Moderatore: Guido5
T.G.Cravarezza ha scritto:Quindi è inteso come "guida" non a livello di principi nobiliari, ma semplicemente come ultimo elenco ufficiale della nobiltà debitamente riconosciuta dallo Stato.
antonio33 ha scritto:T.G.Cravarezza ha scritto:Quindi è inteso come "guida" non a livello di principi nobiliari, ma semplicemente come ultimo elenco ufficiale della nobiltà debitamente riconosciuta dallo Stato.
Forse bisognerebbe chiarire che il riconoscimento del titolo secondo il criterio adottato, oltre a non avere alcuna valenza giuridica, ma solo storica, equivale semplicemente a una "convenzione" tra i partecipanti nel forum. Infatti i "criteri" adottabili, e i testi di riferimento, potrebbero essere tanti...
Per esempio, indipendentemente dai "riconoscimenti" più o meno credibili e fondati, io ritengo che, per potere vantare o negare nobili natali, sia fondamentale la ricerca genealogica: la genealogia, infatti, è una scienza basata sui documenti, e i documenti "fanno" la storia. Il resto conta ben poco. Ma è solo la mia opinione...
Saluto tutti.
Antonio
contegufo ha scritto:Elmar Lang ha scritto:
Quindi metto nel novero:
1) Libri d'oro ed elenchi pre-unitari
2) Libro d'oro del Regno
3) Prontuari privati
4) Pareri del CNI
Saluti
Elmar Lang ha scritto:Vorrei porre a questo proposito un quesito, riguardante uno specifico aspetto relativo alla Regione nella quale io vivo: il Trentino - Alto Adige.
omissis
Qualcuno potrebbe darmi qualche ragguaglio? Potrebbe essere il caso di un unica nobiltà "riconosciuta" dalla Repubblica Italiana?
pierfe ha scritto:contegufo ha scritto:Elmar Lang ha scritto:
Quindi metto nel novero:
1) Libri d'oro ed elenchi pre-unitari
2) Libro d'oro del Regno
3) Prontuari privati
4) Pareri del CNI
Saluti
Perchè non fa differenze fra quello che emana dall'Ente Pubblico da quello che viene da un privato?
Pier Felice degli Uberti
contegufo ha scritto:pierfe ha scritto:contegufo ha scritto:Elmar Lang ha scritto:
Pier Felice degli Uberti
Perchè nessuno è la sacra Bibbia ma tutti insieme danno maggior credito!
saluti
pierfe ha scritto:E' anche la mia opinione solo i documenti hanno valore, ed i testi di riferimento devono essere solo quelli dello Stato, gli altri testi rappresentano l'opinione di un privato .
Pier Felice degli Uberti
pierfe ha scritto:Elmar Lang ha scritto:Vorrei porre a questo proposito un quesito, riguardante uno specifico aspetto relativo alla Regione nella quale io vivo: il Trentino - Alto Adige.
omissis
Qualcuno potrebbe darmi qualche ragguaglio? Potrebbe essere il caso di un unica nobiltà "riconosciuta" dalla Repubblica Italiana?
Il Trentino Alto Adige sebbene regione autonoma è parte integrante oggi della Repubblica Italiana.
Nella Repubblica Italiana i titoli nobiliari non sono riconosciuti... quindi non è possibile alcun riconoscimento.
Pier Felice degli Uberti
T.G.Cravarezza ha scritto:La nobiltà è "cosa pubblica" pertanto il riconoscimento di un Ente pubblico è essenziale (questo vale per il Regno d'Italia, ma vale ovviamente anche per i patriziati antichi, con il riconoscimento cittadino per la nobiltà civica, con l'iscrizione nei vari libri d'oro e repertori pubblici del passato, con la lettera patente del Sovrano....
Non si può ridurre la nobiltà a fatto privato, a circolo interno tra amici che si appellano conte o principe: è un fatto pubblico, sociale, con diritti e doveri previsti dalla legge, questo proprio per il suo valore e importanza.
GENS VALERIA ha scritto: Capitavano ( e se vogliamo capitano ) casi di mancato riconoscimento pubblicistico per cambiamento di potere ai vertici o per trasferimento in stati o città ove manca o sia , addirittura inviso lo "status".
Il primo riconoscimento è da parte del popolo e dai pari ed è indipendente dall'attività ricognitiva " sovrana ", nasce alla gente ed è "nobiltà di fatto " , la mancata ricognizione " di diritto " era snobbata , in quanto ritenuta affatto indispensabile nella vita di tutti i giorni.
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