I NOSTRI AVI

Purtroppo, tornando all'esemplare in asta su ebbau, qualche entusiasta la credibilità gliela ha concessa (magari pensando pure di aver fatto l'affarone...): un tale oggetto - stante il suo status di copia, vieppiù manipolata a fini truffaldini - dovrebbe costare poche centinaia, non le migliaia che (forse) son state pagate.

Detto questo, bisogna però osservare che le falsificazioni proliferano dove il ferro é caldo: la faleristica austriaca la metterei sul terzo gradino del podio, dopo quella russa (2° posto) e quella nazistoide (1° posto, e con ampio distacco) nel contest della Most Overrated Phaleristics Ever.

...e ricordo, meno di dieci anni fa, un importante collezionista Russo col quale facevo una chiacchierata e che, riferendosi alle onorificenze austriache, disse più o meno che erano di nessun interesse collezionistico, se non per pochi appassionati.

Ora, le compra come fosse un'idrovora.

Forse allora, astutamente, cercava di disprezzarle sperando di avere a che fare con un mondo di babbei... comunque so che ha "sanguinato" abbondantemente, dopo aver acquistato una collana della Corona di Ferro, che non era quel che doveva essere...

Il confronto diretto é oltremodo impietoso.

Grazie davvero per aver impostato le immagini a confronto!

Enzo (E.L.)

Ringrazio io per gli spunti sempre generosi e sapienti.

Credo che discussioni di questo tipo, benché un po' di nicchia, possano essere più utili di quanto possa sembrare.

Specie di questi tempi, nei quali il danaro non scorre a fiumi ed anche i collezionisti più prodighi devono prestare parecchia attenzione a dilapidare le loro sostanze.

E.L.

Grazie Filius e Elmar Lang!
Si, contributi di questo tipo sono utilissimi.
Penso che vedremo molti esemplari della Corona di Ferro sul mercato, anche perché molti ufficiali delle Forze Armate si stanno disfacendo (anche per cercare di ricuperare un o' di soldi spese) delle "decorazioni" di cui sono stati "insigniti" dal Dottor Levesi (quondam "Sua Altezza ecc ecc.... Principe di Sant'Etienne ecc ecc..."), cui caso e stato oggetto di studio dalla Commissione composto, tra gli altri, da Alberto Lembo e Gustavo di Groppello.
Vale sempre il detto "caveat emptor".
AMG

Salve,

mi pare che la Corona di Ferro conferita dal gentiluomo qui citato, fosse quella "napoleonica", ovvero quella caratterizzata dal motto "Dio me la diede, guai a chi la tocca"; mentre quella di cui trattiamo in queste pagine è quella "rifondata" dall'Imperatore d'Austria Francesco I tra il 1815 ed il 1816 e durata, nelle sue varianti di fabbricazione, fino al 1918.

Ho comunque apprezzato l'ironia, relativa al rischio che sul mercato appaiano le insegne dell'Ordine nella sua forma conferita dal Principe di St. Etienne: nel cabinet des merveilles della mia collezione, nel quale rinserro ogni mia chosa più secrèta ed esquisìta, possiedo una placca da Dignitario di questo modello, la cui qualità è talmente lontana da quella che avrebbe potuto sfoggiare anche la donna delle pulizie del laboratorio di Biennais, che nemmeno un collezionista privo del capo o almeno dell'encefalo, potrebbe rimanerne imbrogliato.

Diverso è il caso di certi creativi austriaci (ed anche, purtroppo di recente, italiani), che operano devo dire talvolta con una certa perizia, al fine di tirare veri e propri bidoni ai collezionisti...

Il motto "caveat emptor", comunque, valga sempre quale regola aurea.

A presto,

E.L.

Elmar Lang ha scritto:... nel cabinet des merveilles della mia collezione, nel quale rinserro ogni mia chosa più secrèta ed esquisìta, possiedo una placca da Dignitario di questo modello, la cui qualità è talmente lontana da quella che avrebbe potuto sfoggiare anche la donna delle pulizie del laboratorio di Biennais, che nemmeno un collezionista privo del capo o almeno dell'encefalo, potrebbe rimanerne imbrogliato.

Un pezzo che immagino sublime...

É qualcosa del genere o siamo messi addirittura peggio?

Peggio... molto peggio...

Ed il mio pezzo viene dalla "Gran Cancelleria"...

Peraltro, il sito www.coronadiferro.it che a suo tempo ci portava verso insegne napoleoniche e decorazioni del Regno Italico, ora ci conduce ad una trattoria, ove forse (la proverò, un giorno) i soldi son meglio spesi in manicaretti, piuttosto che in titoli rugginosi...

Grande contributo Mr Lang.
Saluzzo sarà la nostra prossima tappa..... collezioniamo calorie e non ruggine.
AMG

Nel corso della passata settimana, per distrarmi dalla noia del lavoro, la sera ho goduto delle leccornie gastronomiche del Cantone di Vaud, con una parentesi di cucina greca al "Le Lyrique" in Rue Beau-Séjour, vero tempio della cucina ellenica. Per tacere delle sontuose fondues del Café Romand a St.François; o un piccolo ambiente famigliare al Restaurant de l'Eveché subito sotto la cattedrale, o la cacciagione al Le Vieux Lausanne, in maniera più informale, al Le Vaudois (Place del la Riponne), o la tradizionale Brasserie Lausanne-Moudon, presso il Tunnel.

Non ho invece esagerato, visti i tempi nei quali si dev'essere devoti al risparmio, limitandomi al solo passare di fronte allo storico La Grappe d'Or (che ho sentito essere purtroppo, in liquidazione).

Una cena come-si-deve, vale tutte le onorificenze, dovunque si sia nel mondo; da qui forse, il successo delle trasmissioni di cucina. E qualcuno, perde tempo a ricreare ordini della corona ferrea... ma che pelassero patate e s'ingegnassero nei soffritti!

E.L.