da fracmick » mercoledì 30 maggio 2007, 23:40
Salve, in merito in merito alla famiglia D’Helena, al suo stemma, al suo palazzo ed alla sua storia posso fornire alcune notizie, giacchè abito appunto nel palazzo D’Helena.
Il palazzo è sito in Centurano, frazione di Caserta, risale almeno al 1620 (sulla chiave di volta di uno dei portali interni è riportata la data 1620 e sulla chiave di volta di un altro portale interno la data 1631 con l’acronimo A.D.I.C.), benchè il tipo, la qualità, il colore e la tessitura della muratura di tufo del piano terra accreditano un origine decisamente molto più antica.
Il palazzo tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 è transitato, come dote matrimoniale, alla famiglia Falcone d’Altavilla della quale sono uno dei diretti ed immediati discendenti; in tale qualità ne possiedo una parte, compresa la Cappella Gentilizia annessa.
Lo stemma raffigurato nella foto è incompleto, ne manca la parte sottostante che riporta la data 1644 ed il nome di uno dei componenti della famiglia D’Helena; comunque il medesimo stemma, assai singolare essendo costituito da una sirena con una duplice coda, è molto meglio riportato a colori sul pavimento maiolicato della Cappella.
Su tale pavimento è riportata la data 1744, coincidente con alcuni atti notarili di famiglia ed ancora in mio possesso.
Confermo che per lungo tempo i D’Helena sono stati amministratori del feudo degli Acquaviva D’Aragona, e particolarmente legati alla principessa Anna.
La famiglia D’Helena dalla prima metà del 1600 e per 150 anni ininterrotti è stata costituita da notai, avvocati e prelati a vario titolo; pertanto alcuni potrebbero anche aver aderito alla Massoneria.
Infatti in certe decorazioni del palazzo, nel residuo affresco interno e, principalmente, nella Cappella è stata riscontrata, con plausibile certezza, una diffusa simbologia massonica; oltre ad altra simbologia più criptica.
Nella prima metà del XX secolo, infine, il palazzo è stato abitato, a seguito di matrimonio, anche da alcuni componenti della famiglia Marulli di Barletta.
Cordialmente Michele Fracassi