da Franz Joseph von Trotta » lunedì 2 febbraio 2004, 9:12
Caro Ardashir,
il Leonhard in quest'opera parte ad affrontare l'araldica da germanico, anzi da grande germanico, tuttavia le innumerevoli combiniazioni che ci offre dell'insieme scudo-elmo-cimero-lambrecchini sono in fondo soluzioni neutre, nel senso che ogni artefice può adattare al suo gusto i tanti posizionamenti di questi elementi araldici seguendo gli esempi di questo l'illustre maestro.
Credo però che alcune parti della sua opera siano permeate da uno stile araldico che potrebbe essere considerato come "internazionale", nel senso che ispirandosi allo stile originario dell'araldica, il gotico, si basa sullo stile che all'inizio rendeva pressoché inesistenti le differenze araldiche nell'europa medioevale, caratteristica che a mio avviso può essere un'importante ispirazione per l'araldica contemporanea e prossima ventura.
Ma qui mi sa che inizieremmo un altro lungo discorso!
Un saluto, cordialmente Suo
F.J. von Trotta
P.S. si lasci tentare dal Leonhardt vedrà davvero splendida Araldica.
«Ich bin das Wilde, Dumpfe, das man schlug,
Das man erschlagen, weil es fremd und stumm…»
G. Kolmar