fabrizio guinzio ha scritto:Cliccando Savoia Villafranca Soissons su Wikipedia ho trovato l'attuale Capo del ramo Edoardo Emanuele Filiberto e l'elenco dei suoi eredi, ma sono ancora in attesa di notizie riguardo alla loro posizione dinastica!
Gentile Fabrizio, come trapela da alcuni interventi passati, la posizione dinastica di questo ramo è la seguente:
è e resta un ramo morganatico, che è escluso da ogni diritto di successione dinastica. Difficilmente rami morganatici sono stati riammessi allo stato dinastico perché questo tipo di censura (del comportamento matrimoniale) è fatto proprio per escludere in perpetuo quella discendenza: solo le particolari abilità e notorietà (possibilmente accompagnati da matrimoni ragguardevoli) di uno o più membri di quella linea morganatica potrebbero portare il Capo della Casa alla riabilitazione del ramo (proprio i Savoia-Villafranca furono oggetto di riabilitazione dinastica da parte di Carlo Alberto, ma poi un successivo matrimonio morganatico li escluse definitivamente dai diritti dinastici). Mi pare che troppe generazioni siano passate ormai per una riabilitazione, né si vedono i meriti che la giustificherebbero
.
In caso di estinzione maschile (questa mi sembrava la sua preoccupazione iniziale), l'ultimo Capo di Casa Savoia potrà emanare disposizioni in ossequio alla legge salica (di solito ammettendo i figli delle femmine a lui più prossime per grado di parentela: figlie, sorelle): Questo per quanto riguarda il diritto dinastico, posto che gli attuali esponenti delle famiglie reali o ex reali siano ancora interessati al mantenimento delle loro tradizioni dinastiche (cosa che, ahimé, è sempre più raro). Se, invece, vogliamo porci al di fuori del solco della tradizione, tutte le opzioni sono aperte (e teoricamente ognuno si può candidare al trono
).
Sulle speculazioni su cosa sia giusto, su cosa ci sarebbe piaciuto e su come avremmo fatto noi l'Unità d'Italia non mi esprimo, perché, a mio modo di vedere, senza svilire i sentimenti di altri, lo reputo sterile. Sicuramente mi sento in dovere di dire che il processo unitario fu un avvenimento storico (non un'anomalia, ma un insieme di eventi studiati e fortuiti, voluti, desiderati, subiti e sofferti che evitarono la riduzione a colonie insignificanti (inglesi, francesi e austriache) degli ormai troppo piccoli stati pre-unitari), così come fu un evento storico l'abdicazione di Vittorio Emanuele III e l'esilio di Umberto II. Purtroppo l'esito della guerra ha contribuito ad avvilire e frustrare lo spirito patriottico italiano.
I fatti storici sono i prodotti dell'interazione tra gli uomini e nulla vieta mutamenti territoriali, istituzionali, di governo, così come nel diritto di famiglia, del lavoro, del commercio, ecc. Sta a noi lavorare perché quello in cui crediamo si realizzi (sembri oggi impossibile, arcaico o futuristico).
Cordialmente