Gentile Sig. Sebastiano,
la ringrazio per aver trovato conferma nel testo d'accompagnamento che quelle figure sono relative a
badge: se fossero state usate negli stemmi, gli araldi inglesi avrebbero dato un serio scrollone alla propria fama, ed a tutti i secoli delle loro tradizioni. Circa il fatto che piacciano o meno, ha ragione lei, è solo questione di gusti...
Un commento più scientifico vorrei farlo in merito al fatto che
"...la combinazione della zoologia, la botanica e la storia naturale in futuro avranno un importante scopo nelle progettazioni araldiche.
Che altro tipo di figure partorirà la fantasia inglese non ne ho idea, ma credo che fino a quando ci saranno combinazioni di figure chiare e conosciute e comunque descrivibili, non ci sarà nulla di male nel creare nuove forme araldiche. Non mi sembra nulla di trascendentale, come ho già detto ho visto molto di peggio.
Dopotutto l'araldica si deve evolvere e credo che ogni paese sia libero di dar vita ad evoluzioni originali e che comunque traggono linfa dalla tradizione dell'araldica locale....".
É vero che, fin quando l'araldica sarà una scienza viva, potrà (
non dovrà) trovare sempre nuove figure simboliche per gli stemmi che andrà creando, ma è ancor più vero che le
"evoluzioni originali" non possono prescindere dal DNA della nazione che le crea e ciò, a mio parere, non deve essere la scusante per inserire in uno stemma

qualunque assurdità

ci passi per la testa... Ricordiamoci che siamo circondati da un universo di forme e figure che ancora attendono da secoli (se non di più) di entrare in uno stemma...
Mi spiego con un esempio vicinissimo a noi: in Abruzzo, la
Comunità Montana Campo Imperatore-Piana di Navelli adotta da qualche mese uno stemma nuovo di zecca, nel quale troneggia per la prima volta nella sua millenaria storia il
"Guerriero di Capestrano", imponente e celeberrimo manufatto litico di epoca preromana ritrovato nell'omonima località in provincia de L'Aquila, oggi vanto del Museo Archeologico di Chieti. Senza lambiccamenti di cervello, ecco che un'icona (e che icona!) dell'arte locale è assurta a livello di simbolo araldico, senza traumi per nessuno (e sarei molto curioso di conoscere come gli araldi inglesi valuterebbero questo stemma...).
Unicuique suum, dicevano i nostri antichi;
non si cava sangue da una rapa, dicevano i nostri padri; il mito di

Frankenstein

è duro a morire, dico io.
Sono il primo a dire che quel che conta non è il mio parere, ma piuttosto che l'araldica continui a vivere. Ma se deve vivere a scapito del buon gusto e trascurando le tradizioni locali e antiche, che vive a fare?
Bene

vale