da Pasquale M. M. Onorati » domenica 29 novembre 2009, 16:18
A mio avviso il desiderio di nobiltà aumenta in modo inversamente proporzionale al valore che questa classe sociale ha nella società. Perciò con la fine del feudalesimo, quando i titoli nobiliari sono diventati mere onorificenze, sempre più persone hanno iniziato ad ambire a far parte dell'aristocrazia ed a far uso abusivamente di titoli loro non spettanti (pensiamo ai tanti cadetti di famiglie nobili che usavano il titolo spettante solo al capofamiglia); per cui sono nate nei vari stati preunitari le commissioni governative che dovevano verificare chi fosse l'effettivo detentore di un titolo; poi, con l'Unità d'Italia, sorse l'esigenza di mettere ordine tra le varie aristocrazie regionali e nacque la Consulta Araldica. Nel frattempo, molti privati si resero conto che c'era da guadagnare parecchio con tutti i nuovi ricchi che volevano fregiarsi di un titolo nobiliare e nacquero diversi istituti araldici che, dietro lauto compenso, unitamente a studi scientifici erano disponibili anche a ricostruire delle genealogie di comodo da sottoporre alle commissioni regionali; ma, lo Stato non fu da meno; si rese conto che l' "eccitazione della vanità" poteva essere una fonte di introiti per le casse dell'Erario e introdusse una grossa tassa per molti provvedimenti di natura nobiliare. Infine, con l'avvento della Repubblica, la Costituzione ha privato i titoli di tutela giuridica, con la conseguenza che oggi in Italia un titolo nobiliare ha solo una valenza storica (non sempre facilmente verificabile), ma una nota pubblicazione privata che elenca tutte le famiglie nobili italiane è passata dalle quasi 1300 pagine degli anni 40 alle quasi 2000 di oggi; per non parlare di opere simili a questa, non più pubblicate da molti decenni, che ricompaiano ai nostri giorni con la stessa veste grafica originaria, ma più voluminose, e vengono presentate come continuazione della vecchia serie.
A presto.
PMMO
Fructum affert in patientia