da Elmar Lang » giovedì 7 dicembre 2017, 19:11
Curiosamente, sul suolo della Repubblica Federale Tedesca, i cittadini finlandesi decorati dell'Ordine della Croce della Libertà (La svastica, in Finlandia si chiama Croce della Libertà), non potevano e non possono indossare le decorazioni dell'ordine.
Da bambino, ricordo nel porto di Civitavecchia, le navi mercantili finlandesi, la cui prua era adorna d'una serrata corona di foglie di quercia, racchiudente la svastica su campo azzurro: nessuno -mi pare- ne rimase traumatizzato, ma forse noi italiani siamo un popolo tetragono ai colpi di ventura.
In questa discussione, abbiamo discusso molto animatamente, prendendo l'una o l'altra parte con passione ed argomenti, tutti, a modo loro con forti punti di validità.
Io credo che uno stato che non abbia paura, non debba temere per la pubblica visione di simboli riferibili a regimi liberticidi che abbiano insanguinato il suo o l'altrui territorio, minandone le libertà.
Per questo, trovo profondamente ipocrita la legge tedesca che proibisce la pubblica visione della simbologia (e molto altro!) relativa al periodo del regime nazista, 1933-1945.
Parimenti, nei primi anni 2000, un gruppo di vittime del regime comunista della DDR (comprese vedove ed orfani di persone assassinate e/o svanite nel nulla dopo il loro arresto per ragioni politiche), propose che anche la simbologia relativa alla cessata Repubblica Democratica Tedesca, venisse bandita dalla pubblica visione/esposizione. Il governo della Repubblica Federale Tedesca, respinse la proposta, senza fornire alcuna motivazione.
Circa il caso fiorentino, ribadisco che a mio parere è intollerabile che possa essere preso in considerazione il reato di pensiero o comunque aver montato un simile scandalo -con annessa figuraccia per ignoranza della storia- da parte della signora Ministro della Difesa.
Il giovane Carabiniere, ha presentato le sue ragioni e -salvo che venga provato diversamente in modo incontrovertibile- egli è assolutamente innocente, non avendo commesso alcunché di disciplinarmente rilevante. Trovo anzi pericoloso l'atteggiamento del Procuratore Generale Militare che esprime giudizi relativi -ripeto- a "gravi problemi culturali"; giudizi che nella sua veste e relativamente ad un'indagine, non dovrebbe neppure permettersi di esprimere pubblicamente, ad organi di stampa.
La fotografia scattata in distanza, della parete dell'alloggio privato in caserma, e successivo battage mediatico, mi spiace dirlo, ma suona come un qualcosa di molto ben orchestrato, secondo quello stile di "creazione del nemico di classe" che la sinistra italiana ed internazionale, nonostante la "caduta del muro" ed il cambio delle sigle di partito, ancora ha nel proprio DNA dialettico.
A mio parere, in Italia non esiste un "pericolo neonazifascista", se per tale intendiamo le patetiche manifestazioni di taluni gruppi o le escandescenze di idioti da stadio, che più che altro adottano gestualità e slogans ripresi dal "ventennio", un po' come anni fa, la squadra di calcio del Verona, aveva quale tifoseria "militante" le "Brigate Gialloblu", i cui slogans e la gestualità erano non dissimili da quelli di Lotta Continua, Potere Operaio o gruppi maoisti.
Sbaglierò, ma io vedo pericoli assai più presenti nelle azioni e manifestazioni dei c.d. "Centri Sociali" e di altri movimenti, quali quelli che -per citare il caso che vide pure coinvolto un Carabiniere- misero a ferro e fuoco Genova. Risultato? Il Carabiniere Placanica, che per il suo comportamento avrebbe meritato una decorazione al valore, ha la vita rovinata, civilmente e fisicamente; colui che stava per uccidere lui ed il suo collega fuori combattimento, vide una sala di Montecitorio a lui intestata e la madre dell'aggressore dei Carabinieri, nominata senatrice. Circa la sala, lo stesso Presidente della Repubblica ebbe a dire "Questa scelta, rientra nella autonomia di ciascuna componente della rappresentanza parlamentare e della relativa Camera di appartenenza, nel merito della quale il presidente della Repubblica non ha titolo ad intervenire'" (la scelta del nome per la sala, sul quale l'allora presidente non ebbe nulla da dire, fu... ma guarda un po'... del partito di Rifondazione Comunista).
Forse, avvicinandosi il dimenticabile cinquantenario del '68 (e del suo pure luttuoso seguito), occorre rinfocolare il mito del "nemico fascista", che è buono per tutte le stagioni e, senza voler alimentare inutili "complottismi", è sempre ottimo per distogliere da più serie emergenze, ovvero clear and present dangers.
Non fidatevi mai delle statistiche, se non siete stati voi a falsificarle. (P. Kalpholz)