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Fabio7131 ha scritto:Nello svolgimento storico dell’Arciconfraternita, famosa e particolarmente interessante appare una sua antica caratteristica. Si tratta del titolo di Barone o più precisamente (come citato sui testi in bibliografia) di Baroni della Real Cattedra Lateranense in Catanzaro, che i membri del Sodalizio possono usare. Inoltre, la baronia dell’Arciconfraternita non appartiene ad un solo membro rappresentativo della Comunità Religiosa, ma all’intero consesso e quindi ad ogni singolo Confratello. Il quale ha diritto di essere chiamato Barone e ti portare la corona nobiliare baronale, che non è quella personale ma quella a ricordo dell’effettiva, se pur limitata, giurisdizione anticamente goduta. Per tanto, gli appartenenti alla Reale Arciconfraternita, fregiandosi del titolo di Cavaliere di malta ad Honorem, e di Nobile dei Baroni esercitano una prerogativa che spetta loro e che ha un fondamento storico inoppugnabile.
Andrea Conti ha scritto:Fabio7131 ha scritto:Nello svolgimento storico dell’Arciconfraternita, famosa e particolarmente interessante appare una sua antica caratteristica. Si tratta del titolo di Barone o più precisamente (come citato sui testi in bibliografia) di Baroni della Real Cattedra Lateranense in Catanzaro, che i membri del Sodalizio possono usare. Inoltre, la baronia dell’Arciconfraternita non appartiene ad un solo membro rappresentativo della Comunità Religiosa, ma all’intero consesso e quindi ad ogni singolo Confratello. Il quale ha diritto di essere chiamato Barone e ti portare la corona nobiliare baronale, che non è quella personale ma quella a ricordo dell’effettiva, se pur limitata, giurisdizione anticamente goduta. Per tanto, gli appartenenti alla Reale Arciconfraternita, fregiandosi del titolo di Cavaliere di malta ad Honorem, e di Nobile dei Baroni esercitano una prerogativa che spetta loro e che ha un fondamento storico inoppugnabile.
Tutto bene , ma ...
1) I fedeli sono nobilitati con l'ingresso nella Confraternita ?
ASSURDO, come può un ente nobilitare?
2) I Confratelli possono usare il titolo di "Barone" (parrebbe di sì, perchè si è detto che "ogni singolo Confratello ... ha diritto di essere chiamato Barone") ?
Manco per sogno, il possibile titolo di barone si riferiva ad una baronia non nobile (possesso di terra), la feudalità è abolita da secoli e poi gli appartenenti ad un sodalizio non posso usare il titolo del sodalizio.
3) O piuttosto possono usare il titolo di "Nobile dei Baroni" ("fregiandosi del titolo di ... Nobile dei Baroni") ?
Manco per sogno!!!
Pier Felice degli Uberti
Humillime veniam peto! Non riesco a decifrare il messaggio del brano sopra riportato . Grazie.
Andrea Conti
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FULGOR NON TERRET
GUARDIA D'ONORE ha scritto:Gentilissimo Antesterione, mi slauti intanto la mia città nativa Ostuni, poi io desidererei capire proprio questo insomma gli appartenenti alla confraternita possono fregiarsi del titolo di Cavalieri di Malta ad Honorem?? Che documentazione cè che attesti questo diritto??
Grazie
Citazione dal sito della Reale Arciconfraternita ha scritto:Nel 1735, ad appena un anno dall’ascesa al trono del Regno di Napoli, Re Carlo III di Spagna si recò a Catanzaro e fu ospite nel palazzo della nobile famiglia dei Marchesi De Riso. Essendo giunta sino a lui la fama dell’insigne Chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista, onorata di tanti privilegi da parte di Pontefici e di Re, volle visitarla. In tale occasione conferì alla Confraternita dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista il nobilissimo titolo di “Reale Arciconfraternita dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista dei Cavalieri di Malta” e a tutti i Confratelli presenti e futuri il titolo di “Cavalieri di Malta ad honorem”. Allo stemma della Confraternita, per volontà Regia, venne aggiunta “l’insegna della Croce Gerosolimitana” che fu perciò aggiunta all’emblema Pontificio, come tutt’oggi si vede al sommo della prospettiva del sacro e suntuoso monumento, sullo Stendardo della Congrega, sul petto a sinistra nell’abito e sulla mozzetta rossa dei Confratelli, nonché riconfermò gli antichi diritti di Baronia sino allora goduti in occasione della Fiera di San Giovanni Decollato.
Questo memorabile decreto trasformò la Confraternita da Istituzione puramente religiosa in religioso – cavalleresca - nobiliare e dato il carattere di Sodalizio Nobile che aveva sempre avuto, maggiormente rafforzato apparve agli occhi di tutti il prestigio di cui era stata sempre aureolata.
Essendosi nel corso dei secoli perduti molti dei primitivi documenti, il Priore e la Cattedra della Reale Arciconfraternita di Cavalieri di Malta ad honorem, in data 29 Febbraio 1776 implorarono da S. M. Ferdinando IV Re delle Due Sicilie una espressa sanatoria che fu concessa in pari data.
In seguito, il Re, dietro parere favorevole della Camera di santa Chiara, confermava e autenticava con tutta la scienza delle ragioni gli onori goduti dalla Reale Arciconfraternita senza la minima interruzione in merito ai Diritti di Primazia, Giurisdizione Baronale, Insegne della Croce di Malta, Emblemi, Privilegi e Antiche Regole di Governo.
“Volentes, et decernentes espresse exdem scientia, certa nostra, quod presene nostra approbatio, et convalidatio, atque concessio, jam super fundatione, quam super presentibus capitulis sit, et esse debent prediotis confratibus jam dicte Congregationis presentibus, et futuris, usque ad nostram, successorumque nostrum regium beneplacitum, servata forma illustris retroscripti de die 29 mensis Febbruari 1776; sempre stabiles, realis, valida, fructuosa, et firma, nullunque in judiciis, aut extra sentiat, quovis modo diminutionis incomodum, aut non alterius detrimentum pertinescat, sed in suo sempre robore, et fermitate persistae, in quorum fidem hoc praesens privilegium fieri fecimus magno nostro negotiorum sigillo pendenti munitum etc.; Dominus Rex Mandavit mihi D, Stephano Patrizio pro a secretis – Die 21 mensis Martii 1777. Concedatur Sanatoria usque ad regis beneplacitum. Patritius – Registrato il Regio exequatut nell’Ufficio di q.a Regia Udienza di Catanzaro a 10 aprile 1777. Crispus, Pisciotta, Torrentes – Vidit ficus. Menieri Pro Segretario”. Questo documento, onde evitarne la dispersione, fu depositato con atto pubblico del 25 Agosto 1781 fra le minute del Notaio Domenico Larussa.
Nel 1788, a seguito della soppressione degli Enti Morali, tutte le rendite della Chiesa furono incamerate dalla Cassa Sacra a pro dei danneggiati dei terremoti di Calabria. Ciò arrecò un grave danno patrimoniale all’Istituzione. La Reale Arciconfraternita seguitò legalmente a far uso di tutti i suoi diritti ed onori sino all’occupazione militare francese del 1809. A seguito di detta occupazione la Confraternita rimase vittima delle idee rivoluzionarie del tempo così come del resto tutte le altre Istituzioni religiose. Con la restaurazione Borbonica ed il conseguente ritorno del Re ebbe riconfermati tutti i suoi privilegi. In particolare Ferdinando I dedicò il suo primo decreto alla riconferma di tutti i privilegi.
Papa Leone XII con Breve del 22 Agosto 1824, in occasione del suo genetliaco, confermò tutti i privilegi della Reale Arciconfraternita e dichiarò di aver trovato un Breve di Pio VII, in bozza e quindi non spedito, che riguardava la riconferma degli stessi privilegi.
S. M. Ferdinando II delle Due Sicilie, con Decreto Reale del 2 Aprile 1857, sanzionò il diritto di precedenza della Reale Arciconfraternita sulle altre Congreghe di Catanzaro e impose ai Confratelli, pena la revoca dei privilegi concessi, di intervenire, portando le insegne dei Cavalieri di Malta ad honorem, nelle pubbliche funzioni del Corpus Domini e del Patrono della città di Catanzaro San Vitaliano.
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