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GENS VALERIA ha scritto:Ecco il testo:
pierfe ha scritto:Vedo che è stata postata questa lettera e debbo fare alcune considerazioni.
La prima delle quali è il trattamento che viene riservato al cugino omettendo l'identificativo titolo di Duca di Castro, riconosciuto senza entrare nel merito dal citato atto di conciliazione.
[...] mio cugino il Duca di Castro [...]
[...] Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro [...]
[...]continuerò a considerare mio cugino quale Duca di Castro e le sue figlie quali duchessa di Palermo e Capri [...]
pierfe ha scritto:GENS VALERIA ha scritto:Ecco il testo:
(...)
Essendo un ingenuo ero convinto che quell'atto del 25 gennaio 2014 fosse il primo passo dopo quasi 60 anni e con generazioni diverse verso un vivere civile fra due rami di una Famiglia della cui eredità storica entrambi per ovvie e giustificabili ragioni si sentono i rappresentanti (una eredità storica che per la mancanza di una Autorità certa non può essere attribuita), ma che potevano camminare insieme sostenendo a vicenda di essere nel giusto in base alle loro interpretazioni; un po' come dire "a casa mia faccio quello che voglio e l'altro faccia a casa sua come gli pare". (...)
Pier Felice degli Uberti
nicolad72 ha scritto:Presidente, io vedo una lettera inviata ad un cugino utilizzando questo appelativo familiare.
Io quando scrivo ai miei cugini non mi rivolgo a loro chiamandoli dottore o colonnello...
Penso che la contestualizzazione del testo debba essere presa seriamente in considerazione.
Ti rispondi da solo, tu da privato cittadino fai bene (io stesso lo faccio come te), ma questa lettera è scritta su carta intestata del Capo della Real Casa delle Due Sicile, ed inzia con un S.A.R. il Principe, e non con Caro Carlo...
il 25 febbraio in luogo di gennaio è un errore trascurabile... anche perché cambia solo il mese e non è che esistano migliaia di atti di tal natura riferentesi a quell'evento. La data si poteva tranquillamente omettere ed il testo avrebbe comunque avuto il medesimo senso.
Quello che poteva o potrebbe essere è altra cosa, qui abbiamo davanti un documento che ha delle parlore scritte molto chiaramente.
Il Duca di Calabria non parla italiano ed il testo è scritto in un ottimo italiano aulico, quindi qualcuno lo ha scritto e fatto firmare...
Un "segretario" è responsabile degli errori che fa e coinvolge il suo capo.
Potrai dire che gli spagnoli sono sempre imprecisi visto i 2 gravi errori di latino sul diploma costantiniano e peggio ancora 2 righe che si riferisco a qualcosa che dal 1924 non c'è più... potrai dire che nessuno è obbligato a conoscere il latino, ma è pure vero che esistono anche altri lavori...
E' certo che il costantiniano del ramo disceso da S.A.R. il Principe Ranieri Duca di Castro non ha mai avuto errori nel diploma
Io ho la mia idea ben precisa e coinvolge più una consorte e le sue aspettative che il borbone (e certi articoli confermano tale mia idea)...ma questa è e rimane la mia idea...
Mariarca Esposito ha scritto:scusatemi, ma sulla lettera del pretendente Pedro c'è uno stemma dei Borbone che è diverso da quello "classico", perchè?
Cristiano Ciani ha scritto:Da ignorante, dunque potrei sbagliare, ho capito che, se fossero state mantenute le leggi dinastiche finora vigenti, ad ereditare i diritti sarebbe stato il Principe Antoine (e suoi discendenti). E' così oppure vi sarebbe stato ipso facto un ricongiungimento delle due Case nella persona di don Jaime, figlio di SAR don Pedro? Grazie per la pazienza. P.S. a maggior chiarezza: chi è il danneggiato/pretermesso dalla decisione del Duca di Castro: don Jaime o il Principe Antoine?
6) TITOLI DINASTICI IMPROPRI: DUCA DI CALABRIA
Quindi Don Pedro, che è genealogicamente ma non dinasticamente un Borbone Due Sicilie, continua l'errore di usare titoli dinastici impropri.
In primis l'uso improprio del titolo dinastico di “Duca di Calabria” (che era riservato solo al Principe ereditario che faceva parte della Real Casa e Dinastia).
E' una cosa assurda, perchè è come da un lato si fosse dichiarato Capo della R. Casa e Pretendente e dall’altro invece si proclamasse EREDE del titolare di quelle dignità!
Perché certamente non può sommarsi nella stessa persona la dignità di Capo e Pretendente e quella di suo stesso erede!
Invece attuale Duca di Calabria di diritto è S.A.R. Principe Antoine di Borbone-Due Sicilie (n. 1929), Duca di Calabria, figlio del Principe Gabriele di Borbone-Due Sicilie, che fu prozio dell'attuale S.A.R. Principe Carlo, Duca di Castro.
18) LE FALSE CONSEGUENZE DELL'ACCORDO DI NAPOLI (2014)
Con il cosiddetto "Accordo di Napoli" (la pace delle XIII ore) del gennaio 2014 vi fu SOLO una riconciliazione di carattere privato e familiare che non ebbe affatto valori ed effetti dinastici.
[...]
INVECE la solita fazione deviata usa questo accordo per alimentare le proprie bugie e considerare che SAR il Duca di Castro e Don Pedro agiscono insieme (anche in merito agli Ordini cavallereschi), così come che da tale accordo, visto che il Duca di Castro non ha eredi maschi, il suo successore dinastico sarebbe Don Pedro o il figlio Jaime.
Niente di più falso e bugiardo.
Cristiano Ciani ha scritto:SAR don Pedro, dite, non parla italiano. Ma il figlio, ne sono abbastanza certo, si.
Cristiano Ciani ha scritto:Domanda tecnica agli esperti di genealogia. Sui social qualcuno ha ipotizzato che, dalla decisione del Duca di Castro di mutare le regole successorie, di fatto indicando come futuro capo della real casa (per il ramo di pertinenza) la figlia primogenita, potrebbe aprire una ulteriore scissione con un terzo (non considerando Parma) ramo.
Da ignorante, dunque potrei sbagliare, ho capito che, se fossero state mantenute le leggi dinastiche finora vigenti, ad ereditare i diritti sarebbe stato il Principe Antoine (e suoi discendenti). E' così oppure vi sarebbe stato ipso facto un ricongiungimento delle due Case nella persona di don Jaime, figlio di SAR don Pedro? Grazie per la pazienza. P.S. a maggior chiarezza: chi è il danneggiato/pretermesso dalla decisione del Duca di Castro: don Jaime o il Principe Antoine?
Siete stati tutti destinatari di una lettera datata 28 maggio 2016 indirizzata da S.E. Don Pedro di Borbone y Orleans a Sua Altezza Reale il Duca di Castro ma che Egli non ha mai ricevuto. Sua Altezza Reale si riserva, certamente, la possibilità di rispondere a tale missiva non appena sarà in suo possesso.
Voi stessi siete stati testimoni di uno scambio epistolare nel quale Sua Altezza Reale stessa ha appreso molto di recente e solo attraverso tale missiva, dell’esistenza di tale lettera, grazie all’amicizia e alla fedeltà di alcuni tra di voi. Mi sembra doveroso fornirvi qualche spiegazione e soprattutto illustrarvi la situazione ed il futuro del Nostro Ordine Costantiniano.
Come voi ben sapete, un ramo della Casa Reale delle Due Sicilie si è ufficialmente separato dalla Nostra Casa Reale, agli inizi del XX secolo per potersi unire alla Casa Reale di Spagna secondo il rigoroso rispetto della Prammatica Sanzione di Re Carlo III.
Così, secondo l’Atto di Cannes registrato il 14 novembre del 1900 Sua Altezza Reale il Principe Carlo Tancredi di Borbone delle Due Sicilie, bisnonno di Don Pedro, ha rinunciato a tutti i suoi diritti sulla Corona della Casa Reale delle Due Sicilie affinché potesse sposare la Principessa delle Asturie Maria de Las Mercedes la primogenita e quindi erede, del Re di Spagna Alfonso XIII.
Questa rinuncia è stata fatta per rispettare sicuramente la volontà del Re
Carlo III di separare rigorosamente i diritti della Casa Reale Spagnola dai diritti della Casa Reale delle Due Sicilie ma anche per ragioni politiche e patrimoniali.
L’Atto di Cannes venne confermato, nel 1934, attraverso il testamento di S.A.R. il Principe Alfonso Conte di Caserta fratello ed erede di Sua Maestà Francesco II, ultimo Re delle Due Sicilie e padre dell’Infante Carlo Tancredi, e successivamente nel 1960 venne confermato dal testamento di suo figlio Sua Altezza Reale il Principe Ferdinando Pio.
La Storia alla quale si rifà Don Pedro di Borbone y Orleans nel comunicato annesso alla lettera che vi è stata inviata in copia, è stata spesso scritta grazie a rinunce dinastiche di questo genere.
Permettetemi di ricordarvi che è proprio grazie ad una rinuncia ai suoi diritti alla Corona di Francia che il Duca d’Angiò, nipote di Re Luigi XIV, è potuto salire al Trono di Spagna con il nome di Filippo V alla fine di una guerra interminabile.
Più vicino ai giorni nostri è per la combinazione di due rinunce, quelle del Principe delle Asturie e quindi ugualmente di suo fratello il Duca di Segovia, che la Corona di Spagna è passata dal ramo dei Borbone di Spagna a Sua Maestà il Re Juan Carlos I e dopo a suo figlio il Re Filippo VI. Oggi nessuno contesta questa duplice rinuncia e dunque i diritti legittimi dell’attuale Re di Spagna.
Per più di un mezzo secolo la rinuncia di Cannes non è mai stata messa in discussione e mai l’Infante Don Carlo Tancredi ha rivisto nella sua vita le posizioni prese su questa decisione per di più non ha osato usare lui stesso o attribuire ai suoi figli titoli propri della Casa delle Due Sicilie. Era Infante di Spagna, portò il cognome di Borbone e Borbone dal giorno successivo al suo matrimonio e nulla per lui contava più di questo. In realtà è solo dopo la morte di S.A.R. il Principe Ferdinando Pio che i discendenti dell’Infante Don Carlo Tancredi hanno preteso di prendere i titoli nobiliari ai quali non avevano più diritto. Ne seguì la ferma disapprovazione di tutti i membri della Famiglia di Borbone delle Due Sicilie, comprese le figlie del Principe Ferdinando Pio che firmarono una protesta ufficiale. È proprio da quel momento, agli inizi degli anni ‘60 del secolo scorso, che le Autorità Italiane competenti sono intervenute in questa disputa dinastica, che non interessava che per l’aspetto legato alla titolarità degli Ordini Cavallereschi della Casa Reale e di conseguenza per l’individuazione della “Fons Honorum” che poteva concedere le decorazioni al fine dell’autorizzazione del Sig. Presidente della Repubblica per il loro uso sul territorio italiano.
Mai nella storia della Repubblica Italiana una questione di relazioni internazionali è stata talmente studiata e approfondita sotto tutti gli aspetti e a più riprese. La risposta, e soprattutto quella del Consiglio di Stato del 26 novembre 1981, è sempre stata la stessa fino ad oggi: gli eredi dei Re di Borbone delle Due Sicilie sono S.A.R. il Principe Ranieri, a seguire S.A.R. il Principe Ferdinando, e a seguire S.A.R. il Principe Carlo e la Sua discendenza. Nessun altro.
Poiché la maggior parte dei protagonisti di questa disputa dinastica è deceduta, è apparso logico agli altri eredi che si dovesse fare un passo verso la riconciliazione. È così che nel gennaio del 2014 venne firmato un atto a Napoli, e non a febbraio come affermato nella lettera in cui Sua Altezza Reale il Duca di Castro e Don Pedro di Borbone y Orléans hanno proceduto al reciproco riconoscimento dei loro titoli.
In risposta a questo gesto di concordia familiare il Principe Don Pedro si è permesso di rivendicare, con un semplice comunicato, il titolo di capo di una Casa Reale delle Due Sicilie alla quale la sua famiglia non appartiene da più di un secolo. Di fronte a questa provocazione Sua Altezza Reale il Duca di Castro ha scelto il silenzio.
Oggi, tuttavia, delle rivelazioni uscite attraverso la stampa scandalistica seminano il dubbio ed il sospetto tra tante persone. Sua Altezza Reale il Duca di Castro non può accettare più a lungo questa situazione che vede la Casa Reale delle Due Sicilie della quale lui è il capo, coinvolto in un modo o nell’altro a sospetti e mi chiede di informarvi che si riserva la possibilità di prendere le misure che giudicherà necessarie.
Tengo inoltre ad informarvi che Sua Altezza Reale il Duca di Castro è pronto a prendere in considerazione tutte le richieste di spiegazioni che voi vorrete fargli pervenire attraverso la cancelleria del nostro Ordine. In questo modo ognuno di voi potrà continuare a collaborare nella pace e nella tranquillità di spirito per il bene dell’Ordine e di coloro che necessitano di un aiuto materiale e di un soccorso spirituale.
Infine sono disponibili presso la Cancelleria i predetti documenti più importanti delle Istituzioni Italiane concernenti le decisioni prese in favore della Casa Reale (per esempio: la lettera del Ministero degli Affari Esteri del 20 luglio 1963, il decreto del Presidente della Repubblica sulla costituzione dell’Associazione dei Cavalieri Costantiniani del 30 marzo 1973, il testo del parere espresso dal Consiglio di Stato Italiano del 26 novembre 1981, etc.).
Nella speranza che questa missiva, seppur lunga, abbia permesso di rispondere ai vostri legittimi dubbi, vi prego di accettare i miei cordiali saluti.
Ambasciatore Giuseppe Balboni Acqua
Ex Capo del Protocollo diplomatico della Repubblica
Capo di Gabinetto di Sua Altezza Reale il Duca di Castro
T.G.Cravarezza ha scritto:Riceviamo la seguente lettera a firma dell'Ambasciatore Giuseppe Balboni Acqua [...]L’Atto di Cannes venne confermato, nel 1934, attraverso il testamento di S.A.R. il Principe Alfonso Conte di Caserta fratello ed erede di Sua Maestà Francesco II, ultimo Re delle Due Sicilie e padre dell’Infante Carlo Tancredi.
[...]
Per più di un mezzo secolo la rinuncia di Cannes non è mai stata messa in discussione e mai l’Infante Don Carlo Tancredi ha rivisto nella sua vita le posizioni prese su questa decisione per di più non ha osato usare lui stesso o attribuire ai suoi figli titoli propri della Casa delle Due Sicilie. Era Infante di Spagna, portò il cognome di Borbone e Borbone dal giorno successivo al suo matrimonio e nulla per lui contava più di questo. In realtà è solo dopo la morte di S.A.R. il Principe Ferdinando Pio che i discendenti dell’Infante Don Carlo Tancredi hanno preteso di prendere i titoli nobiliari ai quali non avevano più diritto.
[...]
Sua Altezza Reale il Duca di Castro e Don Pedro di Borbone y Orléans hanno proceduto al reciproco riconoscimento dei loro titoli.
[...]
In risposta a questo gesto di concordia familiare il Principe Don Pedro si è permesso di rivendicare, con un semplice comunicato, il titolo di capo di una Casa Reale delle Due Sicilie alla quale la sua famiglia non appartiene da più di un secolo. Di fronte a questa provocazione Sua Altezza Reale il Duca di Castro ha scelto il silenzio.
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