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Testo da: Antonio Furlanetto, Guida di Treviso e la Marca trevigiana. Monografia e guida illustrata. Storia - Geografia - Arte e artisti - Itinerari Turistici - Pianta della Città - Carta della provincia - 28 schizzi dell'autore, Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1963, p. 28.Si legge nella Storia di Trevigi di Giovanni Bonifacio, rodigino, del 1591: E volendo i Trevisani dar segno della loro cristiana religione (nei primordi del Cristianesimo) lasciando la loro arma, la torre, levarono la Croce bianca in campo rosso, con due stelle nella parte superiore, per esprimere che essi, con la purità delle loro candide coscienze, e lo spargimento del loro vermiglio sangue, erano pronti a portare la Croce con isperanza di esser collocati nel Cielo: ove nel cospetto della Divina Gloria, abbiano a risplendere come chiarissime stelle.
La quantità degli esempi di stemmi di comuni italiani recanti la croce rende evidente la citata affermazione del Louda circa la difficoltà che si incontra nel distinguere le varie città del nostro Paese attraverso le loro insegne araldiche. Proprio tale difficoltà di riconoscimento si trova, forse, alla base del fatto che talune croci cittadine risultano accompagnate da altre figure. Per tutti i possibili esempi valga quello che offre lo stemma comunale di Treviso: “di rosso, alla croce d’argento, accompagnata nei due cantoni superiori da due stelle dello stesso”; l’aggiunta delle due stelle rimonta ad un’epoca sicuramente non posteriore all’anno 1315, come dimostra un documento notarile di detto anno, riguardante la dipintura di una porta della città: nell’istrumento si legge testualmente che sulla porta si dovevano effigiare ab utroque latere clipeos armature comunis Tarvisii cum crucibus et stellis argenteis(70).
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