Per me non apre spiragli su parti di storia inesplorate, cerca di fare apologia di uno status quo più epico che storico.
Le tre paginette da te postate presentano già diverse incongruenze di natura storico-giuridica.
Ad essere sincero l'autore cerca
1) rinverdire la - mai troppo - sopita querelle con l'ordine di malta, sminuendone il ruolo, la storia e la natura;
2) sminuire le tesi del de Gennes, attaccando non quanto afferma (evidentemente non aveva argomenti) ma il metodo utilizzato, sopraffine tattica eristica e perciò priva di effettivo valore scientifico.
Poi commette diversi errori di natura storico-giuridica.
Ad esempio nella Proposizione n. 2
l'A. ha scritto:Va peraltro rilevato che gran parte della confusione relativa al termine di ordine è originata dalla supposizione che, sin dalla nascita, l'istituzione disponesse di una complessa struttura, analoga, per esempio, a quella dell'Ordine di San Giovanni all'epoca dell'assedio di Malta. Neppure quest'ultimo comprendeva alle sue origini, verso il 1115, quell'insieme di funzionari e di carche che si verranno più tardi configurando nel suo ambito.
qui gli errori sono due:
1) Il supporre che un ordine dovesse avere una complessa struttura. un ordine doveva avere una struttura adeguata alle sue dimensioni e alle sue finalità, necessaria per conseguire la realizzazione del propri carisma, senza questa struttura - ed altri elementi - l'ordine non sarebbe mai stato riconosciuto. A ciò bisogna aggiungere che per potersi avvalere della qualifica di Ordine, la stessa doveva essere riconosciuta da un provvedimento pontificio, e non sussisteva per "fatti concludenti".
2) L'altro errore di natura storica risiede nella supposizione che l'ordine di San Giovanni originasse nel 1115. Questo nel nel 1113 venne formalmente riconosciuto come "ordine", con il decretale Pie postulatio voluntatis, ma la sua origine risale al 1048, e quindi al oltre mezzo secolo prima rispetto a quanto affermato nel testo.