica l'intervento di un designer a proposito dell'araldica dove affermava che
"è quasi doloroso vedere come una professione di tale difficoltà sia svilita dal dilettantismo e dalla mancanza di riflessione progettuale": potrei rispondere che per fortuna ci sono casi che confermano il contrario. A quando qui da noi?
La grafica è una questione pubblica e in quanto tale un patrimonio.
Perdonatemi se sono stato un po' prolisso.