il duca di Loulè non ha nemmeno provato a entrare nel protocollo di Stato, chissà perché, forse perché non arriverebbe nemmeno a 299 firme
Non credo che si tratti di un'infantile gara a chi prende più firme.
Ci sarebbe piuttosto da chiedersi: per quale motivo ad un pretendente al trono dovrebbe interessare entrare a far parte del protocollo di uno Stato repubblicano, che è poi quello che gli ha cancellato il Regno?
Non solo, ma di uno Stato che ha già dichiarato ufficialmente, cancellando una storia quasi millenaria, che non riconosce nè il Regno nè alcun suo pretendente?
E poi diciamocela tutta: per quale motivo un pretendente al trono di un Regno dovrebbe giurare fedeltà alla Repubblica?
Duarte Pio, dopo aver servito come volontario nell’aeronautica portoghese, giurò di rispettare la Costituzione e le Leggi della Repubblica portoghese (in cui è incluso l’articolo 288, comma b , n. 2: “la forma repubblicana costituisce un limite materiale alla revisione costituzionale stessa”) e divenne dunque un cittadino uguale a tutti gli altri. Sappia che un giuramento di questo tipo, fatto da volontario, è di per sè estintivo di qualunque pretesa dinastica...
evidentemente Lei non ha notizia delle varie circolari degli Ordini sabaudi, nelle quali si ribadisce che dom Duarte Pio ha il trattamento di" Cugino del Re", per esempio...
Certo che ne ho notizia; ma sono una cosa diversa da quello che intendevo io.
E poi non ci sono "varie circolari", ce ne sono solo due.
La prima è quella firmata dalla Cancelleria, e non dal Principe (01.12.17). La seconda, invece, è quella firmata dall'Ufficio del Cerimoniale (22.09.18), che ha aggiustato il tiro, affermando al punto 1) che Casa Savoia riconosce tutti "gli Ordini Dinastici delle Dinastie Europee ex regnanti" (attenzione: Ordini, non Confraternite...), e precisando al punto 2) che, in caso di "dispute tra pretendenti al Trono di Case Reali ex regnanti", è necessario "rivolgersi a questo Ufficio Cerimoniale PRIMA di accettare la concessione".
Ne discende che non sono le concessioni pregresse a costituire un problema, ma quelle ancora da concedere. Tanto è vero che alle cene di gala organizzate dai vari Vicariati e dalle varie Delegazioni della Real Casa di Savoia si vedono tranquillamente più persone indossare decorazioni da collo o fasce di gran croce riconducibili agli ordini dinastici di Dom Pedro (e che persone! Professionisti, magistrati, amministratori locali, onorevoli, ecc.).
Per dirla tutta, e credo che di questo lei non sia a conoscenza, ho anche notizia di una lettera che SAR Vittorio Emanuele avrebbe spedito pochi mesi fa a Duarte per chiedergli un riconoscimento ufficiale della sua pretendenza di Casa Savoia; lettera a cui pare che Duarte non abbia risposto, dopo che sui siti a lui correlati compaiono riconoscimenti in favore di Amedeo di Savoia e foto che lo ritraggono con quest'ultimo. Cose che al Principe non devono aver fatto molto piacere.
Anche se la seconda circolare ha aggiustato il tiro rispetto alla prima, staremo a vedere cosa dirà un'eventuale e molto probabile terza circolare, che sono convinto non tarderà troppo a venire.
Quanto al trattamento di "cugino del Re", le assicuro che i trattamenti attribuiti nei vari ordini cavallereschi sono del tutto irrilevanti circa la determinazione delle posizioni dinastiche di coloro che ne entrano a far parte. Annunziata compresa.
E un papa come padrino di battesimo, questo non Le suggerisce alcuna deduzione?
No, non mi suggerisce assolutamente nulla: ma siccome non si finisce mai di imparare e lei mi cita questo fatto, probabilmente ne saprà più di me, per cui mi piacerebbe avere da lei qualche delucidazione.
Partiamo dal presupposto che, ai fini delle norme consuetudinarie del Regno di Portogallo, anche aver avuto come padrino di battesimo un Papa non ha alcun valore nè alcun significato ai fini dinastici; spero che su questo si possa concordare.
Detto questo, sappiamo tutti che il battesimo è un sacramento; forse il più importante tra tutti i sacramenti della religione cattolica, dove il padrino e la madrina sono le figure, rispettivamente maschile e femminile, che accompagnano all'altare il figlioccio che si appresta a ricevere il Battesimo. Essi hanno l'importante (anzi: fondamentale!) compito di pronunciare in sua vece le promesse battesimali.
Ebbene, il Codice di diritto canonico pubblicato da Papa Benedetto XV nel 1917 ed in vigore fino al 1983 (e quindi durante gli anni in cui nacque Don Duarte), imponeva a padrino e madrina l'obbligo tassativo di toccare fisicamente il battezzando durante la ricezione del sacramento; non esistevano deroghe per poter essere padrini, neanche per il Papa o per i Vescovi.
Dalle notizie che sono riuscito a raccogliere, pare che Duarte non fu battezzato in Vaticano e che Pio XII non fosse comunque presente a Berna al suo battesimo; nè lui, nè la Regina Amelia d'Orleans, moglie del Re Carlo I, parteciparono al suo battesimo, ma su richiesta accorata del padre Duarte Nuno accettarono entrambi solo di patrocinare il neonato.
L'importanza di questo patrocinio andrebbe quindi ridimensionata, ma fu sufficiente per essere usata da sempre come un'arma dal peso dinastico, quasi come se si trattasse di una "incoronazione" di stampo papale.
Lei ha per caso notizie diverse in merito?
Mi può riassumere brevemente il curriculum vitae di dom Pedro: sono molto curioso di leggerlo!
Ammesso che il curriculum vitae di un pretendente possa avere una valenza giuridica per poter rivendicare i diritti di pretendenza ad un trono, io credo che lei sia perfettamente in grado di andare a cercarsi da solo il sito internet di Dom Pedro e leggere il suo curriculum, senza necessità del mio aiuto.
Ai soli fini del diritto dinastico, posso dirle che Dom Pedro è nato a Lisbona e che al momento della nascita aveva la cittadinanza portoghese originaria. E che non ha mai giurato fedeltà alla Repubblica. Mi sembra sufficiente.
Sulla cittadinanza di dom Duarte Pio, Lei semplifica molto e quindi sbaglia
Caro Brixianus, non si dovrebbero mai fare affermazioni senza provarle e contestualizzarle, poichè diventano gratuite e di scarso interesse; mi spieghi dove e perchè sbaglio, altrimenti prende anche lei il vizio del nostro moderatore, che risponde spesso con battute offensive a ciò su cui non è d'accordo, ma sempre guardandosi bene dall'entrare nel merito di ciò che contesta.
Se non sbaglio è proprio lei che ci ha ricordato che questo è un forum scientifico e che non siamo al bar dello sport, dove le battute si sprecano; pertanto credo che chi ci legge voglia capire il motivo di ciò che lei ritiene un errore, più che conoscere la sua pur rispettabile posizione.
Da parte mia, posso dirle che quello che scrivo è il risultato di ciò che ci tramanda la storia: a Dom Duarte è stata concessa la cittadinanza portoghese dal dittatore Salazar, perchè prima non poteva averla, dato che era "bannato". Basta solo questo, e cioè non avere avuto la cittadinanza portoghese originaria (indipendentemente dal motivo), per escludere ogni diritto di pretendenza in base alle norme consuetudinarie del Regno di Portogallo.
Il ramo dei miguelisti che fa capo a Dom Duarte durante l'esilio beneficiò del regime di extraterritorialità; questo regime fu concesso dall’imperatore d’Austria, Francesco Giuseppe, il 20 marzo del 1881, a Miguel, detto ”il Duca di Braganza”. Quindi, secondo il diritto austriaco, anche al suo discendente Duarte Nuno, padre di Duarte Pio, era stato assegnato lo status di portoghese per speciale concessione imperiale.
Pertanto, anche se nati all’estero, sia Duarte Nuno (nato in Austria) che successivamente Duarte Pio (nato in Svizzera nel 1945) vennero registrati dal regime austriaco come portoghesi, ma solo sotto forma di cittadinanza portoghese acquisita, e non originaria. In Portogallo, infatti, continuavano ad essere considerati stranieri.
La dottrina ufficiale della monarchia, visibile nel Manifesto dei Diritti della Regina Donna Maria II, ha affermato che “lo Straniero si oppone al Naturale, cioè a quello che è nato portoghese”. Si tratta dell’interpretazione adeguata alla ragione giuridica del principio di esclusione di candidati stranieri al Trono portoghese alla luce della Carta costituzionale, in cui si raccoglie quel principio stabilito sin dal 1641.
Se si ammettesse che uno straniero naturalizzato, e quindi divenuto portoghese ma nato con altra nazionalità, potesse divenire Re del Portogallo, ci sarebbe un rischio di perdita di indipendenza. Questo è stato il grande problema emerso in due successive crisi della storia del Portogallo (nel 1385 e poi nel 1580) e che ha contribuito notevolmente alla formulazione delle disposizioni costituzionali sulla Successione Reale del 1641.
Un candidato alla successione al trono del Portogallo, di origine straniera e che ha solo acquisito la cittadinanza portoghese, è completamente escluso dalla successione; e Duarte Nuno e Duarte Pio di Braganza, in esilio, erano in questa condizione come stranieri, ossia senza nazionalità portoghese originaria.
Poi, circa le competenze giuridiche di cui Lei parla, sarei curioso di conoscere il nome di un così valente giurista
Pur apprezzando le sua leggiadra e civettuola ironia, le dirò che io (ma credo di non essere il solo) sono ancora più curioso di leggere il numero e la data delle sentenze della Suprema Corte del Portogallo di cui ha recentemente parlato sul forum; intendo quelle che avrebbero posto fine alle discussioni sulla titolarità degli ordini dinastici portoghesi.
Curiosità per curiosità, quando ce le fornisce?
Poi le parlerò dell'avvocato che si è tradotto, studiato e ci ha spiegato il valore ed il significato delle decisioni amministrative dell'UEIPO in risposta alla denuncia di Pedro contro Duarte; mi riferisco a quelle decisioni che lei ha spacciato sul forum come sentenze giudiziali.