da Silvaticus » domenica 2 settembre 2012, 22:48
Sarebbe interessante pubblicare Il Primo Elenco delle “Antiche e cospicue famiglie della borghesia romana” redatto da Pietro Romano allegato al primo volume delle Famiglie Romane.
Se può interessarVi, vi copio uno stralcio dell’articolo che scrissi nel 1998 pubblicato su “il Dialogo” dal titolo “La società romana tra il 1770 ed il 1800”.
“….. La Roma papalina degli ultimi anni del “potere temporale” era suddivisa in ben definite classi sociali, con quasi o nessuna relazione tra loro; all’apice della piramide vi era l’Alto Clero, seguito dall’Aristocrazia Romana, il Generone, il Generetto, il Popolo e il Popolino. Ogni ceto aveva le sue usanze e le sue abitudini di vita, i più ambiziosi tentavano, spesso senza gran successo, la scalata la ceto superiore cercando di imitarne i modi e lo stile di vita. Ogni ceto guardava all’altro con la boria tipica del romano, ognuno principe o mendicante che fosse si considerava superiore a chiunque.
L’Alto Clero, per il particolare tipo di governo, era la classe dominante di allora, composto da cardinali e da alti prelati, ricopriva le maggiori cariche dello Stato, sia civili che religiose. L’Aristocrazia Romana, composta dalle famiglie storiche principesche legate al Soglio di Pietro da cariche ereditarie nella Corte Pontificia e da discendenze più o meno dirette da Pontefici e Cardinali; legati tra loro da rinnovati e continui vincoli di parentela formavano l’elite, peraltro non toppo colta, della società romana.
Subito seguiva il Generone, una via di mezzo fra la borghesia rampante di oggi e la nobiltà di sangue; famiglie della media e piccola nobiltà pontificia, alti funzionari dello Stato e qualche professionista. Il Generetto comprendeva invece medici, avvocati, funzionari dello stato e grossi commercianti. In fine, il Popolo di Roma, suddiviso anch’esso in Popolo e Popolino per le arti o i mestieri svolti.
Fra le varie classi, il Generone aveva un ruolo tutto particolare; frequentemente più florido e danaroso dell’aristocrazia romana, con la quale concorreva in palazzi, ville fuori porta, palchi a teatro, carrozze, gioielli, abiti e personale di servizio. All’interno della “categoria” primeggiavano i cosi detti “Mercanti di Campagna”, veri e propri imprenditori dell’agricoltura; prendevano in affitto gli sconfinati latifondi dei principi romani e del Patrimonio Ecclesiastico gestendoli come se fossero di loro proprietà, mettendo del loro uomini e attrezzi agricoli, assicurando al proprietario una sicura rendita senza creargli tante preoccupazioni. L’Aristocrazia romana infatti aveva si enormi proprietà, ma non sempre il danaro sufficiente per poterle gestire in proprio, per questo erano chiamati “vice principe”, in quanto per il periodo dell’affitto diventavano il proprietario indiscusso del latifondo.
Questi latifondi erano teatro di una usanza tipica di allora la scampagnata fuori porta. Il Generone nei periodi caldi si recava in cerca di refrigerio nelle proprie vigne, trascorrendo la giornata all’aria aperta in ozioso riposo. I casali padronali spesso risultavano poco ospitali, lasciati in stato di abbandono e senza nessun arredo interno, costringendo i padroni di casa a forzati pic nic sull’erba serviti dalla numerosa servitù. IL Popolo e il Popolino, a differenza del Generone, si recava nei giorni di festa nelle osterie di campagna della Campagna Romana, portandosi al seguito grandi ceste di vimini avvolte in variopinte tovaglia ricolme di ogni ben di Dio per il pranzo. Una volta spiegate le tovaglie e imbandita la tavola, veniva servito dal pittoresco oste romano il celebre vino dei Castelli, unica vivanda ad essere acquistata sul posto; ecco perchè a Roma si usa ancora oggi il termine “fagottari”. …”