GIUSEPPE CEVA GRIMALDI

Discussioni ed informazioni sui tutti i testi che si possono reperire di araldica, genealogia, storia di famiglia, ordini cavallereschi e sistemi premiali / Discussions and information regarding all available texts on heraldry, genealogy, family history, orders of chivalry and systems of merit

Moderatori: Antonio Pompili, Alessio Bruno Bedini

GIUSEPPE CEVA GRIMALDI

Messaggioda SINFOROSA » sabato 17 dicembre 2016, 22:22

LUCIANA CEVA GRIMALDI:
"GIUSEPPE CEVA GRIMALDI MARCHESE DI PIETRACATELLA DUCA DELLE PESCHE: UNA VITA NOBILE"
SCORPIONE EDITRICE

Questo è il risultato del mio ultimo lavoro e che il Presidente Pier Felice degli Uberti ho voluto onorare con la sua recensione,
pubblicata sul numero di novembre-dicembre 2016 della rivista "Nobiltà", che viene qui allegata:


LUCIANA CEVA GRIMALDI PISANELLI DI PIETRACATELLA NEI FARES, Giuseppe Ceva Grimaldi Marchese di Pietracatella Duca delle Pesche.
Una vita nobile, Scorpione Editrice, Taranto, 2016, pp. 339. E-mail: scorpioneditore@libero.it

https://www.ibs.it/giuseppe-ceva-grimaldi-marchese-di-libro-luciana-ceva-grimaldi/e/9788880993933#
Si tratta di una pubblicazione realizzata con un profondo studio documentale svolto da una amante e studiosa della propria storia di famiglia già autrice di altre preziose pubblicazioni. Nella Premessa troviamo il progetto e lo scopo di questa pubblicazione «… e la saga dei Ceva Grimaldi continua. Dopo la presentazione generale della famiglia con la ricostruzione dell’albero genealogico, timido approccio in avanscoperta, l’analisi dei rapporti con l’Ordine di Malta e la biografia di una Ceva Grimaldi acquisita, Siforosa Mastrogiudice marchesa di Montorio, questo lavoro giunge quarto. Modesta opera che non si nutre di alcuna ambizione né tanto meno di desiderio di autoaffermazione, sentimenti certo assai poco consoni alla veneranda età della scrivente. Ma nasce dal piacere di conoscere e capire le proprie origini, tutto l’humus che sta dietro il nostro essere in qualche modo lo permea.
Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia dal passato illustre, ma di antica data, per cui non è stato agevole ricostruire la storia e tracciarne l’evolversi nel tempo. E mi sono sforzata di essere il più possibile rigorosa nell’esame dei documenti,
rintracciati a fatica setacciando archivi e biblioteche, nella convinzione che solo da una loro attenta analisi, sia possibile arrivare ad una rielaborazione veritiera. Certo il personaggio, uomo di potere ma anche di grande cultura, è affascinante. A mio sommesso avviso, soprattutto per quella coerenza a cui, a torto o a ragione, mantiene fede sino alla fine. Coerenza che lo spinge a credere nel suo mondo e nei suoi ideali, oggi diremmo “ad oltranza».
Il personaggio che tratta è famoso perché Giuseppe Maria Francesco Raffaele Ceva Grimaldi, Marchese di Pietracatella e di Montorio, Duca delle Pesche, Signore di Macchia, Bonefro e Montelongo, figlio di Francesco Maria e Maria Spinelli dei
Principi di Cariati, nacque a Napoli l’8 settembre 1777. Appartenente a una famiglia dell’aristocrazia napoletana, fece studi umanistici al “Convitto dei nobili” di Napoli.
Caduta la Repubblica Napoletana, fu chiamato a far parte della Commissione per il riordino della pubblica istruzione del Regno. Nel 1815, dopo la Restaurazione, venne nominato intendente dell’Abruzzo Ultra dal primo ministro Luigi de’ Medici; nel
marzo 1817 divenne intendente della Basilicata e nell’ottobre dello stesso anno intendente di Terra d’Otranto, in sostituzione di Domenico Acclavio. Quel periodo, per la Terra d’Otranto, era alquanto turbolento in quanto l’autorità dello Stato era minata da lotte fra società segrete (Carboneria e Calderari) e dal brigantaggio. La gravità del problema richiese l’intervento dell’esercito comandato da Richard Church. Fu senza dubbio una tra le personalità di spicco delle politica del regno borbonico, sino a raggiungere l’incarico di Primo Ministro del governo di Ferdinando II che, sotto l’incalzare della rivoluzione, il 27 gennaio 1848 fu costretto a concedere la Costituzione; nella notte fra il 27 e 28 gennaio, il Marchese di Pietracatella e il governo da lui diretto rassegnarono le dimissioni nelle mani del Re, che le accettò. Lasciatesi alle spalle la bufera politica attraverso la quale era riuscito a passare senza troppi compromessi, si ritirò a vita privata dedicandosi ai suoi studi. Pietracatella abbandonò definitivamente l’attività pubblica, tranne l’attività culturale quale presidente dell’Accademia napoletana delle scienze. In quest’ultima veste, dopo il 15 maggio 1848, non volle firmare un indirizzo al re perché abrogasse la costituzione del 1848, ritenendo non degno di un sovrano ritirare una concessione fatta liberamente. Il Pietracatella fu anche il primo sovrintendente generale degli archivi del Regno delle Due Sicilie e si dilettò di comporre versi. Morì a Napoli il 21 maggio 1862. È necessario conoscere come lo descrive il Neri: «Fu il Marchese di Pietracatella di alta e robusta persona, di sembianze dignitose ma non altere; aveva occhi vivi e lampeggianti di genio e di ingegno. Fu sempre modesto … amorevole con tutti … Protesse in ogni opera i letterati e quanti si faceano apportatori di sapienza e civiltà … Amò sempre buoni studi … ma soprattutto la Storia … Amò più che mai ed innanzi tutto il suo paese … devoto alla Dinastia e soprammodo amò le classi povere, che anteponeva sempre ne’ suoi provvedimenti di Stato. Infatti, avendolo un giorno re Ferdinando, quasi in modo di celia, chiamato Tributo della plebe, facendosi serio, rispondeva: “Sire, nei Governi rappresentativi è il Ministero che difende la Corona nel Parlamento, ma né Governi assoluti il Ministero rappresenta il Popolo innanzi al Trono”» (C. Neri, Giuseppe Ceva Grimaldi, marchese di Pietracatella,. Napoli, 1879, p. 35). Tutta questa presentazione di un personaggio fondamentale per la storia del regno delle Due Sicilie e per la cultura del tempo propone al lettore inediti ed interessanti documenti per la storia di un uomo, di un regno, di una società che ormai è solo relegata nei testi di storia. La pubblicazione inizia con la Dedica “A Paolo e Monica con tutte le tenerezza del mio cuore di madre e la fierezza di una Ceva Grimaldi”, una dedica che oggi fa pensare e pone allo studioso di queste materie seri interrogativi riferibili alla recente legge che permette l’adozione anche del cognome materno, e alla scelta per i figli di un cognome che potrebbe essere anche solo quello della mamma, sfatando l’uso che risale alla notte dei tempi del cognome paterno.
Segue Premessa; e quindi L’Uomo, Il Personaggio, L’Autore, Il “Feudatario” e la Commissione Feudale, Epistolario: a) Francesco I, b) Ferdinando II, c) i Segretari del Re, d) Melchiorre Delfico, Il Fondo Carignani, La Villa al Vomero, Stralcio dalle
opere: Parere sulla riforma della Pubblica Istruzione, Inventario e divisione ereditaria, Albero Genealogico: a) Marchesi di Pietracatella, b) Duchi di Telese, Bibliografia, Opere. L’intera pubblicazione è un serio lavoro che si basa su documenti e sull’esame critico delle fonti a disposizione; del Pietracatella si sviscerano tutti gli aspetti sia della personalità che dei rapporti con i grandi del tempo, senza dimenticare di valutare anche gli aspetti economici della famiglia, presentando per di più come è d’obbligo l’albero genealogico dei marchesi di Pietracatella e dei duchi di Telese per orientare il lettore sotto l’aspetto sociologico, umano e storico riferito alle famiglie ed ai personaggi che entrano ed escono da una famiglia così tanto antica che gli autori ne fanno affondare le radici nella lontana epoca aleramica. Correda il testo una nutrita bibliografia che presenta tutte le pubblicazioni che ieri ed oggi hanno trattato l’argomento. Infine in tutto questo lavoro si vede l’orgoglio e l’amore per la tutela storica della propria famiglia da parte di una persona che vive la realtà concreta del nostro tempo, ma ha il desidero di lasciare ai figli e ai posteri il suo contributo di seria cultrice e studiosa delle scienze documentarie della storia, una disciplina non sempre trattata come merita da parte di persone improvvisate che inquinano le fonti e raccontano leggende senza base scientifica.
LUCIANA CEVA GRIMALDI

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Re: GIUSEPPE CEVA GRIMALDI

Messaggioda pierfe » lunedì 19 dicembre 2016, 21:10

Mi spiace non essere intervenuto prima perché essendo fuori sede non potevo commentare.
Sono rimasto realmente affascinato dal libro e non solo per l'aspetto storico raccontato in modo semplice, chiaro e documentato (per raggiungere tutti gli interessati alla storia delle famiglie e ai personaggi storici), ma per la dovizia di particolari dovuti ad una persona che conosce e rispetta la storia della sua Famiglia.
Noi di Famiglie Storiche d'Italia vogliamo davvero che oggi i discendenti di quei ceti dominanti del passato offrissero un "orgoglioso" omaggio alla memoria dei loro Antenati proprio nel modo effettuato da Luciana Ceva Grimaldi, ovvero senza esposizioni megalomaniche che lasciano il tempo che trovano e non dicono più nulla ai nostri tempi, ma con una dovizia di particolari storici, presi dai documenti e non dalle leggende, che ci permettono di conoscere non solo il protagonista del libro ma anche il suo mondo ovvero il suo ambiente.
Devo dire: brava! Mi ha pienamente soddisfatto la lettura di questa opera che consiglio a tutti.
Chi mi conosce di persona sa bene che vivo la nostra epoca in tutti i sensi e per me in una famiglia storica vale il cromosoma Y per la trasmissione storica del patrimonio morale della famiglia secondo il metodo tradizionale delle leggi del passato, ma non solo, infatti aggiungo visto che i tempi sono mutati (ed esistono esempi di culture matriarcali che hanno dato grandi esempi storici) che merita pure l'esaltazione del cromosoma X e quindi la trasmissione storica a beneficio della discendenza femminile, infatti ritengo che i discendenti di una famiglia storica lo sono indipendentemente dal sesso dei loro ascendenti (il Regno Unito, la Spagna, la Russia, l'Olanda lo dimostrano bene).
Se la tradizione vuole che l'ascendenza dei Ceva sia quella di una delle 7 stirpi aleramiche, va aggiunto che questa Famiglia nel corso dei secoli ha saputo mantenere quell'altezza che gli proveniva da una delle più importanti dinastie del Nord Italia, e chi lo scrive è un monferrino che ama la sua terra.
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Re: GIUSEPPE CEVA GRIMALDI

Messaggioda SINFOROSA » mercoledì 4 gennaio 2017, 18:00

Torno a ringraziarla Presidente per la belle parole avute nei confronti del mio modesto lavoro.
Opera di una neofita che si è sforzata di essere il più possibile rigorosa ed obiettiva.
La sua recensione è un incoraggiamento a proseguire su questa strada.
Cordialmente
LUCIANA CEVA GRIMALDI

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