Alva ha scritto:Buonasera.
Dal sito dell' Archivio Storico Araldico Italiano, Conti Ronco leggo che è possibile richiedere la concessione di titoli nobiliari ex novo.
Volevo domandare se ciò è realmente possibile e cosa comporta ?
In termini economici e quindi di spesa per la concessione di un titolo, a quanto ammonta il tutto?
Grazie a tutti,
Buone Feste
Intervengo in questo post perchè il signor Alva pone questa domanda perchè non esperto del tema si rivolge al più serio ed importante forum su queste materie, non vi sembra logica la mia identificazione del forum? Leggete i vostri interventi e mi darete ragione.
La nobiltà oggi esiste ed è tutelata in pochissime nazioni e tutte in Europa (intendo la nobiltà come è intesa da noi europei).
Oggi la nobiltà è conferita al pubblico ancora nel Regno Unito, nel Belgio, e in Spagna anche se re Filippo VI non l'ha mai concessa sino ad ora.
La nobiltà è una dignità onorifica pubblica dove ha il pieno riconoscimento giuridico. Per esistere la nobiltà deve godere del privilegio (fosse anche il titolo nobiliare sul documento d'identità) e della pubblicità (fosse solo un libro pubblicato dallo Stato dove sono elencate le persone nobili), se non c'è privilegio e la pubblciità non c'è la nobiltà.
In passato in alcune nazioni si poteva accedere alla nobiltà tramite elargizioni a carattere benefico, oggi questo non è possibile. Le rare concessioni nobiliare sono rivolte a personaggi famosi.
La nobiltà concessa su fogli di carta da discententi di Sovrani del passato NON esiste, quando la persona è un vero discendente di un sovrano che ha regnato in un Paese con legislazione nobiliare, è un amabile atto di stima verso un suo supporter privo di qualunque valore, salvo quello di affetto morale verso la persona che ha voluto firmare un simile atto.
Diverso se la concessione venne fatta da un vero Sovrano NON abdicatario, intendo la persona di re Umberto II, che concesse molti titoli nobiliari dall'esilio. L'ICOC che presiedo riconosce pienamente valide queste concessioni (l'ICOC è nato nel 1960, in un epoca dove vivevano persone che avevo vissuto l'epopea delle monarchie europee, e il loro modo di pensare era diverso da quello di oggi). Personalmente - sebbene applico sempre i principi dell'ICOC - dissento perchè re Umberto II era un sovrano costituzionale che per concedere un titolo doveva avere la firma del Presidente del consiglio dei ministri, doveva essere registrato alla Corte dei Conti, iscritto nel Libro d'oro della nobiltà italiana (quel libro oggi all'Archivio Centrale dello Stato), Tutte cose impossibili da raggiungere e quindi lo possiamo considerare una promessa di futura concessione se per caso ritornasse sul trono, cosa mai avvenuta.
Quando l'ultimo sovrano del Rwanda venne a Casale Monferrato nel 2006 a chiedermi un consiglio per poter concedere legalmente titoli nobiliari del Rwanda. La mia risposta fu quella di concedere una "cambiale" con la promessa che avrebbe avuto valore se tornava sul trono in quanto si impegnava a renderla esecutiva. Il Sovrano era d'accordo con me, ma ia sua "corte" pensava che gli introiti sarebbero stati più bassi e preferirono il dollari invece della serietà (il Re era una persona seria ed onoesta), e così non fu... oggi quei titoli sono pezzi di carta privi di valore (il Rwanda non aveva quando esisteva il regno la nobiltà come è intesa in Europa), salvo una decina di "cambiali" fatte secondo i mei dettami che sebbene non titoli nobiliari validi (sono indicati come onori simili agli antichi titoli nobiliari europei) rappresentano un vero atto di amicizia di un Sovrano che ha vissuto la sua vita unicamente per aiutare il suo popolo.
Quindi ora ha molto da pensare, e scelga la strada che a lei pare più giusta, ricordando che la nobiltà nella nostra contemporaneità è solo un ricordo eterogeneo di un passato che non esiste più.