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Luca Pagani ha scritto:Delehaye ha scritto:Possibile che ci siamo SOLO gli Statuti stampati nel 2000???
Quelli originali del 1963 e quelli votati nel 1995? Non ci sono quegli originali da visionare???
Non credo ci fossero degli Statuti Generali prima del 1995. Nel 1963 fu eletto il Principe Giorgio I, ma per quanto ne so non c'era ancora una costituzione.
il 30 gennaio 1729 l’avvocato Francesco Lea, per conto del re Vittorio Amedeo II di Savoia, si recò a Parigi per sottoscrivere l’atto di vendita; tale atto, che in realtà non venne mai registrato, prevedeva che il pagamento fosse effettuato con le finanze personali del re e non con quelle del regno sabaudo e che Seborga sarebbe diventata patrimonio personale del re senza essere annessa al Regno di Sardegna; l’atto inoltre riguardava il semplice possesso dei territori di Seborga e non la sovranità su di essa, alla quale il Re di Sardegna ha sempre rinunciato (tant’è che la dicitura “Principe di Seborga” non compare mai tra i suoi titoli ufficiali); ancora nel 1740 il titolo di Principe di Seborga era regolarmente riconosciuto all’abate Giuseppe Antonio Biancheri, mentre l’erede di Vittorio Amedeo II, Carlo Emanuele III, si considerava semplicemente “Protettore del Principato di Seborga” (e così faranno i suoi successori, fino a Vittorio Emanuele III). Il diritto dei Savoia allo “ius patronatus” su Seborga fu riconosciuto dalla Santa Sede nel 1749, unitamente alla conferma del preesistente diritto di quest’ultima al “Nullius dioecesis”. Dal 1746, con la morte del principe Giuseppe Antonio Biancheri, si aprì una lunga fase di vacanza in cui la sovranità tornò al popolo, che non la esercitò attivamente per quasi due secoli. Secondo lo storico Wolfang Schippke, il Principato di Seborga sarebbe stato riconosciuto anche dal Duce Benito Mussolini in un documento ritrovato a Berlino e risalente all’anno 1934, nel quale egli dichiarava che “sicuramente il Principato di Seborga non appartiene all’Italia”. L’esilio dei Savoia, nel 1946, comportò la fine dello “ius patronatus”.
marcello semeraro ha scritto:Signor Pagani, le risulta questa ricostruzione?
Luca Pagani ha scritto:Per quanto riguarda il motto ho trovato un'interpretazione alternativa. Nel 1188 i Templari e i cavalieri dell'Ordine del Priorato di Sion (Antiquus Ordo Mysticusque Prioratus Sionis) si scissero a seguito di un episodio noto come "Taglio dell'Olmo", avvenuto a Gisors. La sacralità di questo luogo era dovuta al fatto che fin dall’antichità vi era a Gisors un prato che aveva visto numerosi incontri diplomatici tra i re di Francia e di Inghilterra e al cui centro c’era un olmo colossale vecchio di 8 secoli, dal tronco così grosso che per abbracciarlo ci volevano nove uomini. Nell’estate del 1188 Enrico II d’Inghilterra e Filippo II di Francia il Guercio si incontrarono in questo luogo. Re Enrico, giunto con tutto il suo seguito per primo, si piazzò all’ombra dell’olmo, lasciando così a Filippo e al suo seguito, giunti in ritardo, un posto al sole. I negoziati furono subito tesi. Dopo soli tre giorni di colloqui i Francesi interruppero le trattative: gli Inglesi furono cacciati e l’albero fu abbattuto. Non è chiaro perché questo gesto abbia anche segnato la fine dei rapporti di strettissima collaborazione tra il Priorato di Sion e l’Ordine della Povera Milizia di Cristo. Fino al 1188 il rapporto tra i due ordini era di totale collaborazione al punto da avere a volte un solo Gran Maestro per il governo dei due Ordini. Alcuni storici (G. Pistone) suggeriscono che il motto "Sub umbra Sedi" potrebbe essere stato adottato dai cavalieri della PMC - evidentemente schierati con il Re d'Inghilterra - per rimarcare un'idea del tipo “Noi ce ne stiamo bene, seduti all’ombra” (ma il motto ufficiale dell'Ordine rimase "Non nobis Domine, non nobis, sec nomine tuo da gloriam", come stabilito durante il Concilio di Troyes (1128), nel quale Papa Onorio II approvò la prima Regola dell'Ordine); il Priorato di Sion, invece, adottò fino al 1306 la divisa "ORMUS", che sarebbe un anagramma contenente la parola "orme" (che in francese significa "olmo"); il motto potrebbe quindi significare qualcosa del tipo “A noi l’olmo”, ossia un tentativo di reclamare il famoso olmo di cui sopra.
Luca Pagani ha scritto: Nel 1188 i Templari e i cavalieri dell'Ordine del Priorato di Sion (Antiquus Ordo Mysticusque Prioratus Sionis) si scissero...
Resta il mistero della croce d'argento in campo azzurro, cioè su cosa si basa storicamente questa scelta? Potrebbe essere stata adottata per "distinguersi" dalla più famosa arma dei Savoia?
Nel 1261 il priore della chiesa di S. Michele, Giacomo Costa, su mandato dell’abate di S. Onorato, stilò “Statuti e Regolamenti” per il feudo di Seborga: di questi non sono pervenuti gli originali ma sono riportati in alcuni atti presenti nell’Abbazia di Lerins. E pare altresì che risalga a quegli stessi anni la comparsa, per la prima volta, in alcuni atti il motto SUB UMBRA SEDI (“Mi sono riposato sotto l’ombra”) che diventerà distintivo del feudo.
un censimento serio e dettagliato dei modelli dello stemma o degli stemmi locali nel corso dei secoli reperibili sulle fonti.
Maria Luisa Alasia ha scritto:Il principato di Seborga era incluso nella Repubblica di Genova.
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