antonio33 ha scritto:Nessuno ha scritto:Si può fare nella seguente maniera:
1) essere in possesso di documentazione genealogica intorno alla discendenza di tizio A e tizio B dal comune capostipite;
2) confrontare l'aplogruppo del cromosoma Y di almeno tre individui posti nell'albero genealogico: A, B e un terzo la cui discendenza si dirami dal capostipite molto presto nel tempo e che non sia posto nelle linee dirette di A e di B.
Grazie.
Non so se ho ben capito. Il terzo dovrebbe servire per escludere "coincidenze"?
Chiamiamo il terzo C.
A = C
B = C
per cui A = B
E tutti hanno lo stesso avo in comune.
Più o meno così?
Già è difficoltoso che A riesca a trovare B... Forse è probabile anche che, nel corso dei secoli, ci sia stato qualche peccatuccio. E poi come trovare il terzo?
Sì, dato un capostipite A e data l'impossibilità di estrarre il DNA da esso, occorre trovare almeno tre individui, B, C e D discendenti da A. Il terzo serve proprio per accertarsi di essere incorsi, o meno, in un evento di falsa paternità, ecco perché deve essere preso da una linea divergente molto presto nel tempo.
Infatti, sono d'accordo: è molto difficile trovare tre elementi in posizioni diverse nell'albero genealogico di un individuo morto nel 1150, per esempio. Tuttavia, per come in Italia viene considerata la genealogia genetica, rimane la via più indicata per i non addetti ai lavori che non fanno ricerche per università e per pubblicare. Ovviamente, il lavoro si fa cento volte più lungo: individuazione di un elemento contemporaneo B, ricerca documentaria fino al capostipite A, ricostruzione di linee collaterali, individuazione di altri due elementi (uno di una linea collaterale, per esempio D, e l'altro, magari, sulla stessa linea di B, cioè C), test del DNA di tutti e tre, preghiere a non finire per non incorrere in un evento di falsa paternità.