Egon von Kaltenbach ha scritto:Lo dicono le regole dell'araldica, nel senso che quello è il modo di rappresentare un'alleanza matrimoniale e pertanto anche tutte le possibili alleanze tra le quali l'istituto dell'adozione - lato sensu - può annoverarsi. Naturalmente tutto ciò ha senso se la cosa avviene stante un fons honorum, al presente, chez nous, l'adozione trasmette solo il nome e non può avere alcuna conseguenza né sugli eventuali titoli, né ovviamente sull'araldica.
Quali regole dell'araldica? L'araldica ha regole ma possono variare, e variano particolarmente nelle particolarità come questa.
Prendendo come punto di partenza l'araldica del Regno d'Italia (le varie leggi nobiliari emesse durante il regno) NON esiste alcuna norma relativa agli stemmi degli adottati.
La surrogazione è una forma di adozione, ma venne abolita nel 1926 e la persona che era parente od affine prendeva lo stemma della famiglia che si estingueva.
Ma potrei citare esempi sul argomento che sono diversi gli uni dagli altri.
Oggi l'adozione trasmette il cognome e basta come era anche in passato, l'unica differenza è che equipara gli adottati ai figli, e non esiste alcun rapporto sugli ascendenti od eventuali discendenti dell'adottante.
Ma se pensiamo che l'adottante è il titolare del cognome che trasmette e lo stemma è la sua espressione grafica, oggi l'adottato è equiparato ai figli ed eredita TUTTO come se fosse un vero figlio, quindi anche l'espressione grafica del cognome che è lo stemma. Intendo ovviamente lo stemma araldico e non - se vi erano - i contrassegni indicativi della nobiltà perchè la Repubblica italiana non riconosce qualunque contenuto di carattere nobiliare.
Penso di aver espresso il mio pensiero.
Pier Felice degli Uberti