Una recente circolare afferma:
Nella considerazione che le decorazioni, nazionali e non, sono giuridicamente connesse con le norme dello Stato che le rilascia e si indossano sull’uniforme, essenza e immagine stessa delle Forze Armate, le stesse devono, quindi, rappresentare sia motivo di orgoglio per chi le indossa sia fattore di lustro per la Forza Armata di appartenenza.
In particolare, esse devono:
a. essere ufficialmente adottate dallo Stato/Organismo internazionale, e non da singoli Enti, Società, Reparti, Organismi da esso dipendenti o in esso inquadrati;
b. costituire ricompense per particolari servizi o per comportamenti degni di lode che alimentano lo spirito di emulazione, tali da dimostrare l’indubbio valore premiale o la stretta correlazione con effettivi meriti acquisiti nello svolgimento di specifiche attività. Per tale motivo, l’autorizzazione non è concessa nel caso di mera partecipazione ad attività, missioni o operazioni.
Di conseguenza sarebbe opportuno che SMD e le singole FF.AA. procedano ad un serio accertamento sulla "qualità" dei nastrini indossati e sul prestigio che possono apportare alla Forza Armata stessa.
Infatti la differenza che passa tra un militare ed un civile che indossano un ordine farlocco o di non particolare prestigio è che il civile discredita se stesso, il militare discredita l'uniforme che indossa e quindi la F.A. e lo Stato che rappresenta. Ecco perchè molti, tra cui il sottoscritto, alle volte sono molto più "pignoli" nei confronti dell'ordine uniformologico dei militari e forse meno (ma non è del tutto esatto) se un civile in giacca e cravatta indossa una rosetta di un fanta-ordine.
Dopotutto se incontro un generale statunitense con il petto pieno di nastrini e distintivi il mio inconscio mi fa immediatamente pensare a quante battaglie abbia combattuto, a quanti corsi specialistici militari abbia frequentato, a quante qualifiche militari abbia ottenuto e agli atti di valore compiuti in azione o comunque a favore dello Stato, oltre ai riconoscimenti di merito per i servizi prestati alla Nazione.
Se invece il suddetto generale, al momento di spiegarmi il motivo dei vari "pezzi di stoffa colorata" indossati sull'uniforme, mi dice che accanto ad una missione in Iraq, ad una medaglia in riconoscimento di 20 anni di comando militare e ad una per essere "tiratore scelto", c'è anche un nastrino per avere fatto un'offerta ad un ente benefico o per aver partecipato ad una messa o per essere in "buona forma fisica", è ovvio che io possa riconsiderare il valore e prestigio di quei "pezzetti colorati" e, di conseguenza, anche della serietà di chi autorizza tale porto e di chi lo indossa.