Malagodi e il loro cromosoma Y

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Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda raffaele.carbotti » giovedì 13 agosto 2015, 21:47

"L’utilizzo della ricerca sul DNA, ancora in fase pionieristica, va sempre maggiormente affiancandosi alle scienze documentarie quali la genealogia e l’archeologia, pure se con questo strumento non è possibile sostenere la discendenza di un'intera famiglia da un determinato popolo dell’antichità è utile riportare i risultati ottenuti analizzando il DNA di un esponente contemporaneo della famiglia Malagodi.
Il dato principale è l’accertamento dell’ aplogruppo di appartenenza; questo è risultato essere R-L51+. Il risultato indica un'origine protoindoeuropea, un subgruppo piuttosto antico che gli studiosi fanno risalire a circa 7000 anni fa nell’Europa centrale. La mancanza di ulteriori elementi che permettano di identificare con chiarezza il popolo originario può però essere integrata con i risultati ottenuti sui segmenti di DNA del cromosoma Y (DYS). L’analisi effettuata su 67 marcatori e la comparazione dei dati ottenuti con banche dati pubbliche ha rivelato una prevalenza di corrispondenze con abitanti delle Isole Britanniche in particolare con irlandesi, scozzesi o loro discendenti americani. Inoltre, i dati analizzati hanno fornito per DYS 390 il valore 24; alcuni studi hanno dimostrato che questo dato rivela una netta corrispondenza con individui, con aplogruppo R1b o suoi subgruppi, provenienti da Irlanda, Scozia, Spagna e Francia.
Pur non potendosi perciò escludere altre ascendenze, l’ipotesi di una origine italo-celtica dei Malagodi di Cento appare verosimile sia sulla scorta di quanto scritto finora, sia analizzando la storia dell’area geografica in cui la famiglia si radicò. La Romagna infatti, com’è noto, è stata territorio di conquista delle popolazioni celtiche che si legarono a quelle preesistenti e che vennero successivamente romanizzate."

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Malagodi_(famiglia)

https://www.familytreedna.com/group-joi ... p=Malagodi
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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda raffaele.carbotti » giovedì 13 agosto 2015, 21:56

E11319 Adamo Malagodi, ~ 1765 -1850 Italy R-L51 13 24 13 10 11-14 13 12 12 13 13 29 17 9-10 10 11 25 17 19 32 15-15-17-17 10 12 19-23 17 14 17 17 38-38 10 12 11 9 15-16 8 10 10 8 12 10 12 23-23 17 10 12 12 15 8 12 22 20 14 12 11 14 11 11 12 12

Dovrebbero essere R-L51\PF7589+ quindi Rifugio italiano, quindi italico e non celtico.
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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda raffaele.carbotti » giovedì 13 agosto 2015, 22:27

Qui --> https://www.facebook.com/groups/1586941081565144/ il Gruppo FB R-L51\PF7589+
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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda Nessuno » venerdì 14 agosto 2015, 18:24

raffaele.carbotti ha scritto:"L’utilizzo della ricerca sul DNA, ancora in fase pionieristica, va sempre maggiormente affiancandosi alle scienze documentarie quali la genealogia e l’archeologia, pure se con questo strumento non è possibile sostenere la discendenza di un'intera famiglia da un determinato popolo dell’antichità è utile riportare i risultati ottenuti analizzando il DNA di un esponente contemporaneo della famiglia Malagodi.
Il dato principale è l’accertamento dell’ aplogruppo di appartenenza; questo è risultato essere R-L51+. Il risultato indica un'origine protoindoeuropea, un subgruppo piuttosto antico che gli studiosi fanno risalire a circa 7000 anni fa nell’Europa centrale. La mancanza di ulteriori elementi che permettano di identificare con chiarezza il popolo originario può però essere integrata con i risultati ottenuti sui segmenti di DNA del cromosoma Y (DYS). L’analisi effettuata su 67 marcatori e la comparazione dei dati ottenuti con banche dati pubbliche ha rivelato una prevalenza di corrispondenze con abitanti delle Isole Britanniche in particolare con irlandesi, scozzesi o loro discendenti americani. Inoltre, i dati analizzati hanno fornito per DYS 390 il valore 24; alcuni studi hanno dimostrato che questo dato rivela una netta corrispondenza con individui, con aplogruppo R1b o suoi subgruppi, provenienti da Irlanda, Scozia, Spagna e Francia.
Pur non potendosi perciò escludere altre ascendenze, l’ipotesi di una origine italo-celtica dei Malagodi di Cento appare verosimile sia sulla scorta di quanto scritto finora, sia analizzando la storia dell’area geografica in cui la famiglia si radicò. La Romagna infatti, com’è noto, è stata territorio di conquista delle popolazioni celtiche che si legarono a quelle preesistenti e che vennero successivamente romanizzate."

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Malagodi_(famiglia)

https://www.familytreedna.com/group-joi ... p=Malagodi


Ho letto il testo del progetto... non mi pare che possa dire molto sulle origini della nobiltà a Cento: i Malagodi sono consoli praticamente dall'altro ieri, dunque hanno raggiunto la nobiltà in tempi recenti.

Inoltre, è inesatto dire che R1b-L51 ha avuto origine in Europa Centrale: non è ancora stato rinvenuto alcun resto umano con tale SNP. Finora, si è trovato un resto umano che presenta la mutazione padre - R1b-L23 - in un kurgan della cultura di Yamna. Le ipotesi più papabili riguardano un'origine in Europa orientale, addirittura nelle steppe che collegano l'Ucraina al Kazakhstan.

Per quanto riguarda i Celti... non mi pronuncio: R-L51 potrà presentarsi all'interno di siti del vaso campaniforme e della ceramica cordata, ma non sappiamo ancora quale lingua parlassero quelle genti: certamente non la lingua celtica, che è assai più recente.
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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda raffaele.carbotti » venerdì 14 agosto 2015, 22:54

In Samara hanno trovato R-L23/Z2103, il fratello di R-L51, ma non R-L51 (per ora). R-L51* è l'antenato di tutte le subcladi, e R-L51/PF7589+/CTS6889- è quello più vicino all'origine dove le subcladi si originarono. Per questo i teorizzatori del rifugio italiano sostengo che se è in Toscana e in Italia lì c'era il rifugio. Non fa una piega come logica
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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda Nessuno » lunedì 17 agosto 2015, 15:12

raffaele.carbotti ha scritto:In Samara hanno trovato R-L23/Z2103, il fratello di R-L51, ma non R-L51 (per ora). R-L51* è l'antenato di tutte le subcladi, e R-L51/PF7589+/CTS6889- è quello più vicino all'origine dove le subcladi si originarono. Per questo i teorizzatori del rifugio italiano sostengo che se è in Toscana e in Italia lì c'era il rifugio. Non fa una piega come logica


Veramente, io stavo utilizzando la dicitura moderna, come si può riscontrare dall'aplo-albero R1b di ISORGG. R-L23* è stato trovato a Lopatino, ed è il sepolcro contente la mazza di rame. R-L23* è antenato sia di R-L51 che R-Z2103.

Il rifugio italico... ma per quale aplogruppo? R-L51, da quanto si pensa, non è così antico come si credeva anni fa. Probabilmente, in Toscana si potrebbero ritrovare molti R-V88 che contribuirono alla creazione e diffusione della ceramica lineare nel Mediterraneo. In Spagna, ad esempio, hanno trovato un R-V88 (testato positivamente per PF6376, l'equivalente di V88) nel sito di Els Trocs (El Troc 3) del primo Neolitico.

Oltretutto, molti dati sono contro il rifugio italico: ad esempio le indagini autosomali dei resti del campaniforme: l'individuo R-U152 trovato è sovrapponibile perfettamente ad un individuo standard della cultura della ceramica cordata, di chiara derivazione orientale.

Inoltre, le "zone di pesca" di R1b antico sono quelle in culture fortemente innovatrici, che hanno rotto con la cultura neolitica: il campaniforme, infatti, in Iberia, si integra nelle culture megalitiche preesistenti ma mantiene una sorta di apartheid culturale (i maschi sposano donne straniere, ma hanno sepolcri individuali separati da quelli comuni megalitici, contenenti armi in rame, specialmente pugnali e frecce. Su Bell-beaker blogger, inoltre, si discute se si sia trattato di frecce per archi composti oppure lunghi. Discussione importante, giacché un arco composto, più piccolo, si adatta alla seconda innovazione del campaniforme: l'uso intensivo del cavallo).

Con buona pace di chi pensa che l'Italia sia il centro del mondo, purtroppo, per ora, vige ancora l'antico adagio Ex oriente lux.

P.s.: comunque, la logica fa pieghe: non è che se si trova oggi R1b-L51 in Toscana, allora essa è la sede del rifugio italico di R-L51. E' come se io dicessi: "Oggi negli Stati Uniti ci sono moltissimi R1b, allora anche 10.000 anni fa c'erano moltissimi R1b".

Come ho già scritto altre volte: gli aplogruppi sono come i cognomi... talvolta migrano altrove e si estinguono nel luogo di nascita.
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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda Alessio Bruno Bedini » lunedì 17 agosto 2015, 16:26

Caro Nessuno ti ringrazio per questo tuo intervento chiarificatore.
Purtroppo però non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e anche di di chi si affeziona troppo alle proprie teorie.

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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda Zanetto » sabato 28 novembre 2015, 23:42

Vedo la discussione solo ora. Alcune precisazioni:

1)
Ho letto il testo del progetto... non mi pare che possa dire molto sulle origini della nobiltà a Cento: i Malagodi sono consoli praticamente dall'altro ieri, dunque hanno raggiunto la nobiltà in tempi recenti.


Formalmente corretto, sostanzialmente no. La distinta civiltà della famiglia è testimoniata da tempi più remoti e nei secoli precedenti al consolato i Malagodi di Cento sposavano con famiglie consigliari e consolari. La loro origine forestiera non gli permise però l'ammissione al Consiglio finché questo non venne aperto ai "fumanti".

2) Ipotesi celtiche su Wikipedia. Appunto ipotesi, e come tali riportate sulla scorta delle ricerche fatte, sulla stanzialità della famiglia e sulla presunta discendenza da schiatta indigena più antica. I risultati genetici non confermano al 100% ma non smentiscono. Qui e altrove sul tema ho letto tutto e il contrario di tutto e questo mi fa un po' sorridere; io almeno spesso ho confessato la mia ignoranza e su questi temi non ho le certezze che altri sembrano avere. Le ipotesi riportate sono comunque sostenute da altri ricercatori; prendo atto che non tutti sono concordi. Pazienza.

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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda Alessio Bruno Bedini » sabato 28 novembre 2015, 23:48

Wikipedia ed Eupedia riportano per questi argomenti studi fatti magari 2-3 anni (ma anche di più) fa quando non esisteva nemmeno il sequenziamento completo del cromosoma Y.. un altra epoca rispetto ad oggi.
In questo campo le ipotesi cambiano da un giorno all'altro .. servono studi e test recenti ..
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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda Nessuno » mercoledì 2 dicembre 2015, 10:23

Zanetto ha scritto:Vedo la discussione solo ora. Alcune precisazioni:

1)
Ho letto il testo del progetto... non mi pare che possa dire molto sulle origini della nobiltà a Cento: i Malagodi sono consoli praticamente dall'altro ieri, dunque hanno raggiunto la nobiltà in tempi recenti.


Formalmente corretto, sostanzialmente no. La distinta civiltà della famiglia è testimoniata da tempi più remoti e nei secoli precedenti al consolato i Malagodi di Cento sposavano con famiglie consigliari e consolari. La loro origine forestiera non gli permise però l'ammissione al Consiglio finché questo non venne aperto ai "fumanti".

2) Ipotesi celtiche su Wikipedia. Appunto ipotesi, e come tali riportate sulla scorta delle ricerche fatte, sulla stanzialità della famiglia e sulla presunta discendenza da schiatta indigena più antica. I risultati genetici non confermano al 100% ma non smentiscono. Qui e altrove sul tema ho letto tutto e il contrario di tutto e questo mi fa un po' sorridere; io almeno spesso ho confessato la mia ignoranza e su questi temi non ho le certezze che altri sembrano avere. Le ipotesi riportate sono comunque sostenute da altri ricercatori; prendo atto che non tutti sono concordi. Pazienza.

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Buongiorno,

1) mi scuso se il mio messaggio ha mancato di rispetto nei confronti della Sua famiglia: non era mia intenzione. Prendo atto della distinta civiltà della famiglia Malagodi, tuttavia, se fosse possibile, sarebbe gradito saperne di più: erano decurioni? Erano patrizi di qualche comunità che ammetteva l'esistenza di un patriziato locale? Erano discesi da terre al di là delle Alpi?

2) Non riesco a cogliere il significato di questo Suo secondo punto... probabilmente, sono poco avvezzo alla comprensione di un testo.
Chiaramente, tutto deve essere confermato intorno alla genetica delle popolazioni e delle stirpi. Tuttavia, si può affermare che esistono correnti di pensiero assai discordanti tra loro che, un po' per orgoglio personale e/o nazionale, un po' per motivi socio-politici-economici, sostengono un certo tipo di origine per un aplogruppo. Immagino la sorpresa per un basco quando ha riscontrato di non essere poi tanto diverso da uno spagnolo settentrionale... immaginatevi se dovessero un giorno dimostrare che, geneticamente, i baschi non sono altro che figli di padri indoeuropei e di madri indigene: cadrebbe in un solo secondo tutta la teoria della lotta contro il governo centrale spagnolo. Immaginatevi la stessa identica cosa per una schiatta che vanta origini germaniche e, invece, grazie alla genetica, si scopre essere di origine locale: la storia personale verrebbe riscritta.

E' vero che tutto può cambiare nel giro di un secondo in questo mondo ed è forse per questo motivo che la genetica delle antiche popolazioni è così interessante.
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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda Zanetto » sabato 19 dicembre 2015, 23:03

Buonasera "Nessuno",

Le Sue gentili scuse non sono necessarie, che non ci fosse intento offensivo era evidente.

In quanto al primo punto, benché non di stretta attinenza con questo forum di genetica, le dirò che il tenore di vita “more nobilium” era una condizione che non mancava ai Malagodi, i maggiori studiosi Centesi, l’Orsini, il Bagni e Il Monteforti, nei loro scritti hanno testimoniato una condizione agiata della famiglia in Cento fin dal XVI secolo; era quindi una schiatta forestiera ma radicata e stabile in Cento con vasti possedimenti terrieri e proprietà; quando nel 1755 il Consiglio si aprì ai non originari di Cento, l’ascrizione dei Malagodi fu il naturale riconoscimento della condizione della famiglia che pure aveva e avrebbe ancora dato alla patria centese e poi all' Italia stessa un gran numero di figure illustri. Il Capitano Clemente Malagodi fu quindi Console di Cento nel 1757 assieme a Gaetano Majocchi e di nuovo nel 1762 assieme a Giuseppe Bregoli. La famiglia è difatti ricordata come "Consolare", con un rango superiore a quello "Consiliare" o "Cittadino".

Cento fu elevata a Città da Papa Benedetto XIV nel 1754 e l’ascrizione al Consiglio di Cento dei Malagodi è come detto successiva a tale data. È infatti certo che il Consiglio della Città di Cento avesse acquisito (qualora già non la possedesse), la condizione nobile; tutto ciò è chiaro nella Bolla di elevazione concessa dal Pontefice, nella quale sono esplicitamente conferiti alla città gli onori, i diritti, le prerogative e le decorazioni che spettano a tutte le città dello Stato Pontificio, è evidente pure il riferimento diretto alla sua Magistratura, giacche proprio a questa fa espressa allusione la Bolla quando le concede gli “honores et insignia quibus aliarum eiusdem Ditionis Civitatum Magistratus de fure, usu vel consuetudine gaudere debent”. Tale condizione, è perfettamente recepita dallo stesso Consiglio di Cento che, in documenti della seconda metà del secolo XVIII, successivi, cioè, alla suddetta Bolla, concede l’aggregazione alla cittadinanza nobile centese “colle prerogative, grazie ed indulti competenti alli cittadini nobili di detta città”. E ancora, il Senato di Bologna, di cui fu regola costante di non aggregare alla nobiltà bolognese persone che non fossero già riconosciute nobili fuori di Bologna, stabili l’ascrizione fra le patrizie felsinee di famiglie nobili centesi.

Sul secondo punto ho poco da dirLe, non credo Lei sia "poco avvezzo alla comprensione di un testo". Probabilmente sono stato poco chiaro io. Rifulgo, passioni e partigianerie; ripeto, quanto riportato è solo frutto di ipotesi.

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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda Nessuno » martedì 22 dicembre 2015, 13:40

Zanetto ha scritto:Buonasera "Nessuno",

Le Sue gentili scuse non sono necessarie, che non ci fosse intento offensivo era evidente.

In quanto al primo punto, benché non di stretta attinenza con questo forum di genetica, le dirò che il tenore di vita “more nobilium” era una condizione che non mancava ai Malagodi, i maggiori studiosi Centesi, l’Orsini, il Bagni e Il Monteforti, nei loro scritti hanno testimoniato una condizione agiata della famiglia in Cento fin dal XVI secolo; era quindi una schiatta forestiera ma radicata e stabile in Cento con vasti possedimenti terrieri e proprietà; quando nel 1755 il Consiglio si aprì ai non originari di Cento, l’ascrizione dei Malagodi fu il naturale riconoscimento della condizione della famiglia che pure aveva e avrebbe ancora dato alla patria centese e poi all' Italia stessa un gran numero di figure illustri. Il Capitano Clemente Malagodi fu quindi Console di Cento nel 1757 assieme a Gaetano Majocchi e di nuovo nel 1762 assieme a Giuseppe Bregoli. La famiglia è difatti ricordata come "Consolare", con un rango superiore a quello "Consiliare" o "Cittadino".

Cento fu elevata a Città da Papa Benedetto XIV nel 1754 e l’ascrizione al Consiglio di Cento dei Malagodi è come detto successiva a tale data. È infatti certo che il Consiglio della Città di Cento avesse acquisito (qualora già non la possedesse), la condizione nobile; tutto ciò è chiaro nella Bolla di elevazione concessa dal Pontefice, nella quale sono esplicitamente conferiti alla città gli onori, i diritti, le prerogative e le decorazioni che spettano a tutte le città dello Stato Pontificio, è evidente pure il riferimento diretto alla sua Magistratura, giacche proprio a questa fa espressa allusione la Bolla quando le concede gli “honores et insignia quibus aliarum eiusdem Ditionis Civitatum Magistratus de fure, usu vel consuetudine gaudere debent”. Tale condizione, è perfettamente recepita dallo stesso Consiglio di Cento che, in documenti della seconda metà del secolo XVIII, successivi, cioè, alla suddetta Bolla, concede l’aggregazione alla cittadinanza nobile centese “colle prerogative, grazie ed indulti competenti alli cittadini nobili di detta città”. E ancora, il Senato di Bologna, di cui fu regola costante di non aggregare alla nobiltà bolognese persone che non fossero già riconosciute nobili fuori di Bologna, stabili l’ascrizione fra le patrizie felsinee di famiglie nobili centesi.

Sul secondo punto ho poco da dirLe, non credo Lei sia "poco avvezzo alla comprensione di un testo". Probabilmente sono stato poco chiaro io. Rifulgo, passioni e partigianerie; ripeto, quanto riportato è solo frutto di ipotesi.

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La ringrazio per la risposta. Tuttavia, mi permetto di insistere: secondo me, il XVI secolo è un periodo troppo recente per parlare di tempi remoti. Propongo un esempio: la mia famiglia non è certamente nobile di origine e neppure benestante - né oggi, né in passato - a tal punto da vivere more nobilium, ma sono riuscito a construirne l'albero genealogico - almeno il filo paterno - da me al 1270. Purtroppo non posso continuare per mancanza di documentazione notarile per i periodi anteriori a tale data. Dunque, io mi domando: se la mia famiglia, non nobile, non benestante, ma con un cognome stabile da circa 800 anni (forse anche da più tempo, ma non potrò mai saperlo) ha lasciato traccia di sé fino al 1270... sicuramente, famiglie ben più danarose e potenti potrebbero fare altrettanto, se non di più. I Malagodi, in quanto famiglia notabile e rispettata a Cento sin dal XVI secolo, potrebbe avere documentazione sufficiente per provare anche le sue più remote origini. E' stato fatto uno studio genealogico-documentario sulle origini della famiglia per il periodo anteriore il XVI secolo?
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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda Zanetto » mercoledì 23 dicembre 2015, 12:55

Gentile "nessuno",

La risposta al suo quesito è semplicemente "no", per una serie di motivi che possiamo ricondurre sostanzialmente a mancanza di tempo da parte mia. Vivendo a Roma non ho potuto visitare personalmente archivi e chiese in Emilia, affidandomi a preziosi amici che sono giunti dove hanno potuto. Un giorno forse...
Resta invariato lo spessore della famiglia, la sua condizione e il prestigio di alcuni suoi componenti, tanto nel passato quanto in tempi recenti. Se a lei pare poca cosa, pazienza.
Potremmo dire che, benché a me interesserebbe certo avere documentazione di una linea diretta antica al par suo, d'altra parte nessuno si è mai interessato alla cosa. Unica eccezione l'on. Giovanni Malagodi, cugino del nonno che per una sua pubblicazione fece ricerche, a mio parere troppo parziali. Ma d'altra parte erano altri tempi e famiglie come la nostra non dovevano render conto a nessuno del proprio lustro.

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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda Titolabieno » mercoledì 23 dicembre 2015, 19:46

Buonasera nessuno, leggo con soddisfazione che Lei nelle sue ricerche genealogiche benchè come me non proveniente da un casato nobile, è riuscito ad arrivare fino al 1270. Un traguardo importante ed eccezionale devo ammettere. Purtroppo in condizioni normali, se non si era nobili, le ricerche arrivano ad arenarsi dopo la metà del 1500. Lei è stato probabilmente fortunato. Io ho commissionato la ricerca genealogica ad una associazione specializzata che finora mi ha dimostrato serietà (lo dico perchè avevo già fatto io delle ricerche e le news che mi inviano periodicamente si riscontrano con i dati già in mio possesso), ma temo che la ricerca stia per volgere al termine ovvero ci fermeremo tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600. Spero che dopo natale mi comunicheranno con sorpresa che sono riusciti ad arrivare più indietro ma ci credo poco. So che per arrivare più indietro occorre cercare negli archivi notarili, ma bisogna avere tanta fortuna, occorre imbattersi in qualche testamento, vendita, acquisto, processo, insomma in un testo notarile che citi quell'antenato e non è cosa facile. Lei dopo la ricerca fatta nei registri parrocchiali, come ha proseguito? Come è arrivato al 1270?
Nessuno ha scritto:
Zanetto ha scritto:Buonasera "Nessuno",

Le Sue gentili scuse non sono necessarie, che non ci fosse intento offensivo era evidente.

In quanto al primo punto, benché non di stretta attinenza con questo forum di genetica, le dirò che il tenore di vita “more nobilium” era una condizione che non mancava ai Malagodi, i maggiori studiosi Centesi, l’Orsini, il Bagni e Il Monteforti, nei loro scritti hanno testimoniato una condizione agiata della famiglia in Cento fin dal XVI secolo; era quindi una schiatta forestiera ma radicata e stabile in Cento con vasti possedimenti terrieri e proprietà; quando nel 1755 il Consiglio si aprì ai non originari di Cento, l’ascrizione dei Malagodi fu il naturale riconoscimento della condizione della famiglia che pure aveva e avrebbe ancora dato alla patria centese e poi all' Italia stessa un gran numero di figure illustri. Il Capitano Clemente Malagodi fu quindi Console di Cento nel 1757 assieme a Gaetano Majocchi e di nuovo nel 1762 assieme a Giuseppe Bregoli. La famiglia è difatti ricordata come "Consolare", con un rango superiore a quello "Consiliare" o "Cittadino".

Cento fu elevata a Città da Papa Benedetto XIV nel 1754 e l’ascrizione al Consiglio di Cento dei Malagodi è come detto successiva a tale data. È infatti certo che il Consiglio della Città di Cento avesse acquisito (qualora già non la possedesse), la condizione nobile; tutto ciò è chiaro nella Bolla di elevazione concessa dal Pontefice, nella quale sono esplicitamente conferiti alla città gli onori, i diritti, le prerogative e le decorazioni che spettano a tutte le città dello Stato Pontificio, è evidente pure il riferimento diretto alla sua Magistratura, giacche proprio a questa fa espressa allusione la Bolla quando le concede gli “honores et insignia quibus aliarum eiusdem Ditionis Civitatum Magistratus de fure, usu vel consuetudine gaudere debent”. Tale condizione, è perfettamente recepita dallo stesso Consiglio di Cento che, in documenti della seconda metà del secolo XVIII, successivi, cioè, alla suddetta Bolla, concede l’aggregazione alla cittadinanza nobile centese “colle prerogative, grazie ed indulti competenti alli cittadini nobili di detta città”. E ancora, il Senato di Bologna, di cui fu regola costante di non aggregare alla nobiltà bolognese persone che non fossero già riconosciute nobili fuori di Bologna, stabili l’ascrizione fra le patrizie felsinee di famiglie nobili centesi.

Sul secondo punto ho poco da dirLe, non credo Lei sia "poco avvezzo alla comprensione di un testo". Probabilmente sono stato poco chiaro io. Rifulgo, passioni e partigianerie; ripeto, quanto riportato è solo frutto di ipotesi.

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La ringrazio per la risposta. Tuttavia, mi permetto di insistere: secondo me, il XVI secolo è un periodo troppo recente per parlare di tempi remoti. Propongo un esempio: la mia famiglia non è certamente nobile di origine e neppure benestante - né oggi, né in passato - a tal punto da vivere more nobilium, ma sono riuscito a construirne l'albero genealogico - almeno il filo paterno - da me al 1270. Purtroppo non posso continuare per mancanza di documentazione notarile per i periodi anteriori a tale data. Dunque, io mi domando: se la mia famiglia, non nobile, non benestante, ma con un cognome stabile da circa 800 anni (forse anche da più tempo, ma non potrò mai saperlo) ha lasciato traccia di sé fino al 1270... sicuramente, famiglie ben più danarose e potenti potrebbero fare altrettanto, se non di più. I Malagodi, in quanto famiglia notabile e rispettata a Cento sin dal XVI secolo, potrebbe avere documentazione sufficiente per provare anche le sue più remote origini. E' stato fatto uno studio genealogico-documentario sulle origini della famiglia per il periodo anteriore il XVI secolo?
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Re: Malagodi e il loro cromosoma Y

Messaggioda Nessuno » giovedì 24 dicembre 2015, 0:49

Zanetto ha scritto:Gentile "nessuno",

La risposta al suo quesito è semplicemente "no", per una serie di motivi che possiamo ricondurre sostanzialmente a mancanza di tempo da parte mia. Vivendo a Roma non ho potuto visitare personalmente archivi e chiese in Emilia, affidandomi a preziosi amici che sono giunti dove hanno potuto. Un giorno forse...
Resta invariato lo spessore della famiglia, la sua condizione e il prestigio di alcuni suoi componenti, tanto nel passato quanto in tempi recenti. Se a lei pare poca cosa, pazienza.
Potremmo dire che, benché a me interesserebbe certo avere documentazione di una linea diretta antica al par suo, d'altra parte nessuno si è mai interessato alla cosa. Unica eccezione l'on. Giovanni Malagodi, cugino del nonno che per una sua pubblicazione fece ricerche, a mio parere troppo parziali. Ma d'altra parte erano altri tempi e famiglie come la nostra non dovevano render conto a nessuno del proprio lustro.

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Alfredo Malagodi


Mi scuso nuovamente per la mia ambigua espressione: non mi pare poca cosa, ma solamente una menzione di un periodo troppo recente per parlare di origini... tutto qui.

Titolabieno ha scritto:Buonasera nessuno, leggo con soddisfazione che Lei nelle sue ricerche genealogiche benchè come me non proveniente da un casato nobile, è riuscito ad arrivare fino al 1270. Un traguardo importante ed eccezionale devo ammettere. Purtroppo in condizioni normali, se non si era nobili, le ricerche arrivano ad arenarsi dopo la metà del 1500. Lei è stato probabilmente fortunato. Io ho commissionato la ricerca genealogica ad una associazione specializzata che finora mi ha dimostrato serietà (lo dico perchè avevo già fatto io delle ricerche e le news che mi inviano periodicamente si riscontrano con i dati già in mio possesso), ma temo che la ricerca stia per volgere al termine ovvero ci fermeremo tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600. Spero che dopo natale mi comunicheranno con sorpresa che sono riusciti ad arrivare più indietro ma ci credo poco. So che per arrivare più indietro occorre cercare negli archivi notarili, ma bisogna avere tanta fortuna, occorre imbattersi in qualche testamento, vendita, acquisto, processo, insomma in un testo notarile che citi quell'antenato e non è cosa facile. Lei dopo la ricerca fatta nei registri parrocchiali, come ha proseguito? Come è arrivato al 1270?
Nessuno ha scritto:


La buona sorte è, solitamente, la compagna più ferace in questo genere di ricerche. Tuttavia, se posso essere franco, la mia famiglia ha sempre lasciato traccia di sé nella storia perché era una famiglia di farabutti, avventurieri e intriganti. I numerosi atti notarili che ho trovato riguardavano, spesse volte, liti e divisioni tra componenti della famiglia e tra i potenti e i miei familiari. Per esempio, un atto sopra tutti, della fine del 1300, riguarda la deviazione abusiva di un canale molto importante per l'agricoltura del territorio e per la comunicazione tra i due fiumi principali. Tale deviazione era stata operata per finalità economiche ma anche politiche: erano, dopo tutto, avventurieri, sebbene radicati nel territorio, e, di conseguenza, cercavano di appoggiare la parte politica che avrebbe potuto, secondo le loro strambe e mai azzeccate previsioni, avere la meglio. Un altro atto, assai esemplificativo, degli inizi del 1400, riguardava una lite tra uno dei miei antenati e il comune di residenza! Inutile dire che, alla fine dei conti, si trattava di una lite tra un mio antenato e i suoi parenti, dal momento che i rappresentanti e i consoli del comune erano in buona parte portatori del mio cognome e, risalendo l'albero genealogico, parenti.

Oltre a ciò, molto dipende anche dalla professione che avevano gli antenati: i miei antenati si dedicavano assiduamente alla vita politica del luogo in cui vivevano e apparivano sovente negli atti attraverso i quali il comune di residenza regolava i rapporti con l'esterno.

Per quanto riguarda la buona sorte, devo ammettere di essere stato accompagnato dalla fortuna: i miei antenati hanno cominciato a scomparire dalla vita politica e dagli atti notarili proprio nel momento in cui cominciano ad essere redatti gli atti parrocchiali nella mia zona. In tutti i notai dei comuni adiacenti a quello di residenza dei miei antenati ho trovato loro tracce. Nei notai più antichi, ho sempre trovato loro tracce come testimoni di atti redatti a favore di concittadini oppure in loco da parte, soprattutto, di istituzioni religiose. Non solo, ma ho sempre trovato menzione della loro presenza anche negli atti di compravendita in cui comparivano come proprietari confinanti con le terre contese dalle parti.

Le auguro di essere fortunato come lo sono stato io.

Sicuramente, oltre all'augurio, le vorrei dare anche un consiglio: ho sempre fatto le ricerche per conto mio, dal momento che reputo impagabile la quantità di informazioni che si possono ottenere intorno alla storia locale sfogliando atti notarili che nulla hanno a che fare con noi. E' sicuramente tempo perso per le nostre ricerche, ma è una miniera di informazioni interessantissime. E, senza dubbio, sfogliare, sfogliare e sfogliare senza tralasciare nessun notaio è l'unica via percorribile per sperare di trovare qualcosa anche sui nostri per nulla notabili antenati.
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