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ci sono anche a Firenze e BellunoAntonio De Battisti ha scritto: CHIARELLI
In altro post, Baruffaldo scrive quanto segue:"...da molti anni mi dedico, quale appassionato, alla storia di Cento, date le mie conoscenze presso l'archivio storico del comune ( una valle infinita di manoscritti risalenti sino al 1000 )ho avuto modo di consultare documenti interessantissimi.
Coadiuvato dagli scritti di Mons.Samaritani che, ritengo per la storia di Cento, fondamentale per lo studio della Cento medievale, ho potuto interpretare l'origine della nobiltà centese ( ben inteso che ciò che ti ripropongo sono "solo" fatti storici anche se le implicazioni giuridiche sono tante).
Cento sin dal 1185 ha posseduto, in virtù di un concordato con il vescovo di Bologna grandi spazi di autonomia giurisdizionale tant'è che la signoria territoriale era divisa tra la comunità e il vescovo in modo equo.
Tale condizione è all'origine dei presupposti che facevano quel consiglio, benchè ancora relativo ad una terra, un consiglio nobile, d'altronde è proprio la prerogativa relativa al possesso della giurisdizione che determina la nobiltà di una comunità ( vedi gli scritti di Rolando Dondarini), la libertà .
Sucessivamente, nel XV secolo e subordinatamente ad alcune sommosse sollecitate da una parte crescente della popolazione, esclusa ormai da tempo dalle così dette partecipazioni al beneficio delle antiche enfiteusi ( concesse ai centesi dal vescovo di Bologna e dall'abate di Nonantola) che vennero ad essere elaborati statuti amministrativi ( i primi statuti risalgono all'inizio del 300) che escludevano dal potere politico ( tutte le cariche) tutti coloro che discendevano per via mascolina da coloro che in origine o fino ad un certo punto,non avevano partecipato, di conseguenza si venne a creare una società separata dove coloro che potevano rivendicare il diritto alla piena cittadinanza era determinato dall'appartenenza ad alcune famiglie.
Questa differenza in origine non era molto marcata ( 500 nuclei famigliari privilegiati su 100 non rpivilegiati) ma al XVIII sec. (periodo nel quale questa distinzione era ancora in vigore) tale differenza si era ridotta a 100 famiglie privilegiate (patrizie) su 500, invertendo la tendenza ed evidenziando il nucleo originario.
La concessione della bolla che elevava Cento al rango di Città premia ( non per la prima volta) questo percorso.
Agli occhi della consulta araldica del Regno d'Italia, la documentazione d'epoca moderna risultava più che soddisfacente a far rientrare Cento tra le Città con nobiltà civica, certo è. comunque che, dal punto di vista storico, le vicende siano state molto più intricate ed interessanti."
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