Le fonti e la loro classificazione

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Le fonti e la loro classificazione

Messaggioda Alessio Bruno Bedini » domenica 25 giugno 2006, 12:48

Tempo ci fu una interessantissima discussione portata avanti in specie da me e da Grimaldi sulle fonti storiche. Questo è un argomento di primaria importanza sia per lo storico che per il genealogista. Ci terrei particolarmente che fosse chiaro una volta per tutti in modo da stabilire una piattaforma comune e tenere lontano i fantagenealogisti.

Sul tema lessi lo scorso anno:

1. Paolo Delogu, Introduzione alla storia medievale, Il Mulino, 2003

2. Marc Bloch, Apologia della storia, Einaudi, 2005

Libri che ovviamente consiglio a tutti.


Analizziamo ora alcune questioni fondamentali:

Cos'è una fonte storica? Marc Bloch risponde: "La varietà delle testimonianze storiche è pressochè infinita. Tutto ciò che l'uomo dice o scrive, tutto ciò che costruisce, tutto ciò che sfiora, può e deve fornire informazioni su di lui".

Dunque tutto può essere una fonte. Dalla testimonianza orale alla lapide del cimitero, dal documento ufficiale al famoso diario di zio pippo.

Ma tutte le fonti hanno lo stesso valore? Ovviamente no! E per questo motivo le fonti una volta raccolte vanno classificate e analizzate.

Per la classificazione si seguono in genere diveri criteri. Il più importante è la distinzione tra:

a) Fonti primarie. Le fonti coeve che risalgono al periodo che lo storico intende studiare;
b) Fonti secondarie. Sono piuttosto studi, interpretazioni, ricerche, ricostruzioni effettuate in epoca successiva al periodo che si intende studiare.

Un altra distinzione importante è tra:

1) Fonti volontarie. Sono quelle che sono state create allo scopo deliberato di lasciare un ricordo, una testimonianza per i posteri e in tali fonti l'autore era consapevole dell'importanza che avrebbe avuto la sua opera e quindi a volte non sono complete poichè l'autore trasmette solo quello che vuole trasmettere.
2) Fonti involontarie. Le fonti involontarie sono costituite da quasi tutto ciò che il passato ci ha lasciato, ma non intenzionalmente, sono paragonabili ad indizi che trasmettono o suggeriscono informazioni, magari incomplete e frammentarie, come sono appunto gli indizi.


Per quanto riguarda l'analisi delle fonti invece i criteri di maggior importanza sono il grado di:

x) Autenticità (per le fonti primarie). Ad esempio tutte le lettere pubblicate a firma di Maria Antonietta non furono scritte da lei: alcune furono compilate nel secolo XIX :wink:
y) Credibilità (per le fonti secondarie). Riguarda la credibilità dell'informazione o dell'informatore.

Interessante l'intervista di Duby che già proposi http://www.emsf.rai.it/interviste/inter ... sp?d=173#1

Spero che queste classificazioni e distinzioni proposte possano avere tra di noi un valore pratico, di comodità e di utilità convenzionale nell’ambito della procedura della ricerca storica.

Alcuni link per approfondire la questione:

  1. Enciclopedia Encarta
  2. Sito dell'ENEA
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Alessio Bruno Bedini
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