Lunedì sono sceso verso Brescia onde ritirare il dipinto (ebbene sì, dopo acerrima battaglia me lo sono aggiudicato).
Probabilmente io, Montenotte e l'anonimo "ferdinandogonzaga" (questo l'eloquente nickname di chi mi ha conteso il quadro a suon di rilanci, inequivocabile segno che anch'egli ben sapeva di cosa si trattava) eravamo le uniche tre persone in Italia a sapere collocare la misteriosa decorazione.
Ovviamente sto scherzando, anche se comunque si trattava di una identificazione non facile, in quanto
farloccata d'antan.
Davide, il responsabile della casa d'aste, é stato di una gentilezza squisita, consentendomi di esaminare il dipinto in dettaglio, financo con l'ausilio della lampada di Wood (UV).
Reintelato e restaurato professionalmente in tempi relativamente recenti (probabilmente una cinquantina di anni fa, come denuncia il telaio con tiranti angolari metallici tubolari, tipico del periodo), rivela alcune piccole mancanze risarcite sul viso (fronte, fra le sopracciglia, guancia, mento), una generale lieve ripassatura dello sfondo (probabilmente per rendere più luminoso il quadro), e soprattutto una profusione di piccole lacune a orientamento prevalentemente orizzontale (ipotizzo che sia stato rimosso da un precedente telaio e malamente arrotolato nel verso del lato dipinto) negli scuri dell'abito, tutte professionalmente risarcite e invisibili a occhio nudo.
Le decorazioni (croce al collo, fascia) non hanno particolare fluorescenza e quindi sono coeve, o eventualmente posteriori di pochissimo (soprattutto la fascia al petto, stranamente sottile, mi lascia perplesso).
Al retro, sul rintelo, una dicitura segnata a mano: "RIPETIZZIONE [sic!] RITZ PINSE 1838" dove per
ripetizione si deve intendere la trascrizione di quanto scritto sulla tela originale e non più visibile a causa della foderatura.
La data 1838 non si accorda con il "ripristino" dell'ordine che dovrebbe risalire al 1844. Anche l'insegna senza corona non rispecchia perfettamente quelle riprodotte a stampa (tutte con corona soprastante). Discordanze che comunque, per quanto mi riguarda, ne rafforzano l'originalità.
Provenienza: genericamente bresciana.
Per quanto concerne il pittore, di mano più che discreta, la scritta al retro mi indirizza verso
Lorenz Justin Ritz (1796–1870), pittore svizzero, padre del più famoso Raphael (il quale però, oltre a essere specializzato in paesaggi e scene di genere, e fuori gioco per ragioni anagrafiche, essendo nato nel 1829), il quale ha prodotto molti ritratti in stile accademico davvero molto vicini al presente.