da Salvennor » venerdì 29 gennaio 2021, 21:28
Non sono esperto relativamente a tale questione, ma da quanto ho capito la Chiesa ufficialmente da sempre ha condannato la schiavitù e il "commercio" di schiavi. Ma comunque il suo potere si fermava a questo, e neanche poteva rendere illegale tale fenomeno sociale nei vari territori, anche perché in realtà la schiavitù era una consuetudine non legata a determinate Leggi. In pratica a partire dal tardo impero romano la schiavitù è stata caratterizzata da una decadenza, ma in realtà non è mai scomparsa in Europa e nelle altre zone limitrofe. Ha in parte acquistato altre forme e caratteristiche, e al limite anche la "servitù della gleba" era una particolare forma di schiavitù, almeno sotto certi punti di vista.
Ovviamente tale contesto era costellato di contraddizioni, poiché fino al '200 molti monasteri utilizzavano i servi della gleba o addirittura schiavi (in genere non cristiani). Inoltre, varie entità politiche (tipo molti Comuni, Repubbliche oligarchiche e Regni) abolirono la servitù della gleba e condannarono esplicitamente l'impiego di schiavi, ma ciò non bastò a reprimere il commercio di schiavi tra Africa, Europa, Asia e successivamente Americhe.
Così, passando per il Rinascimento e per il '600, arriviamo addirittura al settecento.
Nella mia regione sono documentati schiavi fino alla prima metà settecento, ed ex schiavi fino alla fine '700 (morti anziani).
Esempio, verso il 1726 in Cagliari fu battezzata una bimba nativa di Algeri, dell'età di sei anni, schiava di un mercante genovese. I padrini furono il mercante stesso e la moglie, e alla bimba fu imposto il nome Maria, come "cristiana nuova". Ormai era libera, con il cognome del padrino preceduto dal "De". Da adulta sposò un notabile (forse nobile). Da ricerche di uno studioso mio concittadino.
A Cagliari (e non solo) anche vari ecclesiastici erano proprietari di schiavi (fino al 1730 circa).