Moderatore: Guido5
Elmar Lang ha scritto:... Dimenticando che la prima bandiera di guerra dello E. N. R. (Esercito Nazionale Repubblicano), fu il Tricolore semplice, senza alcunché nel mezzo.
In altre parole, la Repubblica Italiana Nata Dalla Resistenza, ha come vessillo, la bandiera militare della RSI.
Ed ora, come la mettiamo?
Elmar Lang ha scritto:Nel mese di febbraio 1944, a Torino, si tenne il battesimo della prima bandiera di guerra dello E. N. R.: mia nonna paterna, ne fu la madrina e del fatto conservo il completo documentario fotografico, oltre al drappo stesso, che ad aprile '45, mentre la situazione stava precipitando, fu portato a casa sua.
Quando la nonna, il 1 maggio, fu arrestata ed i partigiani ne depredarono l' abitazione, la bandiera, essendo priva di alcuna simbologia fascista e non avendo alcunché di prezioso oltre a non esser stata riconosciuta per quel che era da persone più interessate a trovare argenteria, danaro e preziosi, fu lasciata nell'appartamento e lì rimase, nonostante la casa fosse stata requisita e data quale abitazione ad un amico del capo partigiano.
Per il suo ruolo di "madrina" la nonna fu condannata a morte da una "corte" partigiana, pena commutata in carcere a vita, per venire poi scarcerata, mi pare ai primi del '46. Alla fine di quell'anno, i nonni e mio padre che nella tarda estate era rientrato dalla prigionia in India, poterono riprendere pieno possesso dell' appartamento.
Come si potrà evincere, ho ampia facoltà di prova, per far notare che l' Italia odierna, quale bandiera nazionale adottò quello che fu il simbolo più importante delle FF. AA. della Repubblica Sociale Italiana.
Quando verrà approvata la c.d. "legge Fiano", come faremo?
Scusate il fuori-argomento.
Elmar Lang ha scritto:Tornando al caso del Carabiniere Fiorentino, non mi pare che egli girasse col bracciale da SS alla manica e cantasse in servizio lo Horst Wessel Lied. Questi, in casa sua, aveva al muro la bandiera della Marina Imperiale Tedesca, che gli organi di stampa pubblici (tgRAI) hanno ignorantemente (o volutamente) definito "bandiera nazista", con corollario di indignazione istituzionale.
Quel poveraccio, le cui idee personali sono un suo diritto inviolabile, purché non divengano parte della sua personalità "ufficiale" nell'ambito di servizio, ora ha la vita rovinata (più o meno come ha avuto rovinata la vita ed il servizio, un bravo Carabiniere, che a Genova abbatté un dimostrante con propositi omicidi).
"Probabilmente non è stato commesso nessun reato militare, ma c'è un problema disciplinare e un grande problema culturale": lo ha detto al Giornale Radio Rai il procuratore militare Marco De Paolis, che ha già avviato un' indagine sulla vicenda della bandiera neonazista esposta in una stanza di una caserma di Firenze. "Al momento, sulla base delle informazioni che abbiamo ricevuto, non c'è nulla che faccia pensare alla violazione di una norma penale militare. Però ho dato disposizioni affinché si verifichi se invece vi siano gli estremi per configurare un qualche reato", ha detto De Paolis a RaiRadiouno. "La norma secondo la quale è reato esporre un vessillo che evochi il nazismo vale per i civili e non specificamente per i militari", spiega ancora De Paolis, per il quale dunque il militare di Firenze potrebbe essere indagato dalla procura ordinaria ma non da quella militare. "Penso che sia più un grande problema di natura disciplinare e culturale", dice il procuratore che aggiunge: "la questione è capire cosa significa un simbolo del genere, soprattutto per un militare, credo che ci sia da interrogarsi sulla formazione culturale dei giovani prima e dei militari poi".
Cav.OSSML ha scritto:La formazione culturale deve porsi su un piano di pluralismo e di libertà di idee, altrimenti ci si trova in un regime.
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