Re: Nobiltà e Para Nobiltà

Notoriamente nel Regno d'Italia i titoli di nobiltà erano mantenuti per coloro che vi avevano diritto ed il Re ne poteva conferire dei nuovi.
Un titolo nobiliare era a quel tempo da considerare "esistente" indipendentemente dal "riconoscimento" amministrativo o giurisdizionale, che aveva solo una funzione di accertamento, peraltro necessario al legittimo uso ufficiale dello stesso.
Una famiglia che non aveva chiesto riconoscimento, pur possedendo tutte le qualità della nobiltà, finché non otteneva un pubblico attestato, apparteneva di fatto alla nobiltà, ma non ufficialmente, e quindi non poteva usarne gli attributi di onore, mentre una famiglia che aveva ottenuto attestato di riconoscimento era nobile di fatto e di diritto, "nobile di qualità e di titolo".
Tutto è mutato in seguito all'entrata in vigore della Costituzione repubblicana la quale non riconosce più i titoli nobiliari.
Come ricordato dal Presidente degli Uberti il riconoscimento pubblico è solo il riconoscimento dello Stato e quindi oggi in Italia una famiglia nobile "di fatto" non ha (purtroppo) possibilità di vedersi riconosciuta nobile anche "di diritto".
Quindi, gli attestati di riconoscimento di nobiltà rilasciati da Ordini cavallereschi, da Associazioni private, dal C.N.I., da Libri d'oro, da Annuari della Nobiltà, ecc. sotto un profilo strettamente giuridico a mio avviso lasciano il tempo che trovano.
Un titolo nobiliare era a quel tempo da considerare "esistente" indipendentemente dal "riconoscimento" amministrativo o giurisdizionale, che aveva solo una funzione di accertamento, peraltro necessario al legittimo uso ufficiale dello stesso.
Una famiglia che non aveva chiesto riconoscimento, pur possedendo tutte le qualità della nobiltà, finché non otteneva un pubblico attestato, apparteneva di fatto alla nobiltà, ma non ufficialmente, e quindi non poteva usarne gli attributi di onore, mentre una famiglia che aveva ottenuto attestato di riconoscimento era nobile di fatto e di diritto, "nobile di qualità e di titolo".
Tutto è mutato in seguito all'entrata in vigore della Costituzione repubblicana la quale non riconosce più i titoli nobiliari.
Come ricordato dal Presidente degli Uberti il riconoscimento pubblico è solo il riconoscimento dello Stato e quindi oggi in Italia una famiglia nobile "di fatto" non ha (purtroppo) possibilità di vedersi riconosciuta nobile anche "di diritto".
Quindi, gli attestati di riconoscimento di nobiltà rilasciati da Ordini cavallereschi, da Associazioni private, dal C.N.I., da Libri d'oro, da Annuari della Nobiltà, ecc. sotto un profilo strettamente giuridico a mio avviso lasciano il tempo che trovano.