Moderatore: Guido5
guygre ha scritto:Gentilissimo signor Pier Felice degli Uberti,
rifacendomi a quanto lei dice nella sua del 14 gennaio 2005, mi permetto di citare tra virgolette una sua frase:
"tutti i maggiori studiosi della materia sia del passato che dei giorni nostri sono d’accordo nel dire che la nobiltà o i titoli nobiliari non si prescrivono e quindi resta alle famiglie l’indiscusso (e in Italia privato) diritto di considerarsi gli eredi dei loro titoli nobiliari o più semplicemente della propria nobiltà.
Ma su questo punto io ed altri non siamo d’accordo totalmente "
Mi piacerebbe sapere quale sia la sua opinione sull'argomento, io non sono un grande esperto ma ritengo che lei lo sia veramente ed autorevolmente.
Ringraziando, porgo i miei più cordiali saluti
guygre
pierluigic ha scritto:.
Gentilissimo dr Pier Felice degli Uberti le chiedo la cortesia di chiarirmi un espressione
Mi pare lei abbia detto che il titolo nobiliare durante il regno doveva essere riconosciuto da un apposito organo e che mancando il riconoscimento il nobile
A non poteva utilizzare il titolo
B non poteva considerarsi nobile
Mi potrebbe chiarire quest' ultima affermazione ( come era espresso dalla legge questo concetto ? Se era in qualche modo espresso)
Grazie
Cordialmente
Pierluigi C
pierluigic ha scritto:Domandavo... anche se era previsto come reato l utilizzo di un titolo non riconosciuto visto che la nobiltà era regolamentata
Tilius ha scritto:L'usurpazione di titoli era regolata durante il Regno in modo analogo (art.186 del C.P. 1889) a quanto avviene nell'odierno codice di procedura penale (senonché i "titoli" allora comprendevano anche quelli nobiliari).
pierluigic ha scritto:.
Secondo voi
praticamente un nobile che non avesse avviato pratica di rivonoscimento della concessione nobiliare e usasse palesemente il titolo commetteva o no un reato ?
GENS VALERIA ha scritto:Reato … esattamente come quando Caio va a caccia , privo della licenza , è sempre un cacciatore.
Come Tizio che guarda la televisione senza pagare il canone , è sempre uno spettatore.
L'unica distinzione, che abbia giustificazione più che motivata tra famiglie un tempo appartenenti al ceto dominante o dirigente è quella tra nobiltà di fatto e nobiltà di diritto, considerando la prima, espressione di una distinzione originata da una "fonte d'onore", tradizionalmente e pacificamente accettata , ma posteriormente non formalmente riconosciuta , spesso a causa di un mutato quadro politico-istituzionale, la seconda, invece è espressione di famiglie che ebbero titoli e trattamenti concessi o riconosciuti, anche in epoche diverse da F.H. autentiche.
Torna a Piazza Principale / Main Square
Visitano il forum: Nessuno e 11 ospiti