Moderatori: Messanensis, Alessio Bruno Bedini, GENS VALERIA
raffaele.carbotti ha scritto:"L’utilizzo della ricerca sul DNA, ancora in fase pionieristica, va sempre maggiormente affiancandosi alle scienze documentarie quali la genealogia e l’archeologia, pure se con questo strumento non è possibile sostenere la discendenza di un'intera famiglia da un determinato popolo dell’antichità è utile riportare i risultati ottenuti analizzando il DNA di un esponente contemporaneo della famiglia Malagodi.
Il dato principale è l’accertamento dell’ aplogruppo di appartenenza; questo è risultato essere R-L51+. Il risultato indica un'origine protoindoeuropea, un subgruppo piuttosto antico che gli studiosi fanno risalire a circa 7000 anni fa nell’Europa centrale. La mancanza di ulteriori elementi che permettano di identificare con chiarezza il popolo originario può però essere integrata con i risultati ottenuti sui segmenti di DNA del cromosoma Y (DYS). L’analisi effettuata su 67 marcatori e la comparazione dei dati ottenuti con banche dati pubbliche ha rivelato una prevalenza di corrispondenze con abitanti delle Isole Britanniche in particolare con irlandesi, scozzesi o loro discendenti americani. Inoltre, i dati analizzati hanno fornito per DYS 390 il valore 24; alcuni studi hanno dimostrato che questo dato rivela una netta corrispondenza con individui, con aplogruppo R1b o suoi subgruppi, provenienti da Irlanda, Scozia, Spagna e Francia.
Pur non potendosi perciò escludere altre ascendenze, l’ipotesi di una origine italo-celtica dei Malagodi di Cento appare verosimile sia sulla scorta di quanto scritto finora, sia analizzando la storia dell’area geografica in cui la famiglia si radicò. La Romagna infatti, com’è noto, è stata territorio di conquista delle popolazioni celtiche che si legarono a quelle preesistenti e che vennero successivamente romanizzate."
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Malagodi_(famiglia)
https://www.familytreedna.com/group-joi ... p=Malagodi
raffaele.carbotti ha scritto:In Samara hanno trovato R-L23/Z2103, il fratello di R-L51, ma non R-L51 (per ora). R-L51* è l'antenato di tutte le subcladi, e R-L51/PF7589+/CTS6889- è quello più vicino all'origine dove le subcladi si originarono. Per questo i teorizzatori del rifugio italiano sostengo che se è in Toscana e in Italia lì c'era il rifugio. Non fa una piega come logica
Ho letto il testo del progetto... non mi pare che possa dire molto sulle origini della nobiltà a Cento: i Malagodi sono consoli praticamente dall'altro ieri, dunque hanno raggiunto la nobiltà in tempi recenti.
Zanetto ha scritto:Vedo la discussione solo ora. Alcune precisazioni:
1)Ho letto il testo del progetto... non mi pare che possa dire molto sulle origini della nobiltà a Cento: i Malagodi sono consoli praticamente dall'altro ieri, dunque hanno raggiunto la nobiltà in tempi recenti.
Formalmente corretto, sostanzialmente no. La distinta civiltà della famiglia è testimoniata da tempi più remoti e nei secoli precedenti al consolato i Malagodi di Cento sposavano con famiglie consigliari e consolari. La loro origine forestiera non gli permise però l'ammissione al Consiglio finché questo non venne aperto ai "fumanti".
2) Ipotesi celtiche su Wikipedia. Appunto ipotesi, e come tali riportate sulla scorta delle ricerche fatte, sulla stanzialità della famiglia e sulla presunta discendenza da schiatta indigena più antica. I risultati genetici non confermano al 100% ma non smentiscono. Qui e altrove sul tema ho letto tutto e il contrario di tutto e questo mi fa un po' sorridere; io almeno spesso ho confessato la mia ignoranza e su questi temi non ho le certezze che altri sembrano avere. Le ipotesi riportate sono comunque sostenute da altri ricercatori; prendo atto che non tutti sono concordi. Pazienza.
Cordialità
Alfredo Malagodi
Zanetto ha scritto:Buonasera "Nessuno",
Le Sue gentili scuse non sono necessarie, che non ci fosse intento offensivo era evidente.
In quanto al primo punto, benché non di stretta attinenza con questo forum di genetica, le dirò che il tenore di vita “more nobilium” era una condizione che non mancava ai Malagodi, i maggiori studiosi Centesi, l’Orsini, il Bagni e Il Monteforti, nei loro scritti hanno testimoniato una condizione agiata della famiglia in Cento fin dal XVI secolo; era quindi una schiatta forestiera ma radicata e stabile in Cento con vasti possedimenti terrieri e proprietà; quando nel 1755 il Consiglio si aprì ai non originari di Cento, l’ascrizione dei Malagodi fu il naturale riconoscimento della condizione della famiglia che pure aveva e avrebbe ancora dato alla patria centese e poi all' Italia stessa un gran numero di figure illustri. Il Capitano Clemente Malagodi fu quindi Console di Cento nel 1757 assieme a Gaetano Majocchi e di nuovo nel 1762 assieme a Giuseppe Bregoli. La famiglia è difatti ricordata come "Consolare", con un rango superiore a quello "Consiliare" o "Cittadino".
Cento fu elevata a Città da Papa Benedetto XIV nel 1754 e l’ascrizione al Consiglio di Cento dei Malagodi è come detto successiva a tale data. È infatti certo che il Consiglio della Città di Cento avesse acquisito (qualora già non la possedesse), la condizione nobile; tutto ciò è chiaro nella Bolla di elevazione concessa dal Pontefice, nella quale sono esplicitamente conferiti alla città gli onori, i diritti, le prerogative e le decorazioni che spettano a tutte le città dello Stato Pontificio, è evidente pure il riferimento diretto alla sua Magistratura, giacche proprio a questa fa espressa allusione la Bolla quando le concede gli “honores et insignia quibus aliarum eiusdem Ditionis Civitatum Magistratus de fure, usu vel consuetudine gaudere debent”. Tale condizione, è perfettamente recepita dallo stesso Consiglio di Cento che, in documenti della seconda metà del secolo XVIII, successivi, cioè, alla suddetta Bolla, concede l’aggregazione alla cittadinanza nobile centese “colle prerogative, grazie ed indulti competenti alli cittadini nobili di detta città”. E ancora, il Senato di Bologna, di cui fu regola costante di non aggregare alla nobiltà bolognese persone che non fossero già riconosciute nobili fuori di Bologna, stabili l’ascrizione fra le patrizie felsinee di famiglie nobili centesi.
Sul secondo punto ho poco da dirLe, non credo Lei sia "poco avvezzo alla comprensione di un testo". Probabilmente sono stato poco chiaro io. Rifulgo, passioni e partigianerie; ripeto, quanto riportato è solo frutto di ipotesi.
Cordialità,
Alfredo Malagodi
Nessuno ha scritto:Zanetto ha scritto:Buonasera "Nessuno",
Le Sue gentili scuse non sono necessarie, che non ci fosse intento offensivo era evidente.
In quanto al primo punto, benché non di stretta attinenza con questo forum di genetica, le dirò che il tenore di vita “more nobilium” era una condizione che non mancava ai Malagodi, i maggiori studiosi Centesi, l’Orsini, il Bagni e Il Monteforti, nei loro scritti hanno testimoniato una condizione agiata della famiglia in Cento fin dal XVI secolo; era quindi una schiatta forestiera ma radicata e stabile in Cento con vasti possedimenti terrieri e proprietà; quando nel 1755 il Consiglio si aprì ai non originari di Cento, l’ascrizione dei Malagodi fu il naturale riconoscimento della condizione della famiglia che pure aveva e avrebbe ancora dato alla patria centese e poi all' Italia stessa un gran numero di figure illustri. Il Capitano Clemente Malagodi fu quindi Console di Cento nel 1757 assieme a Gaetano Majocchi e di nuovo nel 1762 assieme a Giuseppe Bregoli. La famiglia è difatti ricordata come "Consolare", con un rango superiore a quello "Consiliare" o "Cittadino".
Cento fu elevata a Città da Papa Benedetto XIV nel 1754 e l’ascrizione al Consiglio di Cento dei Malagodi è come detto successiva a tale data. È infatti certo che il Consiglio della Città di Cento avesse acquisito (qualora già non la possedesse), la condizione nobile; tutto ciò è chiaro nella Bolla di elevazione concessa dal Pontefice, nella quale sono esplicitamente conferiti alla città gli onori, i diritti, le prerogative e le decorazioni che spettano a tutte le città dello Stato Pontificio, è evidente pure il riferimento diretto alla sua Magistratura, giacche proprio a questa fa espressa allusione la Bolla quando le concede gli “honores et insignia quibus aliarum eiusdem Ditionis Civitatum Magistratus de fure, usu vel consuetudine gaudere debent”. Tale condizione, è perfettamente recepita dallo stesso Consiglio di Cento che, in documenti della seconda metà del secolo XVIII, successivi, cioè, alla suddetta Bolla, concede l’aggregazione alla cittadinanza nobile centese “colle prerogative, grazie ed indulti competenti alli cittadini nobili di detta città”. E ancora, il Senato di Bologna, di cui fu regola costante di non aggregare alla nobiltà bolognese persone che non fossero già riconosciute nobili fuori di Bologna, stabili l’ascrizione fra le patrizie felsinee di famiglie nobili centesi.
Sul secondo punto ho poco da dirLe, non credo Lei sia "poco avvezzo alla comprensione di un testo". Probabilmente sono stato poco chiaro io. Rifulgo, passioni e partigianerie; ripeto, quanto riportato è solo frutto di ipotesi.
Cordialità,
Alfredo Malagodi
La ringrazio per la risposta. Tuttavia, mi permetto di insistere: secondo me, il XVI secolo è un periodo troppo recente per parlare di tempi remoti. Propongo un esempio: la mia famiglia non è certamente nobile di origine e neppure benestante - né oggi, né in passato - a tal punto da vivere more nobilium, ma sono riuscito a construirne l'albero genealogico - almeno il filo paterno - da me al 1270. Purtroppo non posso continuare per mancanza di documentazione notarile per i periodi anteriori a tale data. Dunque, io mi domando: se la mia famiglia, non nobile, non benestante, ma con un cognome stabile da circa 800 anni (forse anche da più tempo, ma non potrò mai saperlo) ha lasciato traccia di sé fino al 1270... sicuramente, famiglie ben più danarose e potenti potrebbero fare altrettanto, se non di più. I Malagodi, in quanto famiglia notabile e rispettata a Cento sin dal XVI secolo, potrebbe avere documentazione sufficiente per provare anche le sue più remote origini. E' stato fatto uno studio genealogico-documentario sulle origini della famiglia per il periodo anteriore il XVI secolo?
Zanetto ha scritto:Gentile "nessuno",
La risposta al suo quesito è semplicemente "no", per una serie di motivi che possiamo ricondurre sostanzialmente a mancanza di tempo da parte mia. Vivendo a Roma non ho potuto visitare personalmente archivi e chiese in Emilia, affidandomi a preziosi amici che sono giunti dove hanno potuto. Un giorno forse...
Resta invariato lo spessore della famiglia, la sua condizione e il prestigio di alcuni suoi componenti, tanto nel passato quanto in tempi recenti. Se a lei pare poca cosa, pazienza.
Potremmo dire che, benché a me interesserebbe certo avere documentazione di una linea diretta antica al par suo, d'altra parte nessuno si è mai interessato alla cosa. Unica eccezione l'on. Giovanni Malagodi, cugino del nonno che per una sua pubblicazione fece ricerche, a mio parere troppo parziali. Ma d'altra parte erano altri tempi e famiglie come la nostra non dovevano render conto a nessuno del proprio lustro.
Cordialità
Alfredo Malagodi
Titolabieno ha scritto:Buonasera nessuno, leggo con soddisfazione che Lei nelle sue ricerche genealogiche benchè come me non proveniente da un casato nobile, è riuscito ad arrivare fino al 1270. Un traguardo importante ed eccezionale devo ammettere. Purtroppo in condizioni normali, se non si era nobili, le ricerche arrivano ad arenarsi dopo la metà del 1500. Lei è stato probabilmente fortunato. Io ho commissionato la ricerca genealogica ad una associazione specializzata che finora mi ha dimostrato serietà (lo dico perchè avevo già fatto io delle ricerche e le news che mi inviano periodicamente si riscontrano con i dati già in mio possesso), ma temo che la ricerca stia per volgere al termine ovvero ci fermeremo tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600. Spero che dopo natale mi comunicheranno con sorpresa che sono riusciti ad arrivare più indietro ma ci credo poco. So che per arrivare più indietro occorre cercare negli archivi notarili, ma bisogna avere tanta fortuna, occorre imbattersi in qualche testamento, vendita, acquisto, processo, insomma in un testo notarile che citi quell'antenato e non è cosa facile. Lei dopo la ricerca fatta nei registri parrocchiali, come ha proseguito? Come è arrivato al 1270?Nessuno ha scritto:
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