Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda nicolad72 » domenica 24 luglio 2016, 15:20

T.G.Cravarezza ha scritto:
TITOLO IX - GLI UFFICI ECCLESIASTICI (Cann. 145 – 196)
Can. 154 - L'ufficio vacante di diritto, che sia eventualmente ancora posseduto da qualcuno illegittimamente, può essere conferito, purché sia stata dichiarata nel debito modo l'illegittimità del possesso, e di tale dichiarazione venga fatta menzione nella lettera di conferimento.
[/u][/b]

Infatti per i due rami si è verificata l'assunzione dell'ufficio in virtù del diritto (ovviamente interpretato da ognuno dei due rami pro domo sua) e quindi rientrante nel canone 154. Cioè, per il ramo spagnolo l'ufficio era vacante di diritto alla morte di Ferdinando Pio e occupato illegittimamente da Ranieri, mentre per il ramo francese l'ufficio è stato occupato illegittimamente da Alfonso Maria. Di conseguenza, secondo il canone 154, l'ufficio avrebbe dovuto essere conferito dall'autorità competente (la Santa Sede) dopo debita ricognizione della situazione, ad uno dei due rami. In assenza di conferimento esplicito dell'autorità competente... sinceramente non so cosa preveda il CJC, se l'ufficio è da intendersi sospeso o cosa.



Tom quella norma l'hanno scritta nel 1983... i fatti cui tu ti riferisci sono di qualche decennio prima...

Continui ad interpretare il diritto alla come-me-pare ed io, se permetti ne ho le scatole piene di cotanta banalità!
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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda T.G.Cravarezza » domenica 24 luglio 2016, 15:30

E no, beh, va bene che i fatti sono precedenti, ma nel 1983 e nel 2016 "l'ufficio ecclesiastico" Costantiniano rimane vacante di diritto e "usurpato" da uno dei due Gran Maestri. Questo è un dato di fatto se lo consideriamo un ufficio ecclesiastico. Quindi il Costantiniano, di entrambi i rami, ha il diritto di richiedere alla Santa Sede di intervenire su un suo ufficio ecclesiastico e ristabilire l'ordine. O è un ufficio ecclesiastico ancora oggi e quindi sottostà al CJC e al 154 o non è un ufficio ecclesiastico e quindi la Santa Sede non ha alcuna Autorità su di esso.
Senza contare che presumo esistesse anche prima una norma similare. Cioè, prima del 1983 se un ufficio ecclesiastico veniva assunto da una persona senza averne diritto la Santa Sede non poteva/doveva intervenire? Spero che non fosse così.
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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda nicolad72 » domenica 24 luglio 2016, 15:34

T.G.Cravarezza ha scritto:Senza contare che presumo esistesse anche prima una norma similare


Tu presumi
Tu pensi
Tu ritieni

tutti validi presupposti per una discussione che come tu vuoi affermare ha, da parte tua, valenza scientifica...

Te l'ho detto... ho perso fin troppo tempo... sei innamorato di una tesi e la sostieni contro ogni logica.
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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda T.G.Cravarezza » domenica 24 luglio 2016, 15:41

Ok chiudiamo pure la questione, chi vuole farsi un'opinione sui nostri pensieri avrà da leggere :)
Comunque mi confermi che La Santa Sede oggi non può intervenire su un ufficio ecclesiastico che prima del 1983 fosse illegittimamente assunto. Solo per saperlo, dato che non ho le competenze per comprendere la norma, ti ho posto una domanda. Non ho ben compreso la tua risposta, ma sembra che tu non condivida la mia posizione e quindi non mi resta che presumere quindi che il 154 non si possa applicare e che qualsiasi ufficio ecclesiastico illegittimamente assunto prima del 1983 oggi non possa ricevere l'intervento della Santa Sede e sia da considerarsi definitivo.
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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda GENS VALERIA » giovedì 29 settembre 2016, 14:21

GENS VALERIA ha scritto:
Bessarione ha scritto:
Un paio di pagine (ora non più visibili) del testamento erano state pubblicate anche qui: viewtopic.php?f=2&t=5402


Non possiedo assolutamente la conoscenza storica , in particolare dinastica del presidente, quindi non posso e non voglio mettere in dubbio le sue affermazioni.
Purtroppo per deviazione professionale ( farmacista ), istruzione ( scientifica ) e tarlo della ricerca genealogica strettamente documentata, sono sospinto alla naturale diffidenza ed alla precisione maniacale , quando si parla di fonti.


Ho avuto la possibilità di leggere e “studiare” il Testamento del Conte di Caserta , corredato da sei codicilli introdotti dal 1927 al 1932, esso fu rogato da un notaio nel Consolato Generale Italiano di Nizza nel 1934.
In tutta evidenza di individua nella figura del Principe Ranieri l'erede designato, che sarebbe dovuto succedere al primogenito Ferdinando Pio.

Per cercare di comprendere i termini della questione occorre fare un passo indietro 27 anni , fino al cosiddetto Patto di Cannes .
Ignoro l'autentico motivo di quella scrittura privata , alcuni dicono che fu per dividere il Patrimonio Duo siciliano tra Spagna e Francia, alcuni indicavano movimenti di interesse economico , di certo è stato un “patto successorio” illegale e quindi inefficace per tutte le legislazioni e probabilmente di questa fragilità di fondo era conscio Alfonso principe di Caserta che tentò di puntellarlo, “secondo le nostre leggi, costituzioni e consuetudini di Famiglia ed in esecuzione della Prammatica di Re Carlo III” , del 6 Ottobre 1759 esecutiva del trattato di Napoli di tre giorni prima .

In pratica veniva vietata la soggezione della Spagna , Indie e Stati Italiani ad un unico sovrano , Al tempo dell'Atto di Cannes non esistevano più le Due Sicilie né le Indie né gli Stati Italiani , quindi dopo questi sconvolgimenti ad essere inefficaci ( oltre i patti successori per legge) erano anche la Regia Pragmatica . Si noti bene che si parla di Regno delle Due Sicilie non del Sacro Militare Ordine di San Giorgio , che ne rimane fuori. Due fondamentali principi di Diritto Internazionali ( che citerò poco più avanti ) negano ogni valore all'applicazione nel 1900 ancor più nel 1934.

Veniamo al testamento. Esso è indubbiamente spudoratamente filo Ranieri , liquidando la possibilità di regnare ai Principi Francesco di Paola e Gennaro per aver contratto matrimonio morganatico. Le principesse non vengono menzionate anzi si ribadisce la successione maschile primogenita ( come il vecchio Principe avesse preso il recente cambiamento delle leggi successorie da parte del nipote di Ranieri è facilmente immaginabile ).
Veniamo alla parte interessante il testamento . In un codicillo Alfonso afferma :

“ Rammento che S.A.R. Carlo figlio amatissimo sposò l'Infanta di Spagna Mercedes Infanta di Asturia , rinunziò alla successione politica ed alla successione dei beni della Real Casa delle Due Sicilie e della famiglia ( … ) ”


A questo punto crolla l'impalcatura che ha retto il c.d. Atto di Cannes , già inficiato per la sua essenza di illegale ed immorale patto successorio, dell'ultimo sostegno costituito dalla Prammatica di Re Carlo III :
I due fondamentali principi di Diritto Internazionale negano ogni valore all'applicazione nel 1900 ancor più nel 1934 sono PACTA SUNT SERVANDA , ma solo REBUS SIC STANTIBUS.
I patti devono essere rispettati ma si ritiene estinto un patto con il mutamento delle circostanze, di fatto presume che i contraenti avessero subordinato l'efficacia del patto al permanere di quelle circostanze .
Delle circostanze che potevano essere prese nel 1759 “secondo le nostre leggi, costituzioni e consuetudini di Famiglia ed in esecuzione della Prammatica di Re Carlo III” francamente, nel 1934 , erano ancora meno rispetto alla situazione del 1900 che fornirono il pretesto per negare a S.A.R. Carlo l'onere e l'onore di Capo della Real Casa delle Due Sicilie.

Ricapitolando, nel 1934, anno del testamento del Conte di Caserta la situazione era questa :

1) il Regno delle Due Sicilie scomparse ( e praticamente nulla era l'ipotesi di restaurazione )
2) Carlo e Mercedes non poterono sedere sul trono di Spagna
3) le Indie non furono più spagnole
4) gli Stati Italiani preunitari furono riuniti nel Regno d'Italia governato dal fascismo
5) il Regno di Spagna fu soppiantato dalla Repubblica e sull'orlo della guerra civile del 1935.

Il testamento alfonsiano, che si avvalse di patti basati su situazioni stravolte dalla Storia , paradossalmente , con il supporto del Diritto Internazionale, rafforza la linea che fa capo a Don Pedro Borbone Due Sicilie.

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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda pierfe » giovedì 29 settembre 2016, 16:15

GENS VALERIA ha scritto:
GENS VALERIA ha scritto:
Bessarione ha scritto:
Un paio di pagine (ora non più visibili) del testamento erano state pubblicate anche qui: viewtopic.php?f=2&t=5402


Non possiedo assolutamente la conoscenza storica , in particolare dinastica del presidente, quindi non posso e non voglio mettere in dubbio le sue affermazioni.
Purtroppo per deviazione professionale ( farmacista ), istruzione ( scientifica ) e tarlo della ricerca genealogica strettamente documentata, sono sospinto alla naturale diffidenza ed alla precisione maniacale , quando si parla di fonti.


Ho avuto la possibilità di leggere e “studiare” il Testamento del Conte di Caserta , corredato da sei codicilli introdotti dal 1927 al 1932, esso fu rogato da un notaio nel Consolato Generale Italiano di Nizza nel 1934.
In tutta evidenza di individua nella figura del Principe Ranieri l'erede designato, che sarebbe dovuto succedere al primogenito Ferdinando Pio.

Per cercare di comprendere i termini della questione occorre fare un passo indietro 27 anni , fino al cosiddetto Patto di Cannes .
Ignoro l'autentico motivo di quella scrittura privata , alcuni dicono che fu per dividere il Patrimonio Duo siciliano tra Spagna e Francia, alcuni indicavano movimenti di interesse economico , di certo è stato un “patto successorio” illegale e quindi inefficace per tutte le legislazioni e probabilmente di questa fragilità di fondo era conscio Alfonso principe di Caserta che tentò di puntellarlo, “secondo le nostre leggi, costituzioni e consuetudini di Famiglia ed in esecuzione della Prammatica di Re Carlo III” , del 6 Ottobre 1759 esecutiva del trattato di Napoli di tre giorni prima .

In pratica veniva vietata la soggezione della Spagna , Indie e Stati Italiani ad un unico sovrano , Al tempo dell'Atto di Cannes non esistevano più le Due Sicilie né le Indie né gli Stati Italiani , quindi dopo questi sconvolgimenti ad essere inefficaci ( oltre i patti successori per legge) erano anche la Regia Pragmatica . Si noti bene che si parla di Regno delle Due Sicilie non del Sacro Militare Ordine di San Giorgio , che ne rimane fuori. Due fondamentali principi di Diritto Internazionali ( che citerò poco più avanti ) negano ogni valore all'applicazione nel 1900 ancor più nel 1934.

Veniamo al testamento. Esso è indubbiamente spudoratamente filo Ranieri , liquidando la possibilità di regnare ai Principi Francesco di Paola e Gennaro per aver contratto matrimonio morganatico. Le principesse non vengono menzionate anzi si ribadisce la successione maschile primogenita ( come il vecchio Principe avesse preso il recente cambiamento delle leggi successorie da parte del nipote di Ranieri è facilmente immaginabile ).
Veniamo alla parte interessante il testamento . In un codicillo Alfonso afferma :

“ Rammento che S.A.R. Carlo figlio amatissimo sposò l'Infanta di Spagna Mercedes Infanta di Asturia , rinunziò alla successione politica ed alla successione dei beni della Real Casa delle Due Sicilie e della famiglia ( … ) ”


A questo punto crolla l'impalcatura che ha retto il c.d. Atto di Cannes , già inficiato per la sua essenza di illegale ed immorale patto successorio, dell'ultimo sostegno costituito dalla Prammatica di Re Carlo III :
I due fondamentali principi di Diritto Internazionale negano ogni valore all'applicazione nel 1900 ancor più nel 1934 sono PACTA SUNT SERVANDA , ma solo REBUS SIC STANTIBUS.
I patti devono essere rispettati ma si ritiene estinto un patto con il mutamento delle circostanze, di fatto presume che i contraenti avessero subordinato l'efficacia del patto al permanere di quelle circostanze .
Delle circostanze che potevano essere prese nel 1759 “secondo le nostre leggi, costituzioni e consuetudini di Famiglia ed in esecuzione della Prammatica di Re Carlo III” francamente, nel 1934 , erano ancora meno rispetto alla situazione del 1900 che fornirono il pretesto per negare a S.A.R. Carlo l'onere e l'onore di Capo della Real Casa delle Due Sicilie.

Ricapitolando, nel 1934, anno del testamento del Conte di Caserta la situazione era questa :

1) il Regno delle Due Sicilie scomparse ( e praticamente nulla era l'ipotesi di restaurazione )
2) Carlo e Mercedes non poterono sedere sul trono di Spagna
3) le Indie non furono più spagnole
4) gli Stati Italiani preunitari furono riuniti nel Regno d'Italia governato dal fascismo
5) il Regno di Spagna fu soppiantato dalla Repubblica e sull'orlo della guerra civile del 1935.

Il testamento alfonsiano, che si avvalse di patti basati su situazioni stravolte dalla Storia , paradossalmente , con il supporto del Diritto Internazionale, rafforza la linea che fa capo a Don Pedro Borbone Due Sicilie.

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Gli autori dei famosi pareri spagnoli (Vicente de Cadenas, Conde de Borrajeros ed io) quando hanno studiato la posizione di S.A.R. Don Carlos Duque de Calabria (allora era conosciuto solo come Duca di Calabria) avevano più dubbi della tua certezza, a loro aggiungo anche i dubbi di S.A.R. l''Infante Don Luis de Baviera y Borbon, che per non fare torti ai due cugini decise di accettare entrambi i 2 ordini costantiniani.

Tu poni questi punti:

1) il Regno delle Due Sicilie scomparse ( e praticamente nulla era l'ipotesi di restaurazione )

Che sia scomparso non ci sono dubbi, ma il Conte di Caserta mai allontanò l'idea di una restaurazione.
Se tu avessi ragione il testamento del Conte di Caserta (che hai visto in una trascrizione e non in originale) è un documento in parte inutile (mi riferisco alla successione duosiciliana). Quindi se non c'era il regno delle Due Sicilie perchè scaldarsi tanto? Se invece c'era l'idea di una restaurazione allora tutte le parti hanno una logica.
L'essere Capo di una Casa già Sovrana significa considerare sempre attuale la possibilità di ritornare sul trono, puoi non far nulla per riprenderlo, ma a livello morale pretendi sempre a quell'eredità.
Senza questa pretensione le Case già Sovrane non esistono più e si estingue quella "sovranità affievolita che perdura ai nostri giorni".

2) Carlo e Mercedes non poterono sedere sul trono di Spagna

Ovvio ma entrambi furono principessa delle Asturie e principe consorte delle Asturie, e questo sino alla morte dell'infanta Maria della Mercedes (vedere la tomba nel Pantheon degli infanti a l'Escorial).
L'infante don Alfonso dalla morte della madre al 1907 anno della nascita del figlio primogenito di re Alfonso XIII fu considerato principe erede del trono spagnolo (anche se mai giurò come principe ereditario, del resto era minore e la legge lo impediva).
Leggi cosa dice a questo proposito la Pragmatica Sanzione di Carlo III del 1759.

3) le Indie non furono più spagnole

Un vero peccato oggi sarebbero dei paradisi turistici insostituibili

4) gli Stati Italiani preunitari furono riuniti nel Regno d'Italia governato dal fascismo

Il capo del regno d'Italia era il re Vittorio Emanuele III, Benito Mussolini era solo il Capo del Governo (Presidente del Consiglio).
E con questo? Il Conte di Caserta si considerò sempre il "re" delle Due Sicilie e come tale fece testamento (lo stesso fece Umberto II e tanti altri).

5) il Regno di Spagna fu soppiantato dalla Repubblica e sull'orlo della guerra civile del 1935.

Ma a Roma re Alfonso XIII continuava a considerarsi il sovrano del suo Paese.

Non stiamo parlando di un testamento di un privato cittadino, ma di quello di un Capo di una Casa già Sovrana, che testa in accordo alle leggi della sua dinastia, cosa che rispettò totalmente.

Ci sono altri punti che dovevano essere trattati ma, bisogna conoscere bene la storia dei Borboni delle Due Sicilie dall'esilio, ad esempio perchè il marchese de Felice, segretario della real casa delle Due Sicilie dice che l'erede dopo la morte del duca di Calabria sarebbe stato il principe don Carlos de Borbon y Orleans?
Perchè dopo la successione di Francesco II, il conte di Caserta stabilisce i modi della successione costantiniana? Perchè il duca di Calabria scrive a don Ranieri che dopo di lui sarebbe il gran maestro costantiniano? E ci sono altri appunti...
E questo è solo il 3% di quello che si leggerà in Nobiltà sul numero 136 di gennaio-febbraio 2017, un numero che avrà la firma di Giuseppe Balboni Acqua, Alberto Lembo, Amadeo Rey y Cabieles, Guy Stair Sainty, altri personaggi di primo livello (con adeguata formazione accademica - i dillettanti scrivono altrove) e magari anche la mia (ma ricordo solo che nel 1999 quando assunsi la presidenza dell'International Commission for Orders of Chivalry diedi la mia parola d'onore a molte persone e organizzazioni dicendo che sarei sempre stato sopra le parti e corretto astenendomi anche se posso avere simpatie per qualcuno dall'essere il suo cortigiano, cosa che continuo e continuerò a fare).

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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda GENS VALERIA » giovedì 29 settembre 2016, 17:53

pierfe ha scritto:Tu poni questi punti:

1) il Regno delle Due Sicilie scomparse ( e praticamente nulla era l'ipotesi di restaurazione )

Che sia scomparso non ci sono dubbi, ma il Conte di Caserta mai allontanò l'idea di una restaurazione.
Se tu avessi ragione il testamento del Conte di Caserta (che hai visto in una trascrizione e non in originale) è un documento in parte inutile (mi riferisco alla successione duosiciliana). Quindi se non c'era il regno delle Due Sicilie perchè scaldarsi tanto? Se invece c'era l'idea di una restaurazione allora tutte le parti hanno una logica.
L'essere Capo di una Casa già Sovrana significa considerare sempre attuale la possibilità di ritornare sul trono, puoi non far nulla per riprenderlo, ma a livello morale pretendi sempre a quell'eredità.
Senza questa pretensione le Case già Sovrane non esistono più e si estingue quella "sovranità affievolita che perdura ai nostri giorni".

2) Carlo e Mercedes non poterono sedere sul trono di Spagna

Ovvio ma entrambi furono principessa delle Asturie e principe consorte delle Asturie, e questo sino alla morte dell'infanta Maria della Mercedes (vedere la tomba nel Pantheon degli infanti a l'Escorial).
L'infante don Alfonso dalla morte della madre al 1907 anno della nascita del figlio primogenito di re Alfonso XIII fu considerato principe erede del trono spagnolo (anche se mai giurò come principe ereditario, del resto era minore e la legge lo impediva).
Leggi cosa dice a questo proposito la Pragmatica Sanzione di Carlo III del 1759.

3) le Indie non furono più spagnole

Un vero peccato oggi sarebbero dei paradisi turistici insostituibili

4) gli Stati Italiani preunitari furono riuniti nel Regno d'Italia governato dal fascismo

Il capo del regno d'Italia era il re Vittorio Emanuele III, Benito Mussolini era solo il Capo del Governo (Presidente del Consiglio).
E con questo? Il Conte di Caserta si considerò sempre il "re" delle Due Sicilie e come tale fece testamento (lo stesso fece Umberto II e tanti altri).

5) il Regno di Spagna fu soppiantato dalla Repubblica e sull'orlo della guerra civile del 1935.

Ma a Roma re Alfonso XIII continuava a considerarsi il sovrano del suo Paese.

Non stiamo parlando di un testamento di un privato cittadino, ma di quello di un Capo di una Casa già Sovrana, che testa in accordo alle leggi della sua dinastia, cosa che rispettò totalmente.

Ci sono altri punti che dovevano essere trattati ma, bisogna conoscere bene la storia dei Borboni delle Due Sicilie dall'esilio, ad esempio perchè il marchese de Felice, segretario della real casa delle Due Sicilie dice che l'erede dopo la morte del duca di Calabria sarebbe stato il principe don Carlos de Borbon y Orleans?
Perchè dopo la successione di Francesco II, il conte di Caserta stabilisce i modi della successione costantiniana? Perchè il duca di Calabria scrive a don Ranieri che dopo di lui sarebbe il gran maestro costantiniano? E ci sono altri appunti...
E questo è solo il 3% di quello che si leggerà in Nobiltà sul numero 136 di gennaio-febbraio 2017, un numero che avrà la firma di Giuseppe Balboni Acqua, Alberto Lembo, Amadeo Rey y Cabieles, Guy Stair Sainty, altri personaggi di primo livello (con adeguata formazione accademica - i dillettanti scrivono altrove) e magari anche la mia (ma ricordo solo che nel 1999 quando assunsi la presidenza dell'International Commission for Orders of Chivalry diedi la mia parola d'onore a molte persone e organizzazioni dicendo che sarei sempre stato sopra le parti e corretto astenendomi anche se posso avere simpatie per qualcuno dall'essere il suo cortigiano, cosa che continuo e continuerò a fare).

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Ti ringrazio per l'intervento, sei , come sempre, una fonte inesauribile di notizie ed aneddoti .
Io non solo non sono al di sopra delle parti , ma ho assicurato per scritto la mia fedeltà all'infante Carlos ed alla sua discendenza , ed ho l'abitudine di mantenere la parola data, quindi faccio quello che ritengo il mio dovere.

La mia è la posizione di Alfonso Martini Dettina ,che come ben sai ha argomentato molto bene le sue deduzioni sul " Legittimo esercizio ... " , dovrei riempire di note ,ora ti posso solo citare B. Conforti " Diritto internazionale " , perché proprio pacta sun servanda ... rebus sic stantibus , smonta quanto scritto sul c.d. atto di Cannes , il quale di sè , è già giuridicamente debole, in più si appoggia su una Regia Prammatica di metà Settecento. Soltanto con il Congresso di Vienna fu ridisegnata la carta europea , prima e dopo successe di tutto , ben dici : dei sovrani regnanti a quelli spodestati e rimasto un diluito jus honorum e tante pretensioni .
Io mi considero il più bello del mondo e magari mi circondo di persone che (sicuramente dietro pagamento ) mi danno ragione , ma alla fine davanti ad uno specchio occorre ridimensionarsi ed accettare una realtà che è mutata .

Il concetto di rebus sic stantibus è questo: ciò che andava bene in quella circostanza nel 1759 non si poteva adattare come legge immutata su cui basare altri patti e trattati, nel 1900 , tantomeno nel 1934 . Se poi per vile pecunia , all'epoca ci si attaccava agli specchi tentando di scalarli , beh ... questo è un altro discorso .

Aspetto ansiosamente il prossimo numero di Nobiltà .

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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda pierfe » giovedì 29 settembre 2016, 22:35

Caro Sergio, ammiro molto il tuo totale giuramento di fedeltà a S.A.R. l'Infante Don Carlos, Duca di Calabria, però quando nel 1980 sono entrato nell'Ordine Costantiniano di San Giorgio di cui era Gran Maestro S.A.R. Don Carlos, Duca di Calabria, non mi è stato chiesto un giuramento di fedeltà, ma un atto di devozione verso la persona del Gran Maestro e la Sua Famiglia. Quando sono entrato nel Real Corpo della Nobiltà di Madrid, tutti fanno il giuramento di fedeltà al re di Spagna, a quel tempo S.M. il re Juan Carlos I, ho spiegato ai miei confratelli che di giuramenti di fedeltà ne avevo già fatto uno, quello alla Repubblica Italiana, così ho spiegato che il mio giuramento era già per il mio Paese, i caballeros del Real Cuerpo de la Nobleza de Madrid - gran Signori - per me hanno modificato la formula trasformandola in devozione verso il re di Spagna, con il mio impegno di soccorso in qualunque circostanza che non fosse in contrasto con le leggi della Repubblica Italiana, così sono stato accettato, e pensa proprio grazie a S.A.R. il Duca di Calabria, che ha voluto che fossi il 3° italiano del secolo XX.
Hai davvero ragione i tempi mutano, per fortuna che ai miei tempi le cose mi permettevano di poter aderire a istituzioni che non andavano in contrasto con la mia legge dell'onore.

Tornando al topic voglio ricordarmi del buon Shakespeare che scrive: "Ci sono più cose in Cielo e in Terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia"...
Continui a ribadire che le cose dopo secoli devono cambiare, tu hai ragione ma perchè se non teniamo in conto la Pragmatica Sanzione del 1759 che visti i tempi è finita, teniamo buona l'esistenza di un regno delle Due Sicilie che è finito nel 1860 o se teniamo conto di Gaeta nel 1861? Non ti sembra un controsenso?

La saggezza del re Juan Carlos I è stata quella di non abolire la pragmatica del 1776 relativa ai matrimoni reali, ma al limite non tenerne conto, ma è un fatto di cultura.
Un combattente vero come fu il Conte di Caserta che si è visto derubato di un regno e di molti beni immobili perchè avrebbe dovuto rinunciare ad una pragmatica che contempla molte più cose della semplice questione duosiciliana?
Perchè visto che uno dei figli aveva voluto aiutare i fratelli minori avrebbe dovuto mutare quanto lui aveva già deciso?
Nel 1934 tutti i figli del Conte di Caserta erano "moneta fuori corso" ma con diverse risorse familiari, hai letto bene cosa dice il testamento sulla parte patrimoniale?
Ricorda che era passato già il 1929 e bisognava salvare il salvabile e l'Infante Don Carlos Tancredi lo sapeva.
Detto questo non ho scritto che Don Pedro non ha diritto alla pretensione e alla titolatura che usa, mi sono limitato ad un corretto discorso storico dinastico.
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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda GENS VALERIA » venerdì 30 settembre 2016, 9:35

Caro Sergio, ammiro molto il tuo totale giuramento di fedeltà a S.A.R. l'Infante Don Carlos, Duca di Calabria, però quando nel 1980 sono entrato nell'Ordine Costantiniano di San Giorgio di cui era Gran Maestro S.A.R. Don Carlos, Duca di Calabria, non mi è stato chiesto un giuramento di fedeltà, ma un atto di devozione verso la persona del Gran Maestro e la Sua Famiglia. Quando sono entrato nel Real Corpo della Nobiltà di Madrid, tutti fanno il giuramento di fedeltà al re di Spagna, a quel tempo S.M. il re Juan Carlos I, ho spiegato ai miei confratelli che di giuramenti di fedeltà ne avevo già fatto uno, quello alla Repubblica Italiana, così ho spiegato che il mio giuramento era già per il mio Paese, i caballeros del Real Cuerpo de la Nobleza de Madrid - gran Signori - per me hanno modificato la formula trasformandola in devozione verso il re di Spagna, con il mio impegno di soccorso in qualunque circostanza che non fosse in contrasto con le leggi della Repubblica Italiana, così sono stato accettato, e pensa proprio grazie a S.A.R. il Duca di Calabria, che ha voluto che fossi il 3° italiano del secolo XX.
Hai davvero ragione i tempi mutano, per fortuna che ai miei tempi le cose mi permettevano di poter aderire a istituzioni che non andavano in contrasto con la mia legge dell'onore.


Caro Pierfelice, ai cavalieri SMOC ( Alfonsiano o carlista ) da un po' di anni viene chiesta una semplice dichiarazione di fedeltà al G.M., scritta e firmata a mano non certo un giuramento , pensa solo ai militari ed agli amministratori statali e parastatali che sono con noi , come potrebbero giurare ? In teoria , potrei giurare , in quanto non ho ma servito la Patria in armi, ma non mi è richiesto e non è il caso.


Tornando al topic voglio ricordarmi del buon Shakespeare che scrive: "Ci sono più cose in Cielo e in Terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia"...
Continui a ribadire che le cose dopo secoli devono cambiare, tu hai ragione ma perchè se non teniamo in conto la Pragmatica Sanzione del 1759 che visti i tempi è finita, teniamo buona l'esistenza di un regno delle Due Sicilie che è finito nel 1860 o se teniamo conto di Gaeta nel 1861? Non ti sembra un controsenso?


Mi sembra di essere molto più pragmatico che sognatore , tanto e vero che considero quello che è la Pragmatica Settecentesca: un insieme di norme comportamentali e direttive , qualora sono applicabili a persone in relazione a regni utopici e virtuali all'epoca , ed oggi ( rebus sic stantibus ) perdono totalmente la loro efficacia, quando considerati obsoleti si possono saggiamente ignorare , vedi ciò che affermi su re Juan Carlos :
La saggezza del re Juan Carlos I è stata quella di non abolire la pragmatica del 1776 relativa ai matrimoni reali, ma al limite non tenerne conto, ma è un fatto di cultura.


Un combattente vero come fu il Conte di Caserta che si è visto derubato di un regno e di molti beni immobili perchè avrebbe dovuto rinunciare ad una pragmatica che contempla molte più cose della semplice questione duosiciliana?
Perchè visto che uno dei figli aveva voluto aiutare i fratelli minori avrebbe dovuto mutare quanto lui aveva già deciso?


Come uomo sarà stato morlmente "tormentato" , come Capo della R.Casa , si , avrebbe dovuto mutare la propria decisione, perché nulla era più come prima e per una questione di principio , ma lui era lui ed io sono io.

Nel 1934 tutti i figli del Conte di Caserta erano "moneta fuori corso" ma con diverse risorse familiari, hai letto bene cosa dice il testamento sulla parte patrimoniale?
Ricorda che era passato già il 1929 e bisognava salvare il salvabile e l'Infante Don Carlos Tancredi lo sapeva.


Corsi e ricorsi storici.

Detto questo non ho scritto che Don Pedro non ha diritto alla pretensione e alla titolatura che usa, mi sono limitato ad un corretto discorso storico dinastico.


E bene l'hai fatto. Il problema è che chi non è re titolare è usurpatore , questo è un dato di fatto.
Come ti ho scritto: io non sono sopra le parti, sono decisamente partigiano.

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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda Elmar Lang » domenica 2 ottobre 2016, 10:03

GENS VALERIA ha scritto:1) il Regno delle Due Sicilie scomparse ( e praticamente nulla era l'ipotesi di restaurazione )
2) Carlo e Mercedes non poterono sedere sul trono di Spagna
3) le Indie non furono più spagnole
4) gli Stati Italiani preunitari furono riuniti nel Regno d'Italia governato dal fascismo
5) il Regno di Spagna fu soppiantato dalla Repubblica e sull'orlo della guerra civile del 1935.


Chiedo scusa, ma un dettaglio forse mi sfugge, relativamente al punto "4": mi sembra che gli stati italiani preunitari cessarono d'esistere, costituendo il nuovo Regno d'Italia, prima ancora della nascita di B. Mussolini, fondatore del Fascismo e poi Capo del Governo.

Buona domenica,

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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda GENS VALERIA » domenica 2 ottobre 2016, 22:35

Elmar Lang ha scritto:
GENS VALERIA ha scritto:1) il Regno delle Due Sicilie scomparse ( e praticamente nulla era l'ipotesi di restaurazione )
2) Carlo e Mercedes non poterono sedere sul trono di Spagna
3) le Indie non furono più spagnole
4) gli Stati Italiani preunitari furono riuniti nel Regno d'Italia governato dal fascismo
5) il Regno di Spagna fu soppiantato dalla Repubblica e sull'orlo della guerra civile del 1935.


Chiedo scusa, ma un dettaglio forse mi sfugge, relativamente al punto "4": mi sembra che gli stati italiani preunitari cessarono d'esistere, costituendo il nuovo Regno d'Italia, prima ancora della nascita di B. Mussolini, fondatore del Fascismo e poi Capo del Governo.

Buona domenica,

E.L.



Più che corretto , grazie . Mi premeva "fotografare " la situazione europea nel 1934 , nella quale , come lei ha correttamente fatto notare, gli Stati unitari non esistevano più, vi era un Regno Unitario ed un regime fascista così influente da contribuire con un grosso contributo in materiali e volontari a vincere la guerra civile che scoppiò l'anno successivo ( a favore di un regime che, a suo tempo avrebbe ricostituito la monarchia in Spagna ) .

In effetti nell'economia del post il fatto era del tutto marginale , il dato di fatto importante è che nel 1934 in Spagna vi era una repubblica e TUTTE delle condizioni ( 1-2-3-4-5 ) che , con la pragmatica Sanzione del 1759 sorreggevano Il ( privo di efficacia legale ) Patto di Cannes, erano stato superate abbondantemente da 175 anni di Storia europea , fu perlomeno "azzardato" , anche nel 1900 utilizzarlo quale appoggio ad un patto che, con il mancato matrimonio tra D.Carlo e D.Maria de la Mercedes , sarebbe dovuto essere eliminato per le mutate circostanze familiari ed extra familiari ( Rebus sic stantibus ).
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L'atto di Cannes

Messaggioda gnr56 » lunedì 3 ottobre 2016, 14:21

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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda GENS VALERIA » martedì 4 ottobre 2016, 10:42

Il testo non aggiunge e non toglie nulla a quanto ho già scritto . Paragrafando Alfonso Martina Dettina :

Andrebbe e va verificata l'efficacia di una scrittura privata non autenticata avente la forma di dichiarazione unilaterale in terza persona e sottoscritta da un cittadino italiano successivamente divenuto spagnolo , in territorio francese, rinviante al diritto di uno Stato ammesso in un altro , avente ad oggetto la rinuncia a eventuali futuri diritti successori patrimoniali e non patrimoniali nel Regno d' Italia, a Vienna I Impero Austro Ungarico ), a Monaco di Baviera e , recita , genericamente la formula, ubicati " altrove " con eventuali effetti diretti e indiretti su cittadini di nazionalità italiana , francese e spagnola.
Il Marini Dettina dubita della data pretesa ( 14 dicembre 1900 ) più logico ipotizzare che l' Atto risalga al 4 dicembre; infatti il suo contenuto e contraddetto dal carteggio del 6-18 dicembre tra il Conte di Caserta e la Regina Reggente di Spagna , S.M. Maria Cristina , ove si conviene la sola rinuncia alla nazionalità italiana e conseguente acquisizione di quella spagnola da parte del nubendo.
Queste richiesto la dicono lunga rispetto all' autentico desiderio di Carlo Tancredi.
Il presunto Atto di Cannes inoltre , non potendo certo precedere il consenso al matrimonio da parte della Regina Reggente chiesto dal Conte di Caserta il 12 dicembre e concesso con lettera il 18 dicembre 1900 Il problema di fondo è stabilite quale sia il diritto nazionale applicabile alla fattispecie .
Gli strumenti forniti dal diritto internazionale privato consentono di individuare tre possibili criteri di collegamento del documento con il diritto spagnolo, francese o italiano.

In tutti i tre casi risulta un patto successorio , non consentito , ne consegue la totale nullità degli effetti.

Sulla Prammatica di Re Carlo III del 1759 , che avrebbe dovuto appoggiare il c.d. Atto, ho già scritto precedentemente e spero in modo comprensivo.
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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda gnr56 » martedì 4 ottobre 2016, 15:24

Sull'atto di Cannes, se ho ben inteso, esso aveva solo valore per Carlo Tancredi di Borbone e non per i suoi eredi?

Agli esperti del Forum una domanda: nella disputa dinastica, ha qualche rilievo il matrimonio tra diseguali di Don Pedro con Sofia landaluce avvenuto nove anni dopo la nascita del primo figlio Don Jaime?
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Re: Lettera del Duca di Calabria al cugino Duca di Castro

Messaggioda GENS VALERIA » martedì 4 ottobre 2016, 18:08

gnr56 ha scritto:Sull'atto di Cannes, se ho ben inteso, esso aveva solo valore per Carlo Tancredi di Borbone e non per i suoi eredi?

Agli esperti del Forum una domanda: nella disputa dinastica, ha qualche rilievo il matrimonio tra diseguali di Don Pedro con Sofia landaluce avvenuto nove anni dopo la nascita del primo figlio Don Jaime?


E' mio opinione che l " Atto di Canne ) sia privo di ogni validità quindi di efficacia .

Non credo che nella disputa abbiano rilievo i matrimoni diseguali ( parlare di anni o mesi mi pare di dubbio gusto ).
Se avessero rilievo, la bilancia penderebbe per il ramo Alfonsiano per questi motivi :


a) Don Ferdinando Pio, allora capo della R.Casa, non volle riconoscere ufficialmente il matrimonio ( morganatico ) tra don Ferdinando Maria ( padre del principe in disputa Carlo ) e la nobile dei conti Chantal de Chevron Villette e, cosa gravissima, le rifiutò il trattamento di Altezza Reale, perché , non riteneva la di lei famiglia di pari dignità principesca ; il titolo fu ottenuto solo dopo che Ranieri avocò a sé il titolo di Capo della Casa e Famiglia Borbone Due Sicilia.
Ciò è per la legge dinastica non è assolutamente consentito :
Un successore non può rendere valido un matrimonio non considerato valido dal predecessore , l'autorizzazione posteriore ha validità solo se emanata dalla stessa persona.

b) Quella dei Crociani non è famiglia nobile.
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