Luca Bracco ha scritto:Sinceramente l'accostamento a titoli ecclesiastici di altri titoli "civili" non mi è mai piaciuto.
Una volta si diceva che con l'ingresso in religione si abbandonava tutto quello che c'era nel mondo esterno.
Credo che il Gran Magistero di un Ordine sia sufficiente e non necessiti di essere implementato dai propri corsi di studi.
Da un lato concordo appieno sul non mischiare sacro e profano, ma dall'altro, soprattutto al giorno d'oggi, ritengo sia utile far comprendere ai laici e spesso poco vicini alla Chiesa che gli ecclesiastici non sono "solo" esperti di diritto canonico o di teologia (quindi "inutile" nel mondo e per gli anticlericali), ma hanno esperienze e cultura anche in altri settori e quindi possono comprendere le realtà anche non propriamente religiose del mondo odierno (economia, sanità…).
Ecco quindi utile sapere che un Superiore di un ordine religioso abbia conoscenze accademiche e/o di esperienza nel mondo della finanza, della sanità… sia cosa buona e giusta. Ovviamente senza eccedere. Per la mentalità italiana e mia personale il metodo anglosassone e tedesco sui titoli sempre presenti lo trovo un po' esagerato, anche se sicuramente è più preciso rispetto al nostro "dott." ormai onnipresente.