da Nicarinus » mercoledì 7 giugno 2017, 19:43
Un plauso per questo forum dedicato a discipline ausiliarie e documentarie della storia, che promuove e valorizza ricerche genealogiche e tradizioni di famiglia. Un vivo apprezzamento anche per il richiamo ai valori della religione cattolica, che traspare in alcuni interventi del Presidente IAGI.
La decifrazione di antichi documenti, soprattutto se in latino, è uno degli aspetti più stimolanti e coinvolgenti in questo genere di ricerche. La lingua latina mantiene intatti, attraverso i secoli, il suo vigore e il suo fascino.
Obiettivo del forum è anche che gli interventi si conformino a un tenore di scientificità. Con l’intento di non disattendere l’auspicio, a mo’ di saggio propongo una mia trascrizione - decifrando scrittura e sciogliendo abbreviature – dell’atto notarile in questione, sulla base di ormai lontani ma solidi studi classici liceali, e di poco altro.
Qualche giorno fa la foto del documento originale è scomparsa da Dropbox, impedendomi di completare la decifrazione di pochissime parole o abbreviature rimaste in sospeso (nella mia trascrizione evidenzio in corsivo o con puntini di sospensione o con parentesi alcune persistenti incertezze, anche solo su singole desinenze latine). Sarebbe secondo me molto apprezzabile che i documenti oggetto di quesiti restassero accessibili in permanenza nel forum.
Il latino burocratico seicentesco dell’atto è ovviamente alquanto lontano dal latino classico; vi è inoltre, a parer mio, qualche indiscutibile lapsus grammaticale e sintattico, nonché evidenti carenze nella punteggiatura. È un latino in gran parte di comprensione e traduzione molto facile ma contenente, soprattutto nella seconda parte del documento, rimandi a norme e codici, nonché espressioni tecnico-giuridiche che potrebbero essere tradotte e spiegate nel modo migliore da un esperto di storia del Diritto.
Riguardo ai quesiti posti dall’interessato alla comprensione del testo, oltre a concordare sul fatto che si tratti della “regolarizzazione” della vendita di una casa palaziata o palazzo (domus palatiata), segnalo che nell’atto non è specificato alcun rapporto di parentela, peraltro molto probabile, tra l’acquirente Domenico Greco e il citato Michele Greco, proprietario in San Giovanni in Fiore di una casa contigua a quella oggetto di vendita. Il venditore, Giovanni Antonio Marasco, è di Savelli.
Dal punto di vista storico mi piace notare che il prepositus regius ad contractus iudex, presente all’atto, è di stirpe austro-ungarica (de Iby): siamo ancora, come espresso nell’incipit del documento (29 aprile 1669), al tempo del dominio asburgico su Spagna, Napoli, Sicilia e altre ampie regioni non mitteleuropee; regnante ma ancora bambino, con la reggenza della madre Marianna d’Austria, Carlo II, monarca fisicamente infelice e malaticcio a causa dei troppi matrimoni dei suoi più diretti ascendenti tra stretti consanguinei, e figlio precocemente orfano di Re Filippo IV d’Asburgo.
Chiedo venia per la lunghezza di questo commento un po’ divagante rispetto al semplice quesito di partenza. Qui di seguito la mia trascrizione, riga per riga.
“De Dominico Greco
(1) In Nomine Domini Amen, Anno a Circumcisione eiusdem millesimo sexcentesimo sexagesimo
(2) nono, Regnante Carolo secundo de Austria Dei Gratia Rege, et Regina eius matre Tu-
(3) trice, et Gubernatrice, Regnorum vero suorum anno quarto feliciter Amen. Die vero
(4) vigesima nona Mensis Aprilis septime indictionis in terra Sancti Ioannis in flore Nos declaramus et
(5) notum facimus qualiter in nostri presentia personaliter constitutis Ioanne Antonio Marasco Casalis
(6) Savelle agente ad infrascripta omnia pro se in perpetuum parte ex una, et Dominico
(7) Greco dicte terre Sancti Ioannis in flore similiter agente ad infrascripta omnia pro se in perpetuum
(8) parte ex altera, predictus quidem Ioannes Antonius asseruit cum iuramento annis preteritis ven-
(9) didisse dicto Dominico presenti quamdam eius domum palatiatam quam habebat iuxta
(10) in dicta terra Sancti Ioannis iuxta domum Michaelis Greci viam publicam, et alios fines francam
(11) et propinque ea, in qua ad presens habitat isdem Dominicus, et hoc pro pretio ducatorum
(12) triginta in eodem tempore dicte venditionis solutorum ipsi venditori declarando cum iuramento
(13) exceptioni non numerante pecunie. Ergo de dicta venditione tunc pro nonnullis impedimentis
(14) nulla fuit rogata scriptura. Ideo mane ad cautelam dicti Dominici hodie
(15) predicto die dictus Ioannes Antonius iterum et de novo cautelam cautelis addendo salva
(16) tamen anterioritate non vi sed sponte omni meliori modo vendidit dicto Dominico
(17) presenti suprascriptam eius domum cum omnibus iuribus ad habendum investivit in
(18) possessionem perfectam perennem cum constituto et precario et pacto cedens omne ius ponentibus
(19) et constituens eam provisionem ut in rem propositam de qua domu promittente evitationem in franca …
(20) sic alias, et hoc pro supradicto pretio ducatorum triginta ut supra solutorum
(21) de quo quidem pretio dictus venditor iuravit se bene contentum. Itaque donavit
(22) dicto emptori donationis titulo inrevocabiliter inter i…os ob nonnulla grata
(23) beneficia ab eodem emptore recepta declarando cum iuramento exceptioni dictorum beneficiorum non
(24) receptorum. Nec non exceptioni ultra dimidiam iuxti pretii L 2 et cont. insa. Cod.
(25) de rescindenda venditione ac L. si unquam Cod. de revocatione et insinuatione donat et omni LL
(26) et canone(m) aureo. Pro quibus omnibus observandis dictus venditor obligat se bonam ad penam dupli
(27) medietate me Notario rato manenti pacto cum constituto et precario et pacto et
(28) quedam predicta nova sint observando vendit iurat alias ad consilium sapientis. Unde
(29) presentibus B. Francisco de Iby preposito regio ad contractus iudice } dicte terre
(30) Lutio Pignanello Antonio Catnazaro et Ioanne Antonio Blito } Sancti Ioannis
(31) Idem qui supra Notarius Paulus Franciscus Brassonius dicte terre Sancti Ioannis manu propria rogator “.
Cordialmente,
Raynaldus qui etiam Nicarinus
vagliami il lungo studio e il grande amore