RFVS ha scritto:Provo a rispondere a Morello:
Gli studi sulla nobiltà civica, nelle città e nelle terre, escludono sempre e comunque (come poi faranno in seguito i vari ordinamenti nobiliari e gli studiosi più moderni) che la nobiltà possa generarsi in luoghi infeudati, suppongo quindi che, come ben dice, si possa ragionare sull'instaurarsi della nobiltà in Ortona solo a partire dal 1765.
La risposta alla sua ultima domanda dipende da come era "classificata" Ortona. Se era una civitas allora è probabile una risposta affermativa, ma se fosse stata una terra allora credo di no.
2) Godimento, da parte della comunità, di poteri e funzioni pubbliche nel senso di vere e proprie regalie: diritti giurisdizionali (cognizione di controversie anche solo in primo grado), potestà legislativa, notevole autonomia politica, amministrativa e finanziaria in materia di rapporti con altre comunità o di elezione delle proprie magistrature, partecipazione ai parlamenti provinciali, riscossione di dazi e appalti, esenzione da tasse, ecc. Ciò esclude di fatto tutte le località infeudate.
Molto interessante.
Per quanto riguarda la Bassa Lombarda, invece, ho notato cose abbastanza diverse: anche un luogo non infeudato poteva essere chiamato
terra. Inoltre, in alcuni luoghi infeudati l'istituzione comunale preesistente all'infeudazione continua come struttura parallela a quella feudale e, di fatto, seguita a mantenere le proprie magistrature. I deputati e i consoli, inoltre, non erano tassati come fuochi a differenza degli abitanti non appartenenti al ceto decurionale locale (ed è per questo che solamente pochissime famiglie sul totale coprivano le magistrature). Se è vero che il feudo, in un caso di mio studio, veniva venduto con tutti i privilegi connessi, allora dovevano essere ben pochi se non nulli, se la Giunta del censimento si sente rispondere che quella comunità risulta infeudata a Tizio e che la medesima comunità non gli corrisponde nessun emolumento. In alcuni casi il Comune stesso agisce aggressivamente contro l'istituzione feudale, confiscando terre ed esigendo le imposte sul censo (del resto, la mia zona ha sempre visto i nobili tassati esattamente come i non nobili. Addirittura, i cosiddetti
nobiles et alii habentes onera ruralia vengono sempre censiti insieme e compongono un organo collegiale nei luoghi infeudati). In quelli non infeudati, invece, la situazione è sicuramente più chiara: in un comune di mio studio esistevano 24 deputati (23+console) che erano perpetui. Alla morte di uno, veniva preso un altro deputato da 24 famiglie e non da altre che avesse i requisiti di età.
Come dovrebbero essere considerati questi luoghi, tenendo conto anche del fatto che le pochissime famiglie lì immigrate dal detto Comune non infeudato con i 24 deputati perpetui e facenti parte del gruppo di famiglie che poteva accedere alle magistrature, una volta immigrate hanno coperto le magistrature anche nella terra infeudata e si sono legati matrimonialmente con i membri di più antica famiglia dei deputati del comune giacente nella terra infeudata?