Pagina 1 di 19

Nobile famiglia Satta

MessaggioInviato: giovedì 20 maggio 2010, 19:46
da Destavara
AD OGNI NUOVO UTENTE: SEGNALO CHE IL PRESENTE ARGOMENTO VERTE PRINCIPALMENTE SUI NOBILI SATTA; NATURALMENTE SONO LIBERI E GRADITI INTERVENTI ANCHE SU ALTRE FAMIGLIE SATTA DA PARTE DI CHIUNQUE VOGLIA PARTECIPARE ALLA DISCUSSIONE. L'ARGOMENTO E' STATO SCORPORATO DA UNA PRECEDENTE DISCUSSIONE ORIGINARIA SULLA NOBILTA' SARDA, DIVENUTA ORMAI TROPPO AMPIA; IL FINE E' QUELLO DI UNA MAGGIORE CHIAREZZA NEL TRATTARE LE SINGOLE FAMIGLIE: SE LA SEQUENZA DEI MESSAGGI POTRA' SEMBRARE NON TROPPO FLUIDA QUESTA E' LA MOTIVAZIONE. BENVENUTI NEL TOPIC

Salve, mi sono da poco iscritto al forum poichè ho notato che alcuni si dilettano in ricerche e cose varie relative alle famiglie della piccola nobiltà della Sardegna, argomento di cui per diletto sono ghiotto anche io, visto che le grandi famiglie sono ben note e individuabili, senza grandi misteri da svelare ancora.
Io ultimamente mi sono occupato del caso della stirpe dei Satta, di antica nobiltà e di cui ho appurato la presenza nel corso dei secoli XVI/XX in una miriade impressionante di comuni sardi. Pare che il ceppo di partenza fosse in Gallura, a Tempio, ma nell' arco dei secoli su menzionati le tracce dei Satta vanno a: Tempio, Sassari, Nulvi, Gavoi, Galtellì, Bottida, Bonorva, Cagliari e dintorni, Ozieri, Pattada, Bitti, Buddusò, Anela, Orani, Orune, Terranova (attuale Olbia), Chiaramonti (in una relazione settecentesca ai feudatari del ducato del Monte Acuto, V. Mameli cita in questo comune ben otto famiglie di cavalieri Satta, tutte povere), Codrongianos, Nuoro... e non sono sicuro di averli ricordati tutti! La cosa che a me pare strana è che negli elenchi ufficiali restano superstiti soltanto due o tre famiglie... e francamente credo impossibile l' estinzione di tanti rami nel giro di due o tre secoli. C' è qualcuno che ha notizie più concrete su questa stirpe? tra l' altro credo che in realtà il ceppo sia uno soltanto, anche se in un suo ben noto testo F. Floris divide i Satta in quattro o cinque schiatte apparentemente distinte: gli stemmi satta hanno quasi tutti in comune la figura di un fanciullo con dardo che cavalca un cervo in corsa, ed essendo a mio parere la qual cosa piuttosto peculiare, non credo sia un caso! se qualcuno conosce personaggi, fatti, notizie su tale stirpe, può scriverne? A me interesserebbe soprattutto l' area di Ozieri, Pattada, Buddusò,Orani,Orune, Bitti. Grazie.

Famiglia Satta

MessaggioInviato: giovedì 20 maggio 2010, 23:48
da dpascale
Gentile Destavara,

Innanzi tutto, benvenuto nel forum!
Il grande scrittore Salvatore Satta a quale ramo apparteneva, tra quelli che ha citato? Apparteneva sicuramente a una famiglia di notabili (il padre era notaio), come si evince anche da quanto scrive ne Il giorno del giudizio. Ma tra i suoi antenati poteva vantare anche dei cavalieri?

Grazie, cordiali saluti, :)


Daniele

Satta Guiso

MessaggioInviato: venerdì 21 maggio 2010, 19:51
da Destavara
Gentile dpascale, Salvatore Satta fu illustre giurista e scrittore, e la famiglia descritta nel capolavoro da lei citato è proprio la sua: infatti i Sanna Carboni del romanzo sarebbero i Satta Galfrè, reale famiglia di notabili (nobili?) nuoresi del tempo. Salvatore era figlio di un Salvatore (notaio) e di una Galfrè (che nel romanzo sarebbe di origini francesi). Personalmente credo che potesse discendere dai Satta Guiso, famiglia che visse tra l' altro a Bitti, Orosei (luogo di proliferazione della potente stirpe dei Guiso) e Nuoro. Se così fosse sarebbe parente anche di altri due "famosi" Satta: Sebastiano e Giacinto (dottor Pamfilo). La famiglia di don Giacinto Satta è quella dei Satta Guiso (Orosei) e si trova cambiata di nome in un altro noto romanzo della Deledda... ovviamente il più famoso: Canne al vento! Il romanzo narra le vicende di una famiglia nobile ormai decaduta e in estinzione, quella dei Pintor, rappresentata nel piccolo paese di Galte (in realtà Galtellì) da poche sorelle superstiti, le dame Pintor appunto, che hanno un nipote...indovinate il nome di questo nipote!?
Giacinto! Coincidenza? Non credo, i Satta vissero realmente anche a Galtellì. Accidenti, mi rendo conto che anche questa domanda da lei postami può avvalorare la mia opinione sui Satta: ne possono esistere molti di più di quelli "ufficiali"!! Del resto non mi risulta che i suddetti Salvatore, Sebastiano, Giacinto appartenessero a rami ufficialmente esistenti e registrati... eppure le loro appartenenza al ceto dei cavalieri e nobili era ed è notoria..Mah! Grazie per lo spunto offertomi. Dstvr

MODIFICA: una risposta più concreta e interessante è stata fornita successivamente da leone passante nel febbraio 2012 (pag.11), grazie!

Notizie sui Satta

MessaggioInviato: venerdì 21 maggio 2010, 20:58
da Salvennor
Anche io, per quello che potuto notare finora, ho notato che i vari rami Satta sembrano aver avuto, forse già da metà 400, una notevole e abbastanza rapida espansione sia numerica che territoriale. Specie nel nord Sardegna e nella parte settentrionale dell'attuale nuorese. Meno nell'attuale prov. di OR, e ancor meno nel sud dell'isola.
Un pò la situazione che caratterizzò i vari rami Carta, con la differenza che per questi ultimi l'espansione iniziò prima, a metà 300, e forse anche prima, e che i Carta erano probabilmente decine e decine di nuclei familiari seppur ancora non molto irradiati, e inoltre questi ultimi sembrerebbero più prolifici e con tendenza a maggiore irradiazione dalla zona originaria.
Per i Satta avevo letto che una delle prime documentazioni è relativa al Castello di Bonifacio in Corsica, e da quì sarebbe passato verso metà del 200 in Sardegna (dove non era documentato in origine per quel che so).
Sapevo che si erano stabiliti in Gallura, ma l'esatto luogo di irradiazione, Tempio, lo ho acquisito ora, non ne ero a conoscenza.
Anche in documenti della Cagliari dei secoli passati ho notato il cognome Satta, seppure non in numero molto elevato.

Notizie sui Satta

MessaggioInviato: venerdì 21 maggio 2010, 21:24
da Destavara
Egregio, anche secondo me non incorro nelle definizione di fantagenealogista nell' ipotizzare tanti rami ignoti. Credo che il discorso valga anche per i Carta.
Per i Satta, sostengo l' origine gallurese, o meglio tempiese, poichè le prime concessioni (sicure) del sec.XVI riguardano personaggi dei territori di Tempio, ma verosimilmente erano fra le famiglie dei maiorales già prima.
E' vero quanto lei afferma: la diffusione della famiglia riguarda l' isola tutta, ma in particolare dal centro in su.
I Satta di Cagliari erano in ogni caso oriundi di Orani, e la qualcosa si può facilmente riscontrare anche su trascrizioni dei quinque libri della capitale presenti in rete! I Satta di Cagliari (se non ricordo male il primo esponente è un Dionigi) si sono spostati nei secoli successivi anche in centri limitrofi (Quartu per es.). Non so se esistono ancora, un saluto Dstvr

Notizie sui Satta

MessaggioInviato: venerdì 21 maggio 2010, 22:04
da Salvennor
Si, anche nei Quinque Libri, dei quali alcuni estratti son online, sono documentati i vari rami Satta di CA e dintorni. In effetti a Orani erano presenti molti Satta, probabilmente perché era uno dei centri maggiori del marchesato.
Non sapevo dei Satta di Quartu; non saprei se quelli che vi risiedono attualmente sono del ramo antico oppure di provenienza recente da altre zone dell'isola.
Ho anche notato che ci sono un certo numero di Satta a Ardauli e anche nel Mandrolisai.
Senza dubbio uno dei motivi dell'espansione di tale cognome è stata la conquista Aragonese, anche se per ora non ho capito se anche vari rami Satta erano legati al casato dei Carroz, così come da documenti vari traspare per vari rami Carta e anche varie altre stirpi isolane e forse non solo isolane.
Cmq per periodi precedenti al 1550 o cmq al 1500 credo ci si deva basare su considerazioni generali per lo studio, per via della natura dei documenti. Invece a partire da metà 500 si può anche fare una ricerca genealogica precisa per i vari rami. Credo che seppur numerosi, solo una parte dei rami Satta, erano titolati (e lo stesso discorso vale per varie altre stirpi).
Parte di tali rami dovrebbero essere decaduti e una certa percentuale anche estinti.
Nei documenti originali ma a volte anche online ho notato che da individui titolati sembrano generarsi rami alcuni titolati e altri senza appellativi, e per questi ultimi non sembra trattarsi di decandenza ma bensì di rami scaturiti da unioni non legittime. Senza contare che fino a tutto il 400 era notevolmente presente il fenomeno delle concubine, che solo dopo diventerà fenomeno illegittimo per via dell'Inquisizione.
Per esempio ho notato che da un individuo già titolato con cognome Ripoll, originario della Spagna, sono scaturiti alcuni rami, parte dei quali erano appellati Nobilis Don (o Donna), e i rimanenti non solo non avevano appellativi nobiliari, ma forse per distinguerli dagli altri rami erano stati modificati in Ripollo, aggiungendo la lettera O finale.
Tutti estinti dato che erano pochi in ogni periodo. Secondo me questi ultimi erano rami scaturiti da figli naturali, ma sono mie osservazioni di sfuggita dato che non hanno legame con le mie ricerche.
E forse lo stesso è accaduto in parte anche per varie altre stirpi sarde. Dunque non solo questioni di decadenza per via di mancati riconoscimenti nobiliari, ma anche questione di figli naturali di Cavalieri o nobili.

Riferimenti al fenomeno del concubinaggio

MessaggioInviato: venerdì 21 maggio 2010, 22:44
da Destavara
Oh, nohhh [crybaby.gif] [crybaby.gif] !!
Ci mancava solo il concubinaggio! Non ci avevo pensato! Ah, ma forse si intende il fatto che le coppie spesso non si curavano delle formalità ecclesiastiche... si. questo è possibile, ma dalle mie parti si è continuato fino a '800 inoltrato! e credo che nel resto della sardegna valga lo stesso. Certo che la genealogia in sardegna è davvero impresa ardua...se poi consideriamo anche che parte della prole trasmeteva il cognome materno!!! Quando inizierò a ficcanasare concretamente negli archivi dovrò soffrire sul serio!!
Inoltre, lei è mica esperto di trasmissione di titoli? come sono da considerarsi rami di tal genere? i figli naturali avevano diritto a titolo e trasmissibilità? Credo di si qualora formalmente riconosciuti.

Riferimenti al fenomeno del concubinaggio

MessaggioInviato: sabato 22 maggio 2010, 14:04
da Salvennor
Dunque, forse il fenomeno delle concubine che era abbastanza diffuso prima di inizi 500 aveva caratteristiche un pò diverse da quello che in maniera seminascosta continuerà, in modo attenuato, nei secoli successivi. Per ciò che ho capito finora, prima del 500 molti individui contraevano matrimonio religioso regolare con una donna, che diventava la moglie ufficiale, e nel contempo avevano una relazione e quasi convivenza con un'altra donna, e spesso figli da questa. Ma tutto ciò in modo trasparente, era una prassi diffusa, e la "seconda moglie" in genere era di una classe sociale non molto distante da quella della moglie ufficiale.
La differenza sostanziale con i periodi successivi credo sia data dalla proibizione da parte della Chiesa.
Cmq non sapevo che in Sardegna tale fenomeno fosse continuato in modo spiccato fino a 800 inoltrato. Però forse avevo letto che ciò perdurò in modo particolare in Gallura e alcune zone limitrofe.
Per quanto concerne la questione della trasmissione dei titoli nobiliari, non sono esperto in tale materia (sto svolgendo ricerca genealogica personale e generale da circa un'anno e mezzo, per hobby). Ma nel forum ci sono molti utenti in grado di rispondere a tali questioni, e tra l'altro credo esistano già varie discussioni a riguardo.
Per ciò che ho capito nell'isola dal punto di vista giuridico i titoli nobiliari si trasmettevano in linea paterna, ma solo a figli nati da unioni legittime. I titoli di nobile Don e Donna si trasmettevano a tutti i figli, M e F. Il titolo di Cavaliere solo ai figli, mentre le figlie erano appellate Donzelle.
I rami scaturiti da figli naturali non avevano appellativi, tranne credo rare situazioni di riconoscimenti, ma in relazione a figli o nipoti di titolato, e non a discendenze più lontane.
E varie volte rami "illegittimi" venivano nobilitati, ma ciò era legato a particolari meriti dell'insignito, anche se in parte ciò rifletteva il fatto che in fondo anche tali rami discendevano da individuo titolato.
Ma quei Satta citati più sopra erano considerati poveri in confronto alla condizione economica media dei rami titolati della penisola? O erano veramente poveri anche rispetto alla condizione media del comune in cui risiedevano?

Cavalierato e povertà (Satta sec.XVIII a Chiaramonti)

MessaggioInviato: sabato 22 maggio 2010, 14:36
da Destavara
Vincenzo Mameli nella sua relazione-resoconto alle feudatarie della contea d' Oliva e ducato del Monte Acuto, scritta nella seconda metà del '700 descrive minuziosamente i singoli villaggi in essi compresi. Penso sia risaputo che dal confrono pecuniario con le famiglie delle piccola nobiltà continentale quelle dei cavalieri sardi sarebbero in media uscite sconfitte; egli si riferisce senza dubbio soprattutto al contesto del feudo stesso, e credo parli di otto famiglie Satta magari con uno stretto legame di parentela fra loro (in un paese di poche migliaia di anime magari esse erano formate da capifamiglia fra loro fratelli, o cugini), che per necessità economiche non potevano più vivere secondo le consuetudini del loro ceto ed avevano dovuto adeguarsi a sostentarsi col proprio lavoro quasi sicuramente nell' ambito di occupazioni rurali. Nel contesto di storica povertà generale dell' isola secondo me potrebbe trovarsi la ragione del denominare alcuni "donnos pauperos", che se anche hanno proseguito la stirpe, hanno lasciato perdere le formalità di appartenenza ad un certo rango.
Lo stralcio della relazione su Chiaramonti si trova facilmente in rete cercando semplicemente Chiaramonti stirpe satta.

Cavalierato e povertà. Satta in documenti del 300

MessaggioInviato: sabato 22 maggio 2010, 18:26
da Salvennor
Gentile Destavara, ho visionato il sito che ha indicato. Interessante.
Tali famiglie Satta sono addirittura indicate come molto povere, e con alcuni esponenti di esse conniventi con bande di fuorilegge.
Sapevo che nell'isola non era raro trovare nobili e cavalieri fuorilegge loro stessi.
A proposito di scrittori sardi, anche in vari romanzi e racconti della scrittrice G. Deledda sono citati vari rami anche titolati con vari cognomi, che a volte mascheravano altri cognomi. Ora non ne sono certo, ma anche in qualcuna di tali opere sono citati rami Satta, o cmq riferimenti ad essi.
Ma anche altri rami come Delitala, Pintor e anche Carta, come nel racconto dove individui con tale cognome e altre persone con altri cognomi (credo tra gli altri anche Guiso, e forse anche Satta?) sono indicati come Priori e confratelli relativamente ad un'antica chiesa del nuorese, e discendenti di rami fuorilegge e ribelli con tali cognomi.
Dunque paradossalmente nei secoli passati per varie stirpi esistevano rami con importanti cariche, anche magistrature, tipo Giudici della Reale Udienza, Alcaidi, a volte Governatori, Ufficiali di Giustizia, e varie altre cariche (sia borghesi che titolati), e altri rami che avevano come esponenti anche persone conniventi con bande di fuorilegge, o banditi loro stessi (anche Cavalieri). E mi riferisco anche a rami non decaduti.
Per il cognome Satta ho notato che esso sembrerebbe assente da vari documenti del 300, come quello relativo alla Pace del 1388 tra parte dei sardi e iberici. In parte credo che ciò sia dovuto al fatto che ancora non si erano diffusi nella maggiorparte dell'isola. Però è possibile che neanche per qualche centro del nord Sardegna sia presente qualche firmatario Satta? O forse tali documenti esistono ma mi sono sfuggiti?

I Satta provenivano dallla Corsica?

MessaggioInviato: sabato 22 maggio 2010, 18:33
da Destavara
Salve, vedo che siamo connessi entrambi! :D effettivamente non risulta nemmeno a me di documenti così antichi in cui la famiglia compaia: a proposito di questo sarebbe avvalorate l' ipotesi di un origine corsa e più indietro ancora toscana sei Satta... ne ho letto da qualche parte. l' origine extraisolana può essere verosimile se si pensa che la stirpe compare in primis al nord dell' isola, per cui veramente potrebbero esser giunti dalla corsica per poi "scendere".

Notizie sulla condotta di alcuni cavalieri sardi

MessaggioInviato: sabato 22 maggio 2010, 18:47
da Destavara
Per quanto concerne i nobili cavalieri poco dediti alle usanze della buona civiltà poi ne esistono a iosa: donna Lucia Delitala docet: spesso come nel caso della famosa banditessa si trattava di famiglie di veri e propri perseguitati politici, in balìa delle alterne vicende dei conquistatori di turno, e che si ritrovavano perfino a vivere in latitanza pur di evitare l' esecuzione di condanne su di loro pendenti! Sempre sui Satta, il già citato Mameli nella relazione di cui sopra scrive parlando del villaggio di Buddusò, che oltre ai Puliga vi sono altre due schiatte di cavalieri: i Satta e i Peddis, dei quali ve n' è qualcuno molto "disculo" (in spagnolo). Anche dei Satta di Buddusò non credo si sappia attualmente nulla, se esistano o siano estinti e idem dei Peddis. So che tra fine '700 E INIZIO '800 un Peddi era notaio, e tra l' altro si chiamava Peddi Carta, quindi verosimilmente sua madre era una Carta.

Re: famiglie piccola nobiltà sarda?

MessaggioInviato: sabato 22 maggio 2010, 18:55
da Destavara
[ops.gif] della possibile origine dei satta nello stivale lo avevo letto dove? su questo forum!!!! indi ragion per cui non era nulla di nuovo. :(

Ancora sulle possibili origini dei Satta più antichi

MessaggioInviato: sabato 22 maggio 2010, 20:12
da Salvennor
Sull'origine corsa dei Satta l'avevo letto tempo fa in un libro, intendo molti anni fa. E l'avevo sentito anche verbalmente da altre persone. E ciò è riportato anche su Google Libri. Secondo alcuni ricercatori averebbero addirittura antiche origini veneziane, per attestarsi poi prima nella vicina Corsica, per poi passare quì dove si è verificata la grande espansione, prima in Gallura.
Non credo all'ipotesi avanzata da alcuni secondo cui tale stirpe discende da gruppi di Normanni che si erano stabiliti nel nord isola nel 200.
Cmq sembra accertato che piccole flotte normanne e anche di Goti stazionavano in varie cale costiere sarde. Pare che la regione del Goceano abbia preso la denominazione da gruppi di Goti che dalle coste si stabilirono in quelle zone. Ma non mi intendo di tali teorie.

Peddis e Carta a Buddusò

MessaggioInviato: sabato 22 maggio 2010, 20:59
da Destavara
Mica ti ricordi il libro su cui l' hai letto? mi piace l' onomastica l' origine dei cognomi...Sul goceano e i goti... non ho le competenze per esprimermi, però il Goceano in sardo si chiama Costera e i suoi abitanti costerini, non vorrei che goceano fosse un toponimo più recente di quello sardo e quidi l' ipotesi sarebbe di fantasia... comunque di mio non saprei.
Ho notato che ti occupi molto dei Carta, purtroppo io non so granche'...ti avevo scritto di un notaio di zona ozieri-buddusò che si chiamava Peddis Carta (verosimilmente di madre Carta)...non so se la notizia poteva interessarti. un saluto