da Antonio Pompili » venerdì 16 ottobre 2020, 12:20
Il linguaggio araldico non è dogmatico, e non è rinchiudibile in schemi troppo fissi. Pur avendo come tutti i linguaggi un vocabolario, una grammatica e una sintassi.
Certamente possiamo parlare per i casi qui richiamati in modo generico di curvato, e considerarlo sinonimo sia di ricurvo che di centrato. Ma si tratta di un termine tanto improprio quanto desueto.
Poi con i rispettivi termini centrato e ricurvo facciamo una scelta terminologica precisa, legata alla consuetudine.
Così definiremo ricurve delle figure, pezze e partizioni piegate ad arco con la convessità verso la punta (o la sinistra) del campo, immaginando archi di circonferenza con il centro verso il capo (o la destra).
Mentre centrate definiamo figure, pezze e partizioni piegate ad arco con la convessità verso il capo (o la destra) del campo, come si trattasse di archi di circonferenza con il centro verso la punta (o la sinistra).
Si tratta di scelte terminologiche dovute all'uso.
QUI FACIT VERITATEM VENIT AD LUCEM (Gv 3,21a)
TU SCIS QUIA AMO TE (Gv 21,17b)